La Casa di Agata e i suoi ragazzi

A volte realtà diversissime si trovano a convivere a distanze ravvicinate. Ma la ridotta lontananza fisica spesso fatica a tradursi in reciproca conoscenza. Si perdono così occasioni di crescita e di scambio di esperienze, nonché la possibilità di avvicinarsi ad altri mondi.

E’ il caso della Casa di Agata, centro diurno di accoglienza per ragazzi con difficoltà comportamentali, che si trova a pochi metri dalla facoltà di giurisprudenza. Due dimensioni completamente diverse: da un lato futuri avvocati e notai, dall’altro ragazzi più giovani ma meno fortunati. La verità è che l’unico contatto tra i due mondi sembrano essere i motorini parcheggiati, senza pietà né rispetto per la scivola presente, davanti all’ingresso della Casa di Agata.

Da dentro la casa si sentono le urla dei ragazzi e i loro passi. Salgono e scendono i due piani dell’edificio che prima ospitava il Clan dei Ragazzi. “Da giugno si è aperto questo centro diurno per adolescenti che hanno problemi di condotta. – dice Giuseppe Pampanini, direttore responsabile del centro – Ancora siamo poco radicati nel territorio, ma vorremmo uscire dall’ambito strettamente clinico e trovare momenti di comune interesse con altre realtà. L’università ad esempio”.

Nella Casa ci lavorano psicologi, ma non solo. C’è Rosalba, che ha iniziato con il servizio civile e poi è rimasta: “Faccio 40 ore mensili e curo il laboratorio di grafica”. Ci sono i volontari e i tirocinanti da scienze della formazione. E poi ci sono loro, i ragazzi, timidi e spaventati dalla ‘giornalista’ che è venuta a fargli visita. “Sono circa quaranta, tra i dodici e i diciotto anni” dice Rosalba. Ognuno ha i suoi problemi: situazioni familiari difficili, problemi nel rapporto con gli altri ecc… Ma nella Casa di Agata hanno la possibilità di stare insieme, svagarsi e impegnarsi, divertendosi, creare qualcosa. Alcuni di loro hanno pure la fidanzata e raccontano il loro San Valentino.

I laboratori sono tanti: pittura, ceramica, laboratorio verde e officina botanica, pet therapy, cucina, costruzioni, animazioni, grafica… Da questi spesso vengono fuori dei lavoretti: quelli di ceramica, per esempio sono in vendita a pochi euro. “I soldi diventano una loro paghetta, giusto per dare loro una soddisfazione” spiega il dott. Pampanini mentre li mostra. Da qualche tempo poi la Casa di Agata ha anche un giornalino. “E’ interamente scritto dai ragazzi ed esce ogni mese nel giorno della loro festa”. Si chiama ‘Catania degli adolescenti’ e per ora è composto da fotocopie. Ci sono articoli, brevi e semplici, tutti scritti a mano, poi i disegni, le immagini, un oroscopo… Pochi fogli che costano solo venti centesimi ma significano tanto.

Il motore instancabile di tutto questo è, come detto, il dott. Pampanini, che ha dedicato la sua vita a questi ragazzi: “Prima che nascesse la Casa di Agata gestivo un centro in Corso Italia”. Adesso il progetto, sposato dalla Asl, si è trasformato in questa nuova realtà e viene finanziato anche dal Comune grazie alla legge 285. “Alcuni dei ragazzi più grandi, una volta divenuti maggiorenni, si sono costituiti in associazione culturale e hanno preso il nome di Club Eda (Educazione degli adulti). Ci incontriamo ogni mercoledì e insieme facciamo delle attività”. Per non spezzare un filo e per dare continuità all’attività di questa struttura. Il giro della casa finisce, ma le ultime battute sono ancora una proposta: “Giorno 23 ci sarà la nostra festa di Carnevale. E poi vorremmo che i ragazzi scrivessero lettere a dei loro coetanei di altri paesi. Voi ragazzi di lingue, potreste aiutarci a tradurle?”. Certo, che domanda!

Per info inviare una mail a questo indirizzo
La Casa di Agata si trova in Via Iacona 17

Silvia Lo Re

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