POSSIBILE CHE TUTTI CI VENGONO A RACCONTARE COSE INENARRABILI DI QUA E COSE INENARRABILI DI LA’ – PER CARITA’, MAGARI TUTTE COSE VERE! – MA NESSUNO CI VUOLE METTERE LA FACCIA?
Da qualche settimana riceviamo telefonate e lettere da persone che ci raccontano di tutto e di più sull’Irsap, l’Istituto regionale per le attività produttive, ente regionale che ha preso il posto dei vecchi Consorzi per le Aree di sviluppo industriale della Sicilia. A scriverci e a telefonarci sono professionisti che hanno avuto a che fare con l’Irsap e dipendenti dello stesso ente.
Tutti ci raccontano e ci descrivono cose inenarrabili. Atti di prepotenza, giustizialismo, minacce di esuberi e di mobilità. E, ancora, incarichi affidati ad esterni nel nome della ‘legalità’ e dell’antimafia. E altro ancora.
Per carità: tutte cose – che ovviamente andrebbero verificate – ma che hanno l’aria di essere vere. Il problema è che queste persone si spaventano a metterci la faccia. Temono ritorsioni. Perché gli uomini (e le donne) che oggi comandano all’Irsap sono forti, potenti e prepotenti.
Anche questo è vero: ci siamo spesso occupati dell’Irsap e abbiamo riscontrato, ad esempio, una violazione quasi incredibile del Decreto legislativo n. 39. Cosa che abbiamo puntualmente più volte denunciato. Stigmatizzando il fatto che un Governo regione che si dice “antimafioso” e “rivoluzionario” non dovrebbe comportarsi così.
Idem per i ‘capi’ di Confindustria Sicilia, che in Sicilia ‘spatuliano’ alla grande, che ci querelano, ma non ci intimoriscono. Tant’è vero che continuiamo a parlare delle loro “gesta” utilizzando un sistema di sicurezza che ci dà una sicurezza e una forza incredibili: il sistema “Ninni”: della serie, Ninni futtemu…
Detto questo, però, agli amici che ci telefonano e ci scrivono vorremmo dire: non è che possiamo essere solo e sempre noi a darle in testa ai vari Rosario Crocetta, Giuseppe Lumia, Antonello Montante, Ivan Lo Bello e Alfonso Cicero?
A nostro modesto avviso, se la Sicilia deve cambiare per davvero, tutti quelli che vengono vessati dai potenti di turno – a cominciare dai dipendenti dell’Irsap – debbono cominciare a prendere il coraggio con le mani e parlare.
Lo sappiamo: c’è il rischio di ‘vendette’. Ma non è che si può passare la vita a stare zitti, nella speranza che, facendo pubblicare le cose da un giornale e rimanendo nell’ombra, le cose cambino. Chi le dovrebbe cambiare? La magistratura?
Noi abbiamo fiducia nei magistrati. Ma non possono essere sempre e solo i magistrati a cambiare la Sicilia.
Ci vuole un po’ di coraggio. Da parte di tutti. Noi le cose le diciamo. Cominciatele a dire anche voi. Avete un giornale a disposizione. Però metteteci la faccia. Forza e coraggio!
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