«Cosa ho imparato? La parola chiave è open: apertura, velocità, elasticità, confronto, umiltà e predisposizione a condividere le proprie idee. Devono essere questi i concetti che stanno alla base dell’imprenditoria giovanile. Esporre ad altri le proprie intuizioni può portare a un arricchimento. Da un’idea semplice si possono fare grandi cose». Valentina, 32 anni, ribalta in una frase tutti i luoghi comuni sulla difficoltà nel creare impresa in un Sud che sembra sempre più avaro di opportunità per gli under 35: un inno ad avere coraggio, da parte di una ragazza che ha deciso di rimanere a Catania per realizzarsi a livello professionale.
Laureata in Giurisprudenza e componente di Generazione Ypsilon (associazione di promozione della cultura digitale), Valentina è una dei quattro partecipanti catanesi del progetto transnazionale Yes, acronimo di Youth empowerment by entrepreneurial skills: finanziato attraverso il programma europeo Erasmus+, vede tra i partner coinvolti anche l’azienda catanese Jo consulting, che si occupa di finanziamenti europei. Il capoluogo etneo è stato scelto come sede per le sessioni iniziali di Yes: un’opportunità che ha permesso l’incontro di 20 giovani provenienti da Italia, Olanda, Cipro, Gran Bretagna e Lituania. L’obiettivo è semplice e ambizioso al tempo stesso: fornire a ciascun ragazzo le basi per creare la propria impresa, attraverso la combinazione di attività didattiche frontali, e-learning, testimonianze di imprenditori, visite aziendali, attività di gruppo e seminariali.
Un mix che ha permesso a Valentina e agli altri partecipanti di conoscere realtà che costituiscono vere e proprie avanguardie nel territorio etneo. Come Free mind foundry, il co-working di Acireale, o il Tim joint open lab, della Cittadella universitaria di Catania. Un laboratorio di ricerca basato sulla formula della co-location: spazi aperti che integrano il lavoro di ricercatori di discipline diverse, allo scopo di acquisire conoscenze utili ad aprire nuove strategie aziendali e opportunità commerciali.
Non sono poi mancati gli incontri via web con alcuni giovani imprenditori siciliani che hanno portato avanti idee di successo. Uno di loro è Danilo Mirabile, fondatore con altri cinque soci di Beentouch: una sorta di Skype che permette di effettuare chiamate audio e video anche con una scarsa connessione di rete, progetto rivolto ai Paesi in via di sviluppo. O ancora di Giovanni Milazzo, creatore di Kanesis: una start-up in grado di ricavare materiali plastici dagli scarti vegetali (tra cui, ad esempio, la canapa e il pomodoro).
«È importante, per ciascuno di noi – continua Valentina – comprendere che non si è da soli: anche l’idea più banale può portare a qualcosa. Ciò che conta è confrontarsi, organizzarsi e creare gruppi di lavoro eterogenei per unire quante più diverse competenze è possibile». Il tutto anche sfruttando quando messo a disposizione dall’Europa, generosa verso l’imprenditoria giovanile: «Partire dal basso e fare rete sarà la vera rivoluzione per la nostra terra».
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