Il Tar Sicilia dà ragione al personale Ata e torto all’ex Ministro Gelmini

La seconda sezione del Tar Sicilia di Palermo ha accolto il ricorso, presentato da un centinaio di precari della scuola, personale Ata (Assistenti tecnici, amministrativi e collaboratori scolastici che operano nelle scuole medie e nelle scuole superiori), annullando il ridimensionamento degli organici di diritto che erano stati disposti dal Governo nazionale (Ministro era Maria Stella Gelmini e il Governo era quello di Berlusconi) per gli anni 2010- 2011 e 2011 – 2012.

Lo rende noto il legale dei ricorrenti, l’avvocato Nadia Spallitta, citando le sentenze numero 648 e 649 del 21 marzo di quest’anno emesse dal Tribunale amministrativo regionale di Palermo, II sezione (presidente il giudice Filippo Giamportone, estensore Carlo Modica).

“Si tratta di sentenze importanti – sottolinea Nadia Spallitta, che è anche vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo – che riconoscono un principio fondamentale: non si possono ridimensionare i posti previsti nelle graduatorie permanenti in relazione a quei lavoratori che, avendo lavorato per almeno 36 mesi con contratti precari presso la scuola, hanno maturato il diritto all’immissione in ruolo. Inoltre, i tagli che hanno colpito centinaia di lavoratori sono stati calcolati con procedure irregolari”.

Insomma, nella scuola pubblica non possono essere tagliati i posti che spettano a chi ha già maturato il diritto all’assunzione o a chi ha vinto un concorso. Perché questo andrebbe a ledere i diritti non soltanto di chi ha vinto il concorso, ma anche degli studenti, che verrebbero privati di un servizio garantito dalla Costituzione del nostro Paese. Un principio, quello fissato dal Tar Sicilia, che potrebbe essere esteso anche al personale docente della scuola.

“In particolare – precisa sempre Nadia Spallitta – non sono stati acquisiti i pareri della Conferenza unificata Stato-Regioni, indispensabili per verificare le effettive esigenze della scuola, in modo da garantire agli istituti adeguata funzionalità’’.

“E’ stato altresì, accolto il motivo del ricorso – prosegue la legale – che contestava le percentuali di riduzioni, applicate in Sicilia e a Palermo. Se la legge aveva introdotto l’obbligo di riduzione dei posti nel triennio di un numero pari al 17% dei posti, a Palermo e in provincia queste percentuali hanno sforato in alcuni casi il 50 % dei posti in organico”.

“La sentenza – prosegue l’avvocato Spallitta, protagonista di un procedimento legale che, tra Palermo e Provincia, riguarda oltre 800 soggetti, tutto personale Ata – premia competenza e titoli, stabilendo in primo luogo il principio che i tagli non possono incidere su posti da assegnare ai vincitori di concorso: principio introdotto con questa decisione e che è di fondamentale importanza per la futuro rispetto delle graduatorie permanenti”.

Di più. “Le riduzioni – precisa ancora Nadia Spallitta – non possono danneggiare chi ha diritto all’assunzione o coloro che sono inseriti nelle graduatorie permanenti a favore di soggetti esterni alla scuola. Il riferimento è agli accantonamenti che in Sicilia sono stati operati a favore degli ex Lsu, in assenza di una norma di legge che privilegiasse vari categorie da stabilizzare a scapito di personale già in servizio nelle scuole ed inserito nelle graduatorie”.

Detto in parole ancora più semplici, in Sicilia, nell’applicazione ella Legge Gelmini, erano stati tagliati i posti di chi aveva vinto un concorso ed erano invece stati mantenuti i posti riservati agli ex Lsu.

“ In altri termini – precisa l’avvocato Nadia Spallitta – dovranno essere rifatti e ampliati gli organici della scuola per gli anni 2010, 2011 e 2012 e riconosciute le posizioni giuridiche di tanti precari, che in questi anni hanno ingiustamente perso, di fatto, il posto di lavoro”.

“Sono soddisfatta dell’esito positivo di queste sentenze – conclude il legale -: sentenze importanti per i lavoratori assunti per anni con contratti a termine che, grazie a queste decisioni, potranno rivendicare un diritto al lavoro disatteso per troppo tempo”.

 

Redazione

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