Katane handling, 150 stagionali stabilizzati Cgil: «Trattativa solo con la società Gh»

Sono giorni di trattative in casa Katanè Handling, la società che si occupa dei servizi di terra nell’aeroporto Fontanarossa. Lo scorso 8 luglio i sindacati riuniti – Cgil, Cisl, Uil e Ugl – hanno siglato un accordo con l’azienda, che prevede la stabilizzazione di un massimo di 150 lavoratori stagionali entro la fine del 2014. «La trattativa è andata avanti per mesi, ma abbiamo aspettato la cessione di tutte le quote della Sac (già titolare del 55 per cento di Katane ndr) a Gh Napoli (già proprietaria del 45 per cento di Katane, adesso del 100 per cento ndr) per chiudere l’accordo con la nuova proprietà», spiega Alessandro Grasso, segretario della Filt Cgil di Catania.

Nel frattempo cominciano ad arrivare anche le ordinanze del Tribunale del lavoro favorevoli ai lavoratori. Sono infatti un centinaio quelli stagionali che hanno fatto causa contro l’azienda chiedendo l’assunzione a tempo indeterminato. Nei giorni scorsi i giudici hanno emesso un’ordinanza favorevole nei confronti di uno di loro che adesso dovrà essere stabilizzato dalla Katane. Le condizioni del rapporto saranno stabilite da un nuovo giudizio ordinario. «È un messaggio di speranza per i lavoratori coinvolti – spiega Giovanna Trovato, legale che assiste numerosi dipendenti in causa con Katane – che si aggiunge ad altre tre situazioni chiuse con accordi positivi». Una decisione che potrebbe aprire la strada ad altre ordinanze simili e che si sovrappone all’accordo siglato tra sindacati e l’azienda, ritenuto svantaggioso da una parte dei lavoratori.

Cosa prevede l’accordo? La stabilizzazione di un numero massimo di 150 dipendenti stagionali – 40 per cento impiegati e 60 per cento operai, compresi quelli che hanno una causa in corso con l’azienda – che verrebbero assunti a tempo indeterminato, per un totale di 640 ore. Lavoreranno 20 ore a settimana su 5 giorni per otto mesi all’anno, con la possibilità di arrivare a nove mesi «mediante ricorso a forme di elasticità collegate ad esigenze tecnico-organizzatíve, in risposta ad esigenze di dinamiche di mercato». Per uno stipendio che dovrebbe aggirarsi sui 650 euro, esclusi straordinari.

«La proposta iniziale dell’azienda era per noi irricevibile: si trattava di stabilizzare 110 persone per 640 ore l’anno, 24 ore al giorno per sei mesi – spiega Grasso – Consideriamo che abbiamo davanti un bacino di 200 dipendenti stagionali e che la Katane ha già 340 lavoratori a tempo indeterminato. Il nostro obiettivo è stato stabilizzare più persone possibili, pur con un reddito minimo, perché la crisi del trasporto aereo è evidente». Dall’accordo rimarrebbero fuori circa 50 lavoratori. «La selezione si baserà su criteri oggettivi a partire dall’anzianità convenzionale, cioè dagli anni di servizio svolti nella Katane o in altre società dell’aeroporto con le medesime caratteristiche», precisa Grasso. È da sottolineare che l’azienda «si riserva la possibilità di rettificare, per margini di tolleranza contenuti, il numero di lavoratori da stabilizzare, in relazione agli esiti di riscontro in sede giudiziaria».

Condizioni che non convincono una parte degli stagionali. «In pratica, essendo turnisti, un giorno lavoreremmo di mattina, un altro la sera, un altro ancora di notte. Così sarebbe impossibile trovare un altro lavoro e con 500 euro al mese non si può certo vivere», lamenta un dipendente che preferisce rimanere anonimo. Secondo cui, inoltre, questo accordo «ufficializza la violazione» che in questi mesi avrebbe effettuato la Katane a proposito del decreto legislativo 368 del 2001 in tema di contratti a tempo determinato per il trasporto aereo ed i servizi aeroportuali. «Il decreto pone il limite del 15 per cento di lavoratori stagionali sul totale degli effettivi. Per Katane quindi sarebbero dovuti essere meno di 50, invece sono 200».

Critiche infine – soprattutto da parte di chi attende l’ordinanza del Tribunale del Lavoro -anche sui tempi dell’accordo, arrivato proprio a ridosso delle decisioni del Tribunale. «Come mai proprio quando i giudici cominciano a darci ragione? Perché non si è cercata prima un’intesa?», si domanda lo stesso lavoratore. «Non si è fatto prima – replica il segretario della Filt Cgil – perché c’era di mezzo un bando di gara. E non potevamo far entrare 150 persone prima che l’accordo sulla vendita venisse chiuso. Abbiamo comunque il massimo rispetto per chi decide di andare avanti per vie giudiziarie. Naturalmente, appena ce ne sarà l’occasione, lavoreremo per migliorare i termini dell’accordo raggiunto».

Salvo Catalano

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