Irsap, il ‘giallo’ della nomina del dirigente generale

Certo che negli uffici dell’Irsap, l’Istituto regionale per le attività produttive, organismo che, con la riforma, dovrebbe sostituire (quando comincerà a funzionare) i vecchi Consorzi Asi, ne succedono di tutti i colori. L’ultima è quasi incredibile. Vediamola.

Il 17 ottobre la dottoressa Luciana Giammanco, nominata illegittimamente ai vertice dell’Irsap dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo (una delle tante nomine illegittime di un governo dimissionario) annuncia ai sindacati che firmerà il contratto al dirigente generale, Salvatore Pirrone.

Non si tratta di una cosa di poco conto. In tutti gli ex Cos’orsi Asi della Sicilia, infatti, in assenza del dirigente generale, i caos regna sovrano. Tra i tanti problemi causati dall’assenza del dirigente generale, il mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti degli ex Consorzi Asi. Centinaia di persone senza stipendio. Tra le proteste degli stessi dipendenti e dei rappresentanti sindacali.

Il 17 ottobre, come già ricordato, la dottoressa Luciana Giammanco annuncia che si accinge a firmare il contratto al dirigente generale, dottor Pirrone. Il 16 ottobre, però, è avvenuto qualcosa: qualcosa che il mondo politico siciliano conoscerà nel pomeriggio o nella sera dello stesso giorno: le sezioni unite del Consiglio di giustizia amministrativa hanno stabilito che le nomine effettuate dal Governo Lombardo dopo il 4 agosto – cioè dopo che è entrata in vigore la legge regionale della ‘blocca-nomine – sono illegittime.

Come arriva Salvatore Pirrone all’Irsap? La sua nomina, a metà dello scorso settembre, porta la firma del presidente della Regione, Lombardo. Alla luce del pronunciamento del Cga, è illegittima. Questo spiega la titubanza della dottoressa Giammanco, per per intere settimane si è ‘annacata’ la pratica Pirrone, rifiutandosi, di fatto, di formare il contratto al dirigente generale nominato dal presidente della Regione.

In questo caso, va detto che la dottoressa Giammanco, benché nominata a propria volta da Lombardo, è stata lungimirante: la numero uno dell’Irsap sapeva che la legge regionale blocca-nomine era una ‘tagliola’: se lei avesse firmato il contratto a Pirrone, avrebbe sì tolto dai casini tutti i dipendenti dei Consorsi Asi in liquidazione fino ad oggi senza stipendio, ma avrebbe pagato di persona: perché la Corte dei Conti l’avrebbe ‘assicutata’ (le sarebbe andata dietro, per i non siciliani) fino a casa.

Poi arriva la già citata riunione del 17 ottobre. Un incontro richiesto dai sindacati, furenti per l’abbandono in cui versano i Consorzi Asi in liquidazione della Sicilia. E neri dalla rabbia soprattutto perché, senza il contratto del dirigente generale, si bloccano,, a cascata, tutti gli atti amministrativi, compreso il pagamento degli stipendi ai dipendenti.  I  sindacalisti, nella riunione del 17 ottobre, rinfacciano alla Giammanco anche l’impegno, che aveva assunto nelle settimane precedenti, di non aver approvato il bilancio.

E’ in quest’occasione, come già ricordato, che la dottoressa Giammanco dice ai sindacalisti che, di lì a poco, contrattuelizzerà il dirigente generale, Salvatore Pirrone.

Ieri – venerdì 19 ottobre – la sorpresa: tutti gli uffici dei Consorzi Asi in liquidazione ricevono un fax nel quale si dice che il dirigente generale dell’Irsap sarebbe stato contrattualizzato il 16 ottobre. Ma se mercoledì 17 ottobre, come già accennato, la dottoressa Giammanco comunicava ai sindacati che avrebbe firmato il contratto al nuovo dirigente generale, dottor Pirrone – lasciando intendere che il 17 ottobre il contratto di Pirrone non era ancora firmato – come mai, adesso, viene fuori che il contratto dello stesso Pirrone è stato firmato il 16 ottobre?

Ancora una domanda: la dottoressa Giammanco non è stata nominata dopo il 4 agosto? E se è stata nominata ai vertici dell’Irsap dopo il 4 agosto, alla luce del parere del Cga, la sua nomina non è illegittima? E se la sua nomina è illegittima, a che titolo firma il contratto al dirigente generale, dottor Pirrrone? Non è illegittimo anche questo contratto? E’ forse per questo che ha firmato il contratto, perché tanto è illegittimo? 

Caro presidente Lombardo: ma si rende conto del gran casino che ha combinato con la sua frenesia di effettuare nomine? Ha bloccato gli stipendi di tutti i dipendenti dei Consorsi Asi in liquidazione. E ha costretto, di fatto, l’Ars ad approvare in fretta e furia una legge blocca-nomine che, adesso, l’ha messa nei guai.

Noi ricordiamo ancora una sua frase – dobbiamo dire molto lungimirante – pronunciata il giorno delle sua dimissioni: “Sono poche le cose che non posso fare…”.

E infatti, da presidente dimissionario ha continuato a fare tante cose: soprattutto a convocare tante volte la giunta. E a effettuare tante nomine. Forse, oggi, è un po’ pentito di tali atti.

Una curiosità: chi le ha consigliato di intraprendere questa strada temeraria?

 

Redazione

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