In scena fino a stasera al Gatto blu di Catania, ultima di una serie di repliche partite dieci giorni fa. Roberto Lipari si definisce «un cazzone che dice la verità» ai microfoni di Radio Zammù, ospite di una puntata dell’Elzeviro, la rubrica sulla cultura curata dall’emittente dell’università di Catania e dalla redazione di MeridioNews. «Per chi non l’avesse capito, io sono Pif», dice l’artista palermitano, ridendo. Una carriera comica iniziata su Facebook e poi arrivata in televisione.
«Ho visto come facevano i miei colleghi, penso per esempio ai Soldi spicci – spiega Lipari – Mi sono accorto che nel loro caso i video su Facebook si trasformavano in biglietti a teatro. E cosa c’è di più bello di vedere una sala teatrale piena? All’inizio, però, facevo quello che facevano gli altri. Poi ho capito che avrei potuto sfogare sul web i miei mal di pancia: tutte le cose che non potevo dire, da sconosciuto, su un palcoscenico, potevo dirlo online. Prendi L’ora legale, il film bellissimo di Ficarra e Picone, nasce da un loro grande mal di pancia».
«Il pubblico si arricchisce quando parli di politica», dichiara Lipari. «Io in questo momento sono un comico libero – spiega il palermitano – Non sto lavorando in televisione, quindi non ho dovuto firmare nessun documento che mi impedisse di parlarne per via della par condicio». Così nella sua intervista trovano spazio riferimenti a Silvio Berlusconi e al Movimento cinque stelle, con un rapido passaggio sui redivivi democristiani tornati sulla scena politica nazionale. «Ci stanno facendo rivivere cose studiate sui libri di scuola. Ma grazie lo stesso, non devo dare nessun esame».
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