La crisi economica italiana? E’ ‘pilotata’ dalla Germania per far chiudere le nostre imprese e ‘spremere’ il risparmio delle nostre famiglie

NONOSTANTE IL TAMBUREGGIAMENTO MEDIATICO, I NUMERI SONO TESTARDI. E CI DICONO CHE IL PIL ITALIANO E’ IN CADUTA LIBERA. A CASA DELL’EURO E DELLA DEFLAZIONE IMPOSTA DALLA BCE. I TEDESCHI SI STANNO ‘SPOLPANDO’ A POCO A POCO IL NOSTRO PAESE E NESSUNO FA NULLA PER EVITARLO

di Economicus

A dieci giorni dal voto i dati sull’economia italiana sono raggelanti: il Pil (Prodotto interno lordo), invece di crescere, decresce. Ed è negativo.

Che cosa dice il Governo Renzi? Semplice: il nostro Paese resta indietro perché non ha ancora approvato le riforme ‘strutturali’. Mentre in altri Paesi europei, dove queste riforme ‘strutturali’ sarebbero state già approvate e messe in atto, la situazione sarebbe diversa.

Siamo, come si può notare, alla disinformazione. Intanto non si capisce quali sarebbero questi Paesi europei che avrebbero messo in atto queste riforme ‘strutturali’.

Forse, chi mette in giro queste stupidaggini, fa riferimento alla Germania, dove il Governo della Merkel fa l’esatto contrario di quello che stiamo facendo in Italia. O, forse, si riferisce ai Paesi dell’Unione europea che non sono entrati nell’euro e che, per loro fortuna, non sono rimati vittime di questa inutile e dannosa moneta unica europea.

 

Da qualche giorno, fateci caso, su giornali e tv, arriva il Solone di turno – in genere, uno che si spaccia per grande conoscitore di economia, pur non capendo un tubo di questa disciplina, per affermare che la crisi economica italiana non dipende dall’euro!

In realtà, le cose stanno all’opposto: la crisi economica italiana è causata dall’euro. Ed è sensibilmente peggiorata negli ultimi mesi dalla deflazione voluta dalla Germania e, quindi dalla Banca centrale europea (Bce) controllata dai tedeschi. Vediamo di illustrare che stanno combinando i tedeschi e, soprattutto, il perché di certe scelte.

Sui problemi che l’euro provoca all’Italia ormai sono chiare molte cose. E’ una moneta forte, ‘disegnata’ sulle esigenze della Germania, che penalizza altri Paesi, Italia in testa.

L’euro, alla fine, è una moneta che è stata ideata per distruggere l’economia italiana. La Fiat, che per decenni ha drenato soldi alle ‘casse’ pubbliche italiane, quando ha capito che la Germania si stava pe rimpossessare del nostro Paese ha tolto le tende e si è rifugiata negli Stati Uniti.

Non solo. Qualche mese fa ha anche cambiato sede sociale, passandola in Olanda: così quel poco di Fiat che resta in Europa non paga più le imposte al nostro Paese.

Ma le più colpite sono le piccole e medie imprese – cioè la ‘spina dorsale’ dell’economia italiana – che sono prese da due fuochi: da una parte un mercato italiano sempre più asfittico, con la domanda al consumo che decresce; dall’altra parte mercati esteri dove è difficile arrivare perché l’euro non aiuta.

Il risultato è una domanda al consumo che decresce, le scorte che aumentano, le imprese che licenziano o chiudono (i dati di oggi sul Pil che decresce).

In questo scenario, già tragico, si inserisce l’ultima ‘genialata’ dall’Unione europea, o meglio, della Bce: la deflazione.

Perché la deflazione? Semplice: viene imposta dai tedeschi, ormai i padroni assoluti del nostro Paese, per ‘spremere’ i conti in banca delle famiglie e dei titolari di piccole e medie imprese.

Se soldi in giro non ce n’è – appunto perché c’è deflazione – una famiglia, per fronteggiare le spese che fa, avendo soldi in banca? Comincia a erodere i risparmi.

L’obiettivo dei tedeschi è quello di impoverire le famiglie italiane e di sostituire alcune delle imprese italiane in alcuni settori con proprie imprese. Uno di questi settori – e l’operazione è già iniziata in Friuli, regione ‘cara’ ai tedeschi – è la gestione degli arenili.

La cosa bella è che non lo fanno direttamente, ma indirettamente: basta ‘affamare’ le Regioni e i Comuni e costringerli ad aumentare i canoni. I canoni per gestire le spiagge dovrebbero crescere non tra dieci anni, me nei prossimi due anni, fino a un livello da rendere non più economica la gestione alle aziende italiane. Se non abbiamo letto male, anche in Sicilia stanno aumentando i canoni per la gestione delle coste. O ci sbagliamo?

La sommatoria di un euro che impedisce alle piccole e medie imprese italiane di operare (le migliori, oggi, sopravvivono) e della deflazione che toglie moneta dalla circolazione non può che provocare crisi economica, calo dei consumi, disoccupazione ed erosione del risparmio degli italiani.

E’ in questo quadro che si inseriscono le ‘riforme’ del Governo Renzi. Quali sarebbero queste ‘riforme’? Ovviamente, nulla a che vedere con l’economia, che infatti sta calando a picco.

Le riforme che interessano al Governo Renzi – e quindi alla Germania – sono l’abolizione del Senato, l’abolizione delle Regioni e l’abolizione delle Province. L’obiettivo è quello di ridurre gli spazi di democrazia, per consentire ai nuovi padroni – cioè ai tedeschi – di trattare direttamente con pochi soggetti, possibilmente arrendevoli.

La storia che le ‘riforme strutturali’ rilanceranno l’economia italiana è una balla. Le riforme ‘strutturali’ – compresa quella del lavoro – servono alla Germania, non all’Italia. Ma di questo parleremo in un altro articolo.

Oggi torniamo a ribadire un concetto che oggi vede d’accordo anche il direttore di questo giornale che, un anno fa, mi prendeva per matto: l’uscita dall’euro come una via per salvarci dal predominio mortale della Germania sul nostro Paese.

 

Giulio Ambrosetti

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