Il Vento meticcio dei Qbeta, tra folk ed etnica Un viaggio con Mario Venuti e Paolo Belli

Una delle band siciliane più longeve racconta la sua world music. Sono i Qbeta, gruppo della provincia di Siracusa che parte dalla cultura siciliana per sconvolgerla e lasciarsi contaminare da influssi d’oltreoceano e non solo. «Attingiamo alla musica siciliana per stravolgerla con lo sforzo di capire cosa succede nel mondo, ma senza cadere nel banale». Così descrive il progetto Giuseppe Cubeta voce solista, chitarrista e compositore che insieme al fratello, il batterista Salvo Cubeta, forma l’asse portante del gruppo che vanta di oltre quaranta collaborazioni con artisti diversi e sette produzioni alle spalle.

«Il nostro più che un gruppo – racconta Giuseppe Cubeta – è un laboratorio dove artisti diversi portano la loro esperienza». Gente che va e gente che viene, perché la musica è scambio, condivisione e crescita. Da due anni però il gruppo ha una formazione stabile. A Peppe e Salvo Cubeta si aggiungono Luca Galeano (chitarra elettrica); Claudio Alfò (trombone); Eusebio Getulio (basso); Stefano Ortisi (sax); Salvo Distefano (tromba); Pierpaolo Latina (tastiere).

«Far emergere la sicilianità nella nostra musica è la cosa più spontanea, ma è solo un punto di partenza per poi confrontarsi con le altre culture». Si paragonano ad un mandorlo in fiore i Qbeta, albero nelle cui radici scorre la linfa della Sicilia stessa ma innestabile con altri frutti, così come la loro musica che prende le radici della musica siciliana arricchendola di suggestioni esterne: la terra d’Africa, il vento meticcio latino-americano o il ritmo dei Balcani fino al Sud del mondo.

Non c’è spazio, tuttavia, per una piatta autocelebrazione della Sicilia. Nelle ultime produzioni si lavora con gli opposti, si fa spazio ai temi sociali impegnati, ma dentro ingranaggi musicali semplici all’insegna dell’allegria. Ciò si evince nell’album Vento meticcio in cui si viaggia senza partire, attraverso ritmi trascinanti come Trasparente nudità feat Roy Paci, simpatica allegoria dell’amore in chiave swing o il sound latino dell’ironica M’arrifriscu e m’arricriu feat Mario Incudine. Produzione questa nel segno delle collaborazioni anche con Paolo Belli e Lello Analfino. Ancora le influenze brasiliane di Outru mundu’e il divertente andamento rock di Zanzare, entrambe contenute in Ognittanto.

Uscirà a dicembre un nuovo dico registrato con la banda comunale di Avola, con undici canzoni riarrangiate e quattro inediti. In primavera in arrivo il The best of e parallelamente un progetto discografico intimista che metterà in luce la parte meno conosciuta dei Qbeta. Per l’estate in corso tanti i live in giro per la Sicilia, prossimi appuntamenti il 19 luglio a Ferla, nel Siracusano, e il 22 luglio nella località ragusana di Sampieri. 

Isabella Molonia

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