Impresa Meta Catania. Conquistata la finale Vittoria per 5-3 dopo i tempi supplementari

Un traguardo storico merita una semifinale da leggenda. Devono avere pensato questo coach Salvo Samperi e i suoi ragazzi prima della gara di ritorno delle semifinali scudetto contro la Came Dosson. I rossazzurri compiono una vera e propria impresa in un match che sarà a lungo ricordato per emozioni e incertezza. I catanesi ribaltano il 2-1 imposto loro dalla Came Dosson nella partita d’andata con un 5-3 arrivato dopo due tempi supplementari sofferti fino all’ultimo secondo.

Primo tempo capolavoro della Meta Catania. Gli etnei lasciano il primo tentativo della gara alla Came Dosson, con Vieira, ma poi salgono in cattedra, trascinati da un Carmelo Musumeci ai limiti del taumaturgico, perché trasforma in pericoli ogni pallone toccato. È lui a portare gli etnei in vantaggio al 5’ minuto con un tiro al volo dalla parte destra della trequarti offensiva rossazzurra. È lui che coglie il palo al 12’ su un delicato assist di esterno di Italo Rossetti. I veneti si vedono poco, solo con un palo di Juanfran dopo una sgroppata sulla destra, nei primi minuti del match e al 13’ si vedono costretti a rinunciare all’estremo difensore Pietrangelo, colpevole di un tocco di braccio fuori aria in contrasto su Josiko. Sulla punizione successiva lo splendido schema della Meta Catania porta il conto sul 2-0 con Baisel che esplode un bolide indirizzato sotto l’incrocio. Gli ultimi 7 minuti della frazione vedono l’inserimento, da parte dei veneti, del portiere di movimento che crea superiorità numerica ed i presupposti per una serie infinita di passaggi con i rossazzurri abili anche in versione bunker a non concedere spiragli al tiro agli avversari. Si va al riposo sul 2-0, risultato che qualificherebbe i ragazzi di Samperi alla finale.

Nel secondo tempo accade di tutto. La Came Dosson parte a spron battuto ma a colpire è ancora la Meta Catania, per ben due volte: al 4’ i catanesi ripartono con lo scambio Venancio – Josiko – Venancio che vale il 3-0. Due minuti dopo gli etnei volano sul 4-0 grazie all’autorete di Belsito dopo un tiro violento di Kuraja. Sembrerebbe essere il de profundis per i veneti, che invece nel momento più duro rialzano la testa e cominciano a costruire la rimonta, sfruttando a pieno la superiorità in fase offensiva data dal portiere di movimento. All’8’ è Murilo a sbloccare i trevigiani con un tracciate sotto l’incrocio. Due minuti dopo ecco il 4-2 di Ugherani, mentre il 4-3, che riporta le due squadre in parità, nell’ambito del doppio confronto, arriva ad un minuto e 18 secondi dal termine con un missile di Dener che trascina la sfida ai supplementari.

Lo spettacolo continua nei dieci minuti ulteriori. Nel primo tempo i catanesi vanno vicini al vantaggio al 2’ con Rossetti, ma Grippi salva con una scivolata pazzesca. Al 3’ ecco l’ultima svolta del match, Ditano, secondo portiere della Came, travolge Carmelo Musumeci a metà campo e rimedia il rosso. Al suo posto il terzo portiere, classe ’99, Ronzani. Sugli sviluppi del calcio di punizione la Meta è lucida a sfruttare la momentanea superiorità numerica con Josiko che capitalizza l’assist in profondità di Kuraja per il 5-3 che vale il salto in finale. Nel secondo supplementare la Came Dosson preme continuativamente col portiere di movimento, gli etnei resistono e si sacrificano in copertura, provando sortite offensive. Il bunker catanese regge fino alla fine e la Meta Catania centra una storica qualificazione per le finali scudetto in programma domenica e lunedì. 

Dario Giuffrida

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