#IoSonoPersona, convegno sulla migrazione Il Comune: «Occorre cambiare la legislazione»

Il progetto ha ricevuto l’Alto patronato della presidenza della Repubblica italiana e rientra nel più ampio contesto della campagna internazionale Accendi la Mente, Spegni i Pregiudizi, slogan dell’undicesima settimana contro il razzismo organizzata dall’Unar – ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Oggi all’interno della sala De Seta ha preso il via la manifestazione internazionale con la quale il Comune di Palermo vuole dare un contributo nel percorso verso un auspicato cambiamento nella logistica e nel sistema burocratico dell’immigrazione. Attraverso il social network Twitter, il sindaco Leoluca Orlando lancia l’hashtag #iosonopersona insieme a tweet mirati alla sensibilizzazione e alla riflessione: «Mentre il proibizionismo favoriva la malavita, il permesso di soggiorno favorisce gli scafisti».

L’incontro di ieri e quelli che seguiranno intendono sollevare la questione relativa alle migrazioni e all’asilo politico nel sistema legislativo italiano. Il sito web del Comune di Palermo diffonde il programma e i dettagli della mission: «Occorre una modifica sostanziale della legislazione nazionale e regionale in materia di migrazione. Ma occorre anche un costante impegno verso prassi applicate a livello amministrativo che restituiscano effettività ai diritti e ai doveri sanciti troppo spesso solo sulla carta. Si dovrà dedicare una particolare attenzione alla condizione dei soggetti più vulnerabili, come i richiedenti asilo ed i rifugiati, i minori stranieri non accompagnati e le vittime di tratta».

Daniela Tomasino, di Arcigay Palermo, racconta a MeridioNews l’unicità dell’evento, descrivendo la promozione dell’iniziativa come una presa di posizione coraggiosa da parte dell’amministrazione comunale. «Non è forse la prima amministrazione comunale a fare qualcosa del genere, ma non è usuale che la politica abbia il coraggio di entrare in una battaglia dove in gioco ci sono i diritti umani. Palermo accoglie ogni anno il Gay Pride e ha ospitato il più grande Pride del sud Europa perché si riconosce nella vivacità e nelle differenze, che esistono e non vanno temute ma conosciute perché sono occasione di arricchimento e crescita», continua  Tomasino. «Sono orgogliosa del sindaco Orlando che, con le sue parole, ha evocato immagini forti ma reali, e che intende fare un monumento al migrante ignoto. Non scegliamo il posto in cui nasciamo, ma dobbiamo avere la libertà di scegliere il posto in cui vivere e morire».

 Daniela Tomasino fa anche parte del gruppo di volontari che accolgono i migranti al porto di Palermo e racconta delle donne e degli uomini che sbarcano dalle navi, delle loro domande su dove si trovino e della speranza di essere quanto più a nord per raggiungere la Francia o l’Inghilterra, dove vivono i loro familiari e dove il sistema legislativo prevede dei trattamenti più umani. «Da qui parte un appello per una rivoluzione nel nostro sistema del permesso di soggiorno e dell’asilo politico – conclude – Perché così non funziona, la gente muore o, peggio, le donne che si imbarcano spesso non arrivano mai, vengono rapite, violentate e uccise». 

Alla manifestazione era presente anche il presidente della Consulta delle Culture di Palermo Adham Darwasha il quale muove un appello, che è anche l’obiettivo dell’intera iniziativa: «Chiediamo all’Europa una politica migratoria più umana, con leggi che consentano agli immigrati di entrare e soggiornare in modo legale». «Imprigioniamo per anni la gente nell’attesa di un timbro senza che abbia il permesso di lavorare – conclude la Tomasino -. È il sistema che costringe questi esseri umani alle leggi di un sistema alternativo che è quello criminale, che però consente loro di lavorare e restare in Italia, illegalmente, trattati come schiavi nelle campagne, ma almeno non vanno a morire nel loro paese». Tra le altre presenze all’evento, infine, anche Giobbe Covatta, Sabina Guzzanti e Moni Ovadia. 

Eugenia Nicolosi

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