«Io sono ancora qua. Se qualcuno violando, ieri, la cappella gentilizia di famiglia pensava di mandarmi un messaggio per fermare la mia azione amministrativa ha sbagliato indirizzo». Intimidazione a Francesco Di Giorgio, sindaco di Chiusa Sclafani, nel Palermitano. Ieri ignoti, racconta su Facebook il primo cittadino del piccolo centro nel Palermitano, sono entrati nella cappella gentilizia di famiglia. Un gesto, però, che «mi ha dato solo la carica per fare di più – conclude il sindaco – visto che questi gesti mi rendono consapevole di essere sulla strada giusta».
Al fianco del sindaco si schierano Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia: «Questo ennesimo, increscioso, episodio – scrivono – rimette al centro dell’agenda politica l’annosa questione degli attentati agli amministratori locali e il periodico riproporsi di episodi che, purtroppo sempre più spesso, colpiscono i primi cittadini, che sono sempre in prima linea ad amministrare la cosa pubblica nell’interesse di tutti».
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