Un incendio è scoppiato in via Poggio del Pineto a Palermo nei pressi della montagna che sovrasta la discarica di Bellolampo. Sul posto ci sono tre squadre dei vigili del fuoco. In azione anche un Canadair. Le fiamme minacciano alcune villette e le famiglie che vi abitano stanno per essere evacuate. Come fanno sapere dalla centrale operativa dei vigili del fuoco «l’incendio, che in breve periodo ha raggiunto una vasta estensione, è ormai sotto controllo», ma le operazioni non sono di certo rese più semplici dal vento. Vento che ha spinto una folta coltre di fumo dalla montagna sulla città. In parecchie zone, persino tra le vie del centro, si sente odore di bruciato e piovono brandelli di cenere.
Sull’ennesimo rogo scoppiato nella zona è intervenuto con un post su Facebook l’assessore all’Ambiente Giusto Catania: «#Bellolampo… e quattro! Primo incendio al Tmb che ha bloccato per 10 giorni una linea dell’impianto; poi un altro incendio dentro la discarica a fine turno che, senza un intervento tempestivo degli operai di Rap, avrebbe potuto fare molti danni; l’altra notte un incendio sulla strada provinciale al confine con la discarica; stamattina quarto incendio che sta impedendo agli autocompattatori di andare a conferire».
L’assessore comunale ha il sospetto che non si tratti di casi legati al caldo: «In città malgrado il grande lavoro di questi giorni – continua Catania – ci sono ancora tanti rifiuti per strada… e onestamente quattro incendi in un mese destano qualche inquietante sospetto. Vuoi vedere che qualcuno a Palermo sta scommettendo sui rifiuti per strada? Noi andremo avanti a tutela del servizio pubblico…».
«Dopo 4 incendi in meno di trenta giorni che interessano l’area e l’impianto di Bellolampo – dichiara anche il sindaco, Leoluca Orlando – credo che sia lecito sospettare del fatto che qualcuno ben organizzato stia agendo per sabotare l’azienda e la città, creando disservizi e rallentando il lavoro dei mezzi impegnati nella raccolta dei rifiuti. Anche per questo presenterò un esposto contro ignoti alla procura della Repubblica perché su queste “coincidenze” sia fatta luce».
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