La Fabi all’attacco: “Il Piano industriale Unicredit non va”

TANTO PER CAMBIARE, I MANAGER DELLA BANCA STANNO PROVANDO A SCARICARE I PROPRI SUI LAVORATORI. CARMELO RAFFA: “L’AZIENDA RISPETTI LE PERSONE”

Congelamento del Contratto Integrativo e degli accordi di secondo livello e conferma dei 5700 esuberi in Italia.

Questi i contenuti del nuovo Piano strategico 2013-18 di Unicredit, illustrato ieri a Milano ai sindacati dal Responsabile delle Risorse umane, Paolo Cornetta, e da quello delle Relazioni sindacali, Angelo Carletta.

L’azienda punta a realizzare nei prossimi quattro anni ulteriori risparmi sui costi pari a 1,3 miliardi di euro, per raggiungere nel 2018 un utile netto di 6,6 miliardi.

In particolare, il management intende sviluppare una nuova piattaforma digitale e potenziare i servi alle imprese in Europa.

“Questo piano industriale rappresenta l’ennesima occasione mancata – hanno dichiarato a caldo Mauro Morelli, Segretario Nazionale FABI, e Angelo Di Cristo, Coordinatore FABI Unicredit -. È privo di reali obiettivi di rilancio dell’azienda a medio lungo termine e dimostra, ancora una volta, una visione industriale di corto respiro. È, insomma, un progetto che non mette al centro dei propri interessi l’uomo, il lavoro e le esigenze del Paese. I vertici vogliono fare pagare ai dipendenti, con tagli ai posti di lavoro e ai diritti ,le ingenti perdite causate da una pessima gestione del credito”.

“Ricordiamo – proseguono i sindacalisti – che dal 2010 al 2015 sono stati espulsi dall’azienda circa 5500 lavoratori. È inaccettabile che si continuino a chiedere sacrifici solo a loro”.

“Come sindacato siamo disponibili a creare nuove professionalità, purché si salvaguardi l’occupazione. Non si possono accettare ipotesi di prepensionamenti obbligatori”.

A margine dell’incontro di ‘sacrestia’, Carmelo Raffa leader della Fabi Sicilia auspica innanzitutto che nel proseguo delle trattative l’Azienda, senza ricercare scorciatoie di comodo rispetti tutte le Persone che a pieno titolo fanno parte delle delegazioni.

“In materia di nuove assunzioni – conclude Raffa – ci aspettiamo che Unicredit favorisca l’ingresso nell’Azienda di almeno duecento siciliani”.

Giulio Ambrosetti

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