«Ho risposto, con grande serenità, a tutte le domande che mi sono state fatte perché sono assolutamente estraneo alle vicende che mi vengono contestate». Sono le prime parole di Luca Sammartino fuori dal palazzo di giustizia di Catania, al termine dell’interrogatorio davanti la giudice Carla Aurora Valenti. Il deputato della Lega, che si è dimesso da assessore all’Agricoltura e vice presidente della Regione, è finito coinvolto nell’inchiesta Pandora della procura di Catania. Il politico è accusato di corruzione e nei suoi confronti era stata chiesta la misura cautelare degli arresti domiciliari.
«Tengo a precisare però che non sono coinvolto in reati di mafia o voto di scambio. Mi vengono contestati due casi di corruzione». Le microspie in segreteria e i tentativi di bonifica dei carabinieri? «Ho risposto per come era giusto rispondere, chiarendo e spiegando tutto nel minimo dettaglio. La mia attività politica prosegue perché sono un deputato eletto grazie all’affetto e alla forza di tanti cittadini. Sui tempi di questi inchiesta? Ho grande fiducia nella magistratura e continuo ad averla, anche dopo le contestazioni che mi sono state fatte negli anni». Insieme al politico c’era anche il suo legale, l’avvocato Carmelo Peluso: «Il prossimo passaggio è quello di ricorrere in appello, a meno che la gip, dopo l’interrogatorio di garanzia, valuti la revoca dell’ordinanza».
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