La Figc non tesserò minorenne straniero che vive a Palermo Arriva la condanna del Tar: «Comportamento discriminatorio»

La società calcistica dilettantistica a cui il minorenne originario del Mali aveva chiesto di iscriversi, non aveva potuto inserirlo nella propria “rosa” di piccoli giocatori per il diniego opposto dalla Federazione nazionale. C’è infatti un regolamento internazionale della FIFA, cui è obbligatorio attenersi, che pone alcune limitazioni al tesseramento di calciatori minorenni stranieri non accompagnati, che sarebbero legate alla volontà di tutelare gli stessi ragazzi da manovre speculative e, in buona sostanza, sarebbero mirate al bene dei minorenni.

I familiari e la tutrice del ragazzo, rappresentati dall’avvocato Giuseppe Cascina, avevano così deciso di fare ricorso al tribunale amministrativo, che ha dato loro ragione. Il giudice Michele Ruvolo della prima sezione civile del Tribunale di Palermo, ha condannato la Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC) dichiarando discriminatorio il suo comportamento per il mancato tesseramento del minore, la cui tutela è affidata all’assessore alla Cittadinanza sociale Agnese Ciulla.

Nel casospecifico, secondo il giudice, la situazione personale e familiare del ragazzo, appunto tutelato dal Comune ed inserito in un contesto familiare affidatario, così come la stessa volontà della società sportiva di farlo partecipare al campionato ufficiale, dimostrerebbe che non vi è il rischio di comportamenti speculativi. Il mancato tesseramento del ragazzo, secondo il giudice, avrebbe anzi determinato un danno materiale al minore, che a differenza dei suoi compagni di squadra non ha potuto partecipare alle competizioni ufficiali. Il Giudice ha quindi ordinato alla FIGC l’immediata iscrizione e il provvisorio tesseramento per il campionato “Giovanissimi Regionali e Sperimentali” 2015/2016.

Commentando il provvedimento, il sindaco Leoluca Orlando e l’Assessora Agnese Ciulla hanno sottolineato come «questo episodio dimostra l’importanza di creare, come a Palermo abbiamo creato, una rete sociale e umana fra i minori non accompagnati che giungono in Italia e i cittadini e le cittadine palermitane, e come per tutti i minori devono essere riconosciuti tutti i diritti legati alla loro età e alla loro condizione»

Soddisfatto anche Adham Darawsha, presidente della Consulta delle culture, che sottolinea come «questo provvedimento conferma Palermo come luogo di accoglienza e conferma che nella nostra città vi sia spazio e possibilità di coinvolgimento di tutti e di tutte, anche attraverso lo sport».

Redazione

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