IziTravelSicilia, comunicare il patrimonio turistico Dallo storytelling le audioguide create da studenti

Colmare il gap nella comunicazione del patrimonio turistico e culturale siciliano è l’obiettivo di IziTravelSicilia, progetto pilota che utilizza il metodo dello storytelling per raccontare «la Sicilia da scoprire», presentato questa mattina nell’auditorium del Monastero dei Benedettini di Catania, dove sono stati illustrati i risultati del progetto di ricerca Sicilia Beni Culturali.

Una mission ricordata più volte dall’archeologa Elisa Bonacini, che dal 2009 studia la valorizzazione digitale del patrimonio e che rappresenta l’anima dell’idea nata a maggio dell’anno scorso da una convenzione tra l’Università di Catania, presso cui Bonacini è assegnista di ricerca, e l’assessorato regionale ai Beni Culturali, che l’ha nominata referente scientifico regionale dell’iniziativa.

«Ho chiesto alla piattaforma mondiale Izitravel di sostenere il mio assegno di ricerca di un anno per poter lavorare sulla comunicazione e sulla democratizzazione del patrimonio culturale della nostra isola, che comprende parchi, musei regionali e beni architettonici», racconta a MeridioNews la promotrice dell’iniziativa, che ha coordinato il laboratorio storytelling e guide multimediali su iziTravel al quale hanno partecipato ventisei studenti del dipartimento di Scienze Umanistiche.

Sotto il suo coordinamento sono state realizzate da universitari e studenti di diverse scuole – tra cui le catanesi Boggio Lera, De Felice, Lombardo Radice e Spedalieri – circa centoventicinque autoguide e itinerari multimediali in tutta la Sicilia. Ventidue quelle etnee, attraverso cui si compie un viaggio alla scoperta di beni come il Teatro greco romano e i suoi antiquarium e museo di Casa Liberti, le terme della Rotonda, quelle Achilliane e quelle di piazza Dante, e ancora Catania archeologica e Catania barocca, il foro e i monumenti minori, il museo diocesano, l’Emilio Greco e quello Belliniano.

Una lunga lista a cui si aggiungeranno nel tempo nuovi siti, tra cui Palazzo Abatellis di Palermo e il museo di Palazzo Bellomo a Siracusa, oltre all’itinerario su Montalbano Elicona curato da una giovane studentessa.

«Sin dall’inizio ho coinvolto diverse realtà per poter parlare di un patrimonio unico che comprende Comuni, assessorato al Turismo, musei Diocesani, associazioni culturali, Università, reti di musei e scuole di ogni ordine e grado, creando una rete che collega soggetti che finora si sono mossi autonomamente». L’obiettivo è trasformare il progetto in un processo imitativo. «Si è innescato un meccanismo per cui non solo i direttori dei musei voglio unirsi alla rete – aggiunge la ricercatrice – ma persino altre regioni vogliono importare la best practice siciliana, come Puglia, Calabria, Toscana».

La piattaforma – consultabile sul web o attraverso un’app e collegata anche a Youtube, Wikipedia e altri siti – consente all’utente di poter creare e fruire gratuitamente degli itinerari sul territorio e ai musei di creare la propria guida implementandola progressivamente di contenuti e lingue, oltre ad avvalersi di supporti multimediali per mostre temporanee, come quelli creati per la mostra Dopo l’Antico. Ricerche di archeologia medievale a Catania e I vasi raccontano al Paolo Orsi di Siracusa.

Sta nella coralità, nella partecipazione e nella creatività in comune la forza del progetto portato avanti con addetti ai lavori e istituzioni, che hanno messo a disposizione contenuti scientifici certificati, e studenti di scuole e Università, che hanno elaborato le informazioni trasformandosi in ciceroni digitali e voci narranti.

«Qualcuno ha trasformato la propria tesi per l’occasione, altri hanno sfruttato l’alternanza scuola-lavoro, partecipato ai laboratori o alle lezioni in classe. Sono tutti protagonisti di questo lavoro che non si deve considerare concluso, anzi». Si continua a lavorare, anche in sinergia con realtà affini. Come Visit Sicily, con cui sono stati messi a punto itinerari gastronomici, dei siti Unesco siciliani e dei mercati storici perché «il territorio si può offrire sotto tutte le sfaccettature possibili». Anche dando la possibilità di scoprire cosa c’è nei dintorni, selezionando la modalità passeggiata libera, che attiva la spiegazione dello speaker al passaggio dai punti di interesse. «Stiamo cercando di raccontare il patrimonio in modo masticabile, comprensibile da tutti, cercando di evitare tecnicismi linguistici e scientifici o spiegandoli in maniera adeguata per rendere partecipi i fruitori, anche stranieri». 

Giorgia Lodato

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