Isole ecologiche, approvato il regolamento Per l’apertura si dovrà attendere ancora

Ventiquattro voti favorevoli e sette astenuti. Perché  martedì scorso il regolamento per la gestione dei quattro centri comunali per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani arrivasse ad essere approvato con questi numeri sono state necessarie diverse sedute del consiglio comunale etneo (più volte è mancato il numero legale) e si è dovuto attendere circa sette mesi. E nonostante ciò è ancora impossibile leggere il testo con le regole che si dovranno rispettare per smaltire nei quattro punti di raccolta plastica, carta e vetro ma anche oli e grassi vegetali, vernici, toner e scarti di demolizioni.  «La proposta originaria del regolamento è stata oggetto di una decina di emendamenti che ne ha modificato alcuni parti – fanno sapere dall’ufficio stampa del Comune – Gli uffici stanno provvedendo alla riscrittura del testo, integrandolo con le modifiche del consiglio comunale. Ovviamente vanno messi online solo gli atti con le integrazioni, azione che, una volta effettuata la collazione del testo, avverrà tempestivamente», spiegano.

Molti i punti ancora da chiarire sull’utilizzo delle quattro isole ecologiche esistenti in viale Tirreno, e nelle vie Generale Ameglio e Maria Gianni, e nella XVI traversa della zona industriale di Catania, vittime in questi lunghi anni di numerosi atti vandalici e per questo in condizioni pessime. Primo fra tutti quando entreranno in funzione. Si dovrebbe partire con quella in viale Tirreno. «Tra dieci, massimo 15 giorni», assicura l’assessore all’Ambiente Claudio Torrisi non nuovo a previsioni ottimistiche e disattese – che però non sa ancora stabilire quando invece apriranno i centri più vandalizzati di via D’Ameglio e via Gianni. «I materiali per i lavori di ripristino sono già stati recuperati, potremmo forse fare qualche previsione dopo martedì», dice. E aggiunge che «ad occuparsene sarà la Multiservizi su mandato del Comune e, una volta rimesse apposto, saranno affidate alla Ipi-Oikos».

Ciò che si sa infatti con certezza è che le strutture, tranne quella di Pantano D’Arci che resterà in gestione al Comune, verranno affidate al raggruppamento di imprese Ipi-Oikos cui è stata appaltata la raccolta dei rifiuti con un discusso contratto da 160 milioni di euro. Gli orari e le modalità di utilizzo non sono ancora stati fissati. Nel contratto si legge che la ditta appaltatrice avrebbe dovuto gestirli «con l’osservanza delle seguenti regole: tempo di apertura al pubblico ore 9 -12.30 e 15-17.30 (estivo 16.30-19) di tutti i giorni della settimana; ore 9-12.30 nel giorno di domenica», ma sarà necessaria un’apposita ordinanza del sindaco.

Quando entreranno in funzione, i centri di raccolta potranno essere utilizzati dai residenti e anche dalle attività artigianali, industriali, commerciali ed enti con sede legale nel territorio di Catania, iscritti al ruolo Tarsu del Comune. Per l’accesso verrà rilasciata dall’Amministrazione una tessera personale di riconoscimento. Le utenze commerciali invece dovranno compilare un formulario d’identificazione dei rifiuti. Vi si potranno consegnare tutti i rifiuti già differenziabili con la raccolta di prossimità come carta, vetro, plastica e metalli, ma anche quelli per cui al momento il cittadino catanese ha serie difficoltà  di conferimento. Tra questi gli oli e grassi vegetali, vernici, toner e scarti di demolizioni. Come si legge nel comunicato stampa del Comune, il regolamento stabilisce anche le modalità per il conferimento di rifiuti pericolosi e vegetali e le sanzioni previste per i trasgressori, che vanno dai 105 euro, per abbandono di rifiuti pericolosi in area pubblica o privata, ai 200 per l’accesso in orari non consentiti. La vigilanza sarà affidata alla polizia municipale e da ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria.

Il documento prevede anche degli incentivi per chi conferirà i rifiuti nei centri di raccolta. Per goderne saranno accumulati dei punti. «Proprio come al supermercato», spiega Torrisi. Al momento si sta definendo la tabella – contenuta nel regolamento – che disciplina la raccolta punti, stabilendo quanto vale un chilo di plastica, uno di carta e degli altri materiali. «La soglia minima per ricevere il bonus è di mille punti», anticipa l’assessore. Ma la natura di questi incentivi è ancora sconosciuta. «Cosa valgono ancora non si sa. Una caramella, un chilo di pasta, un buono per la benzina», ironizza Torrisi. E aggiunge, mettendo da parte gli scherzi, che si cercherà di farli consistere in «qualcosa di fruibile ed ecologicamente compatibile». Per esempio il Forum dell’acqua bene comune ha proposto di dare in premio una caraffa filtrante per incentivare il consumo dell’acqua del rubinetto e limitare la produzione dei rifiuti in plastica «anche se l’acqua che arriva nelle nostre case è già buona», tengono però a precisare.

Per i cittadini etnei, quindi, non ci sarà nessuna riduzione della tassa sui rifiuti, come avviene invece in altri Comuni. «I premi sono un modo per restituire ai residenti parte dei contributi del Consorzio nazionale imballaggi di cui la ditta usufruirà grazie al conferimento dei rifiuti differenziati nelle isole ecologiche – spiega Torrisi – Visto che quei rifiuti non dovrà andarli a prendere ai cassonetti». L’Ipi-Oikos, a detta dell’assessore, «stabilirà l’equivalente in termini economici dei punti in base all’incentivo Conai che riceve per il corrispondente dei chili di plastica, carta o vetro conferiti, e convertirà la percentuale da devolvere ai cittadini in un premio di valore ad essa corrispondente».

Ma quando si svelerà l’arcano sulla natura degli incentivi? «Dopo l’apertura dell’isola ecologica –  risponde Torrisi. Non è che se da domani si conferiscono i rifiuti nel centro di raccolta si raggiungono subito mille punti». Insomma, il regolamento è stato approvato, ma nella pratica molti aspetti restano ancora da definire e per usufruire dei centri di raccolta si dovrà ancora aspettare.

Agata Pasqualino

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