Una tre giorni – dal 21 al 23 novembre – dedicata al tema della sicurezza nelle scuole. È l’iniziativa che si inserisce tra le attività della giornata nazionale dedicata, istituita dalla Buona scuola e che dà il via a una serie di dibattiti e incontri su un argomento più che mai attuale, che interessa presidi, studenti, personale e famiglie di tutto il Paese. E che a Catania è stato discusso al circolo didattico Giuseppina Pizzigoni. «La formazione ha un ruolo strategico quando si parla di sicurezza – dice Antonio Leonardi, direttore dell’area tutela e sicurezza nei luoghi di lavoro dell’Asp Catania – È importante partire dai banchi di scuola per formare nuove generazioni che abbiano all’interno del loro bagaglio di valori quello della salute e della sicurezza propria e degli altri».
Nonostante il problema dei piani di emergenza nelle scuole sia sempre più attuale bisogna continuare a intervenire. Molte delle strutture catanesi, infatti, non hanno ancora il certificato di prevenzione incendi perché risultano «inadeguate» dal punto di vista dei requisiti strutturali e impiantistici, tra cui rientrano scale antincendio, zone di esodo, uscite di emergenza, sistemi di spegnimento dei roghi, porte tagliafuoco. «In passato capitava spesso di trovare uscite di emergenza sbarrate da catene o percorsi di esodo intralciati da vasi di abbellimento», racconta l’ingegnere Leonardi.
È lui ad aggiungere, però, una nota positiva: «Dopo più di vent’anni dalla legge su questi temi, episodi del genere sono rari, grazie a una rivoluzione culturale in termini di attenzione alla sicurezza e agli aspetti impiantistici». Diversi istituti etnei hanno infatti investito su impianti elettrici, infissi, vetri, pavimenti e sulla sicurezza dei laboratori: «Tutti aspetti che una volta – ricorda Leonardi – venivano trascurati e che oggi sono stati presi in considerazione anche grazie ai finanziamenti dell’assessorato regionale alla Salute».
Restano comunque necessari interventi «più o meno importanti» da effettuare sugli edifici catanesi per la messa in sicurezza, come conferma il vicecomandante provinciale dei Vigili del fuoco Santo Saluzzo. «Ci si augura che le risorse messe a disposizione dalla classe politica siano utilizzate per questi adeguamenti strutturali, anti incendio e igienico-sanitari, che non possono più aspettare», commenta Saluzzo, che evidenzia come qualche finanziamento in vista c’è già e spetta alla classe tecnica muoversi per metterlo in atto. «Una carenza della normativa antisismica – aggiunge – riguarda invece l’assenza di un obbligo temporale entro cui agire. Senza una scadenza, infatti, le amministrazioni comunali posticipano gli interventi alla ricerca di risorse disponibili».
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