«Il ritorno finalmente a casa delle spoglie di Sebastiano Tusa costituisce una consolazione spirituale per quanti lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene e per me che l’ho chiamato al ruolo di governo, condividendone ansie e speranze». Sono queste le parole del presidente della Regione Nello Musumeci alla camera ardente a Palazzo d’Orleans dell’assessore regionale ai Beni culturali che è morto nell’incidente aereo dello scorso 10 marzo in Etiopia.
«Il Palazzo della Regione – aggiunge il governatore – lo accoglie con un sentimento di gratitudine e di sincera commozione. Almeno avremo una tomba sulla quale deporre un fiore». La bara dell’archeologo è stata posizionata al centro della sala delle colonne, al secondo piano della sede della Presidenza della Regione Siciliana. Tutt’attorno delle piante e davanti un grande mazzo di rose rosse con il vessillo della Regione. Sullo sfondo, accanto alle bandiere dell’Europa, dell’Italia e della Sicilia, c’è anche una fotografia di Tusa.
«Preferisco non dire niente e stare in silenzio, perdonatemi», sono le uniche parole che riesce a pronunciare la vedova Valeria Li Vigni che, lo scorso agosto, è stata nominata nuova sovrintendente del mare. Oltre al presidente Musumeci e al suo vice Gaetano Armao, molte sono le autorità e le persone comuni che stanno rendendo omaggio all’archeologo le cui spoglie questa mattina, a sette mesi dall’incidente aereo, sono state consegnate alla famiglia.
La camera ardente rimarrà aperta e accessibile fino alle 21.30 di questa sera. I funerali si svolgeranno domani, alle 10, nella Chiesa di San Domenico, il pantheon dei siciliani illustri, dove si trovano anche le spoglie di Giovanni Falcone.
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