Dopo aver inaugurato il cartellone dello Stabile, La Bella e la Bestia, opera di produzione dello stesso TSC, ha incantato centinaia di ragazzi delle scuole catanesi, in linea con la filosofia di quest’anno. “Ci siamo ispirati al modello americano, in cui la disciplina di recitazione si studia sui banchi di scuola, diventando così un modello interdisciplinare di interpretazione e garantendo una maggiore competenza degli strumenti della comunicazione”, ha dichiarato il direttore artistico dello Stabile Giuseppe Dipasquale.
“La bella e la bestia” è un fiaba adatta ai bambini, ma anche agli adulti, sul tema ricorrente ed attuale della “diversità”. Il regista Francesco Randazzo si è liberamente ispirato alla versione settecentesca della favola, firmata da Gabrielle-Suzanne de Villeneuve, perché questo testo si avvicina maggiormente ai nostri tempi e si presta ad una migliore resa teatrale, offrendo un più ampio ventaglio di possibilità e scelte drammaturgiche.
La trama è nota e semplice: un mercante (Angelo Tosto), padre di tre figlie, di ritorno da un viaggio si smarrisce e trova rifugio presso il palazzo della Bestia (Mimmo Mignemi), un essere orribile metà uomo e metà belva. Nel giardino del castello coglie una rosa bianca per la figlia Bella (Elisa Novelli), ma l’oltraggio della proprietà privata fa infuriare la Bestia che lo minaccia di morte: unica sua possibilità di salvezza è sacrificare una delle sue figlie. Solo Bella accetta il sacrificio e si reca al palazzo, dove andrà incontro ad un altro e ben più felice destino, che la porterà a dare e ricevere l’amore.
La sera della prima il pubblico in sala – rigorosamente accompagnato dai bambini – ha gradito un’opera semplice, senza troppe pretese. La storia si snoda per mezzo del mondo animalesco come un gioco continuo sul palcoscenico, in una sovrapposizione di musica e drammaturgia: tra immagini sullo sfondo, parti cantate e ballate, mescolanza di generi (pantomima, continue trasformazioni, un omaggio a Giovanni Paisiello fino ai compositori degli anni ’60 e ’70) si respira sempre aria di festa. Tuttavia, la finalità non è il puro divertimento, ma veicolare un messaggio importante, reiterato per essere più incisivo anche nel ritornello della canzone regina: “Quello che conta davvero è avere un cuore sincero”. La morale, portata in scena con leggerezza, è quindi “meglio la sostanza che l’apparenza”.
Da un lato c’è lei, Bella: dolce e saggia fanciulla, la cui bellezza interiore si rispecchia nel suo aspetto fisico, in contrasto con le sorelle Piula e Camula, una miscela di stupidaggine e superficialità. Dall’altro invece c’è lui, la Bestia: un brutto mostro, ruggente e spaventoso, ma dal cuore tenero, che a contatto con questa fanciulla diventa sempre più accattivante e giocoso. Ad interpretarlo il simpatico attore catanese Mimmo Mignemi… quando si dice, avere il physique du rôle!
Simpatici e molto teatrali anche gli altri attori; bravo e convincente Angelo Tosto, altro vanto della nostra città, che con la complicità di qualche strumento di scena – come occhiali stile fondo di bottiglia e un berretto di lana – è ora narratore e voce fuori campo, ora padre assennato delle tre ragazze in un continuo gioco che richiama il metateatro. Fa da piacevole intermezzo il divertente trio di maschere (in rappresentanza delle città di Roma, Napoli e Catania) che dà vita a sketch ben riusciti.
Oltre al tema preponderante della vanità dell’apparenza, si vuole trasmettere un messaggio di buona e sana cultura alimentare, tutta incentrata su una dieta ricca di verdure, frutta e vitamine in generale. In questo contesto, stona però la comparsa in scena di attori vestiti da arancini.. breve cammeo dei protagonisti della gastronomia locale!
Infine, un’annotazione di natura linguistica. Uno spettacolo indirizzato ai giovani deve anche parlare il loro linguaggio, e così il testo è elementare, diretto e ricco di espressioni gergali, senza tralasciare le più pudiche parolacce usate per licenza “poetica”.
La favola per bambini di tutte le età andrà in scena fino alle feste natalizie e forse anche oltre, dato il successo riscosso già in questa prima settimana. Oltre alle tante repliche riservate alle scuole di primo e secondo grado inferiore, infatti, un congruo numero di rappresentazioni sarà destinato anche al pubblico dei meno giovani, con date ancora da stabilirsi.
Foto: Teatro Stabile di Catania
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