La notizia dell’esclusione di Fincantieri dalla gara d’appalto per la ristrutturazione del bacino di carenaggio di Palermo, è arrivata come una bomba sulle 500 tute blu del capoluogo siciliano. Speravano in quella commessa da 45 milioni di euro per evitare il dramma cassa integrazione a quelli che, finora, ne sono stati risparmiati. In 150 sono già a ‘riposo forzato’ ed ora, sono a rischio anche gli altri 350. Nell’indotto tra disoccupati e ‘posteggiati’ se ne contano già un migliaio. Oggi, lo scoramento è grande. Che è successo?
Ieri, come vi abbiamo raccontato in questo articolo, attraverso un comunicato della Presidenza della Regione, l’assessore alle Attività produttive, Marco Venturi, ha fatto sapere che “Fincantieri e stata esclusa, a causa di certificazioni non idonee, dallappalto da 45 milioni di euro per la ristrutturazione del bacino galleggiante da 52 mila tonnellate del porto di Palermo”. Ma, Venturi esprime anche un certo rammarico: “Colpisce il fatto che unazienda leader a livello mondiale come Fincantieri non abbia una documentazione completa e certa in grado di farla competere e superare bandi di questo genere”.
E, in effetti, ha colpito. Non è la prima volta, infatti, che sorgono dubbi sulla reale volontà di Fincantieri di aggiudicarsi commesse per il cantiere di Palermo. Lo scorso febbraio, ad esempio, si è fatta strappare dalle mani un’altro appalto, sempre a Palermo, e sempre dalla stessa società (la Cimolai di Pordenone) a causa di un ribasso considerato alquanto anomalo. E pure Report, la trasmissione di Milena Gabanelli, aveva indagato su ‘strani’ intrecci tra Fincantieri e il gruppo di Pordenone.
Per ironia della sorte, sarà proprio questo gruppo a beneficiare della ‘distrazione’ di Fincantieri nel presentare la documentazione necessaria. Anche in questa nuova gara d’appalto, infatti, la Cimolai fa la parte del leone. Resta l’unica in gara. E si pappa l’appalto. Tutta una serie di coincidenze che fanno storcere il naso, non solo a Venturi. Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, ieri, ha annunciato che chiederà alla magistratura di fare luce sul caso.
I sindacati sono smarriti. La Fiom non demorde: “Certo che è strano.- dice Francesco Piastra, componente della segreteria provinciale e responsabile della Cantieristica a LinkSicilia- E’ difficile credere che un’azienda come Fincantieri, che lavora per la Pubblcia Amministrazione, dal Ministero della Difesa, alle Ferrovie, fino ai traghetti, non abbia i requisiti. Gravissimo sarebbe scoprire che si tratta di errori formali. Biosgna fare chiarezza-sottolinea Piastra- capire se ci sono state mancanze dell’ente appaltante o di Fincantieri”.
E non è una questione di principio: “E’ un dramma: la commessa era molto attesa perché avrebbe impegnato almeno 300 dipendenti per un anno, più l’indotto. Ora siamo tutti a rischio cassa integrazione, e tra l’altro, con la mancanza di fondi per quella straordinaria, si prevede una ecatombe. Per questo chiediamo che la Regione, in ogni caso, si attivi affinché la Cimolai garantisca che, per i lavori al bacino di carenaggio, comunque, saranno impiegati i dipendenti palermitani”.
Insomma, sembra dire Piastra, intrigo o non intrigo, l’importante è che venga garantita l’occupazione nel capoluogo siciliano. E, di questi tempi, c’è da capirlo….
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