Il voto alle regionali? La novità è Nello Dipasquale

Che c’è di nuovo nella politica siciliana? Nei due poli – centrodestra e centrosinistra – si discute. Di alleanze e di candidati. Un po’ meno di programmi. Che, del resto, dopo l’esperienza del Governo di Raffaele Lombardo, contano poco o nulla. In questi quattro anni sono emersi tutti i limiti di una legge che ha introdotto l’elezione diretta del presidente della Regione senza, però, gli opportuni ‘contrappesi’ per limitare il potere – anzi, lo strapotere – del presidente. Il risultato – al di là delle chiacchiere – è che quasi il 70 per cento degli elettori siciliani, che nel 2008 ha votato per un governo di centrodestra, si è ritrovato ad essere governato da uno schieramento di centrosinistra. Chi ha perso è andato al governo, chi ha vinto è finito all’opposizione. Trasformismo politico alla stato puro.

In questo scenario – e con l’attuale legge elettorale – non è facile, per gli elettori siciliani, capire per chi votare ad ottobre. Soprattutto non è facile individuare l’alternativa a un sistema di partiti ormai omologato verso il basso. Dove il denominatore comune è rappresentato dagli affari. L’unica cosa certa è che ad ottobre si andrà a votare per eleggere un nuovo presidente della Regione e per rinnovare l’Assemblea regionale siciliana. Si andrà alle urne non perché Lombardo si dimetterà volontariamente. E nemmeno perché è già pronta la mozione di sfiducia per il suo Governo. Lombardo andrà via perché la sua vicenda giudiziaria non gli consente più di restare alla guida della Sicilia. Come al solito, è la magistratura che detta tempi e modi alla  politica siciliana. E non potrebbe essere altrimenti, alla luce del visibile inquinamento dell’attuale politica siciliana.

Con molta probabilità, il centrodestra presenterà la mozione di sfiducia. Che verrà approvata dall’Ars. Sarà un segnale politico. Per dimostrare che Lombardo non andrà via con le proprie gambe. Anche se non è da escludere che il presidente si dimetterà un minuto prima che l’Aula voti la sfiducia al suo Governo.

Uniti nella mozione di sfiducia, gli uomini del centrodestra sono, però, divisi sulle candidature. Uno dei tre coordinatori del Pdl in Sicilia, Giuseppe Castiglione, vorrebbe provare a candidarsi alla guida della Regione. E ci vorrebbe arrivare con le elezioni primarie che, ovviamente, pensa di vincere.

Il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, che nelle interviste ha sempre detto di non essere interessato a questa candidatura, in realtà è interessatissimo. Ma non vuole sentir parlare di primarie, perché nello scontro con Castiglione sarebbe perdente.

In questo batti e ribatti, il coordinatore nazionale del Partito, il siciliano Angelino Alfano, fa il pesce dentro il barile: sta un po’ di qua e un po’ di là: a tratti sembra favorevole alle primarie, a tratti no, come si conviene a un buon democristiano.

A favore delle primarie – sempre in area centrodestra – è il gruppo, sempre più numeroso, nato dall’unione del Pid con alcuni esponenti del Pdl, con in testa Innocenzo Leontini. Quest’ultimo, in un testa a testa per le primarie, avrebbe numeri e titoli per provare a battere Castiglione.

C’è, però, un altro incomodo: Gianfranco Miccichè, leader di Grande Sud. Già fondatore di Forza Italia in Sicilia, per anni leader del centrodestra dell’Isola, Miccichè punta da sempre alla presidenza della Regione. I suoi – soprattutto Michele Cimino e Titto Bufardeci – lo hanno ‘trascinato’ di peso nel nuovo gruppo insieme con il Pid e con alcuni esponenti del Pdl. Fatto questo, Miccichè non ha mai abbandonato l’idea di una sua candidatura a Palazzo d’Orléans, la sede del Governo siciliano. E ha le sue ragioni,percé alla fine, se i nomi sono questi, la sua resta la migliore candidatura.

Nel centrodestra, insomma, la partita è apertissima. Anche perché non possono essere esclusi nuovi arrivi. Se, come si vocifera, il Pd ‘chiuderà’ ‘accordo con l’Mpa, molti centristi – a partire da Fli – potrebbero trovare posto nel centrodestra.

Nel centrosinistra ormai il candidato è Rosario Crocetta. Alla presentazione della sua candidatura c’era l’onorevole Giuseppe Lumia, l’esponente del Pd che, insieme con il capogruppo di questo partitoall’Ars, Antonello Cracolici, ha sostenuto l’alleanza con Lombardo.

Nei giorni scorsi, sul quotidiano La Sicilia di Catania, abbiamo letto di una possibile alleanza tra Crocetta e l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo. Quest’ultimo, lo ricordiamo, è stato candidato alla guida della Sicilia dal presidente della Regione ormai in uscita, Lombardo. Se questa notizia è vera, saremmo davanti alla riproposizione dell’alleanza che ha retto le sorti della Sicilia da quattro anni a questa parte – quella tra Mpa e Pd – ‘capitanata’ da Rosario Crocetta.

A quest punto, una considerazione. Quando Crocetta ha annunciato la sua candidatura noi abbiamo subito sentito puzza di bruciato e abbiamo adombrato una possibile alleanza tra Crocetta e Lumia. Siamo stati praticamente massacrati. Ci hanno accusato di scrivere il falso. Quindici giorni dopo, come già ricordato, Crocetta presentava la propria candidatura insieme con Lumia. E’ evidente che avevamo visto bene.

Ora si parla di un’alleanza tra Crocetta e Massimo Russo. Quando, prima delle primarie del centrosinistra di Palermo dello scorso 4 marzo, scrivevamo di un accordo tra Pd ed Mpa per battere in modo scorretto la candidata a Sindaco, Rita Borsellino, ci hanno definito “visionari”, perché mai e poi mai, dicevano i soliti ‘gesuiti’ del Pd, tutto questo si sarebbe verificato.

Invece Rita Borsellino è stata battuta grazie a una ‘straordinaria’ partecipazione degli elettori alle primarie (circa 30 mila, rispetto ai 19 mila delle primarie del 2007). Con il dubbio, piuttosto legittimo, che a votare alle primarie del 4 marzo siano intervenuti elettori che nulla avevano a che spartire con il centrosinistra di Palermo: elettori che hanno votato solo per fare perdere Rita Borsellino.

Quanto questo dubbio sia legittimo lo dimostra, per l’appunto, l’alleanza ipotizzata tra Crocetta e Massimo Russo. Crocetta, appoggiato da Lumia e Cracolici e si allea con Massimo Russo, assessore di Lombardo. Cari lettori: non lo abbiamo dedotto noi: lo abbiamo letto su La Sicilia di Catania, che delle possibili alleanze di Lombardo e dei suoi accoliti ne sa più di noi.

Ciò posto, abbiamo il dovere di avvertire i nostri lettori che quella di Crocetta non è una candidatira per ‘rivoluzionare’ la politica siciliana. A contrario, se ci sarà un’alleanza con Massimo Russo, sarà la solita operazione gattopardesca. Ricordate il celebra passo del romanzo di Tomasi di Lampedusa? “Se vogliamo che tutto resti come prima bisogna che tutto cambi…”. Crocetta al posto di Lombardo con Massimo Russo di nuovo assessore alla Salute… Una grande rivoluzione, no?

Alla luce di tutto questo, va detto che l’unica, vera novità delle prossime elezioni regionali è il ‘Movimento per la gente Sicilia e territorio’ fondato da un gruppo di Sindaci e, in generale da amministratori comunali. A cui si vanno unendo, giorno dopo giorno, imprenditori, artigiani, pescatori, agricoltori. Un Movimento che è nato dal basso e che, piano piano, si va radicando in tutte le province siciliane.

Il probabile candidato alla presidenza della Regione siciliana di questo nuovo schieramento politico dovrebbe essere l’attuale Sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale (foto sotto). Questo Movimento, come già detto, sta raccogliendo l’adesione di tanta gente comune. Il 17 luglio è previsto un appuntamento a Palermo. per presentare il ‘Manifesto’ del Movimento che si ispira anche all’esperienza di don Luigi Sturzo. Dunque, valorizzazione delle risorse dei Comuni, con una presenza del mondo cattolico aperta, però, a tutte le istanze innovative della società siciliana.

I protagonisti di questo Movimento, che sono tanti, stanno lavorando alla formazione delle liste in tutt’e nove i collegi della Sicilia. Il primo requisito richiesto per potersi presentare nel ‘Movimento per la gente Sicilia e territorio’ è quello di non aver mai ricoperto ruoli parlamentari. Poi, naturalmente, la correttezza, il disinteresse per gli affari (dunque l’antitesi all’attuale politica siciliana) e l’impegno per lavorare in favore della collettività.

“Per noi l’importante è partecipare – ci dice uno dei protagonisti del Movimento -. Avremo un nostro candidato alla presidenza della Regione. E avremo candidati in tutte le province. Chi si candiderà con noi sa che dovrà devolvere il 50 per cento dell’indennità parlamentare al Movimento. Questo è importante per motivare la gente. Chi verrà con noi ci dovrà credere. E dovrà lavorare per cambiare la Sicilia. Per davvero”.

 

Giulio Ambrosetti

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