Inaugurato l’ambulatorio popolare nato a Borgo Vecchio, completamente gratuito, all’interno del centro sociale Anomalia dove la gente del quartiere potrà usufruire di diverse specializzazioni offerte da quindici medici che in modo del tutto volontario hanno offerto i propri servizi alla comunità. Cardiologia, medicina interna, pediatria, endocrinologia, ginecologia, supporto psicologico, neuropsichiatria, neurologia. Il centro è aperto alle prenotazioni lunedì e mercoledì dalle 16 alle 18 e martedì e giovedì dalle 11 alle 13. Domani e dopodomani ci sarà una due giorni promossa dal Teatro Mediterraneo Occupato alla fiera, due giornate di autofinanziamento per l’acquisto di altre attrezzature utili all’operato dei medici volontari. In questi giorni la Livia Onlus ha donato un ecografo multifunzione fondamentale per iniziare subito con le visite di cardiologia, ginecologia e ostetricia.
«Iniziano per noi giornate di festa – dice Giorgio Martinico di Anomalia e portavoce dell’assemblea per l’ambulatorio popolare – domani e dopodomani si terranno due giorni in cui artisti di vario genere si occuperanno di raccogliere fondi per comprare altre attrezzature che ci serviranno ad allestire e ad attrezzare l’ambulatorio. Offriremo un percorso grazie al quale ci prenderemo cura del nostro territorio. Un percorso da un lato di orientamento alle cure sanitarie, grazie al quale partiremo con visite di tipo specialistico. Allo stesso tempo però si tratta di una rivendicazione collettiva. Tutto un quartiere che rivendica l’accesso al diritto alla salute, sempre più spesso negato dalle politiche governative che fino a poco tempo fa hanno annunciato dei tagli al servizio sanitario».
«Il nostro ruolo è quello di costruire un ambulatorio sociale in cui possiamo, oltre che offrire un servizio sanitario, anche fare da counseling rispetto alle necessità assistenziali che vengono dal quartiere – spiega Franco Ingrilli, cardiologo e medico volontario nell’ambulatorio – inquadrando il paziente non soltanto nella sua veste passiva ma anche in un rapporto nuovo con il medico in cui possa contribuire in prima persona a costruire nuovi servizi e nuove abilità sociali. Questo ci permette di inserire il paziente nel contesto in cui vive, perché questo ha dei risvolti importanti sulla salute».
«Si potranno guidare le persone in un percorso assistenziale – ribadisce Renato Costa, medico internista – in questo luogo ci potrà essere il tempo per poter parlare con chi ha bisogno e prendersene cura, una possibilità che per molti di noi è racchiusa in un sogno che in Italia ci portiamo dietro da tanti anni e che si chiama Casa della Salute. Un sogno del quale tanto spesso ci dimentichiamo. Ci piace pensare che i ragazzi di Anomalia abbiano dato vita a un embrione di questo sogno e da qui vogliamo partire».
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