Incontri particolari/ Lucio Dalla e il secondo Atto della vita

Siamo giunti nei pressi di Sorrento , davanti una vecchia terrazza e qualcuno ci fa segno con la mano invitandoci ad avvicinarci.
Mi avvicino lentamente e mi accorgo di trovarmi faccia a faccia con un cantautore che ha trasformato una vecchia terrazza in poesia e musica.

– Lucio. Soltanto queste cinque lettere mi escono dalla bocca perché la mia voce si blocca d’improvviso.

“Salve. Perché quella faccia triste? Non la mangio mica”.

– Un sorriso stira le mie labbra e un senso di tristezza mi percorre tutto il corpo. La vedo sereno, e questo mi riempie di gioia. Come mai è tornato a Sorrento?

“Volevo rivedere per l’ultima volta il mare e poi finalmente riposarmi. Il mio tour è finito e ne è cominciato uno diverso”.

– Avrei voluto che continuasse.

“Ma io sono contento. Ho vissuto la mia vita in modo pieno. Ho cantato fino all’ultimo giorno della mia vita e spero di averlo fatto bene”.

– Ho letto che lei ha aiutato molti suoi colleghi in momenti di difficoltà. Venditti ha raccontato come grazie a lei ha scritto Grazie Roma. E’ una cosa che le fa molto onore.

“Nel mio piccolo – e mentre sta per continuare la frase indica con la mano la sua statura e sorride – ho cercato di dare una mano a quanti potevo, perché mi faceva stare bene e per non dimenticare che prima di essere artisti siamo innanzi tutto uomini”.

– Io ho avuto l’onore di vederla in concerto con De Gregori, ed è stato uno spettacolo bellissimo. Eravate affiatati come nel lontano 1978.

“E sì, ci siamo divertiti molto a riproporre un tour che era stato molto importante per la nostra carriera, e ritrovarci è stato un grande piacere per entrambi. Mi ricordo anche che in quell’occasione inventai che Francesco nel tempo libero giocava con i soldatini, e Francesco stette allo scherzo”.

– Lei è stato un piccolo grande uomo e credo fermamente che il suo ricordo resterà vivo nei cuori di moltissima gente. Mi sento in dovere di ringraziarla per quello che ci ha lasciato.

“Io ringrazio voi per l’affetto che mi avete mostrato sino all’ultimo. E a quanti piangono la mia scomparsa ricordi le mie parole che pronunciai un po’ di tempo fa: la morte è soltanto la fine del primo atto”.

 

 

 

Lorenzo Marciante

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