Il rock è morto?

Le affermazioni fatte da una rocker d’eccellenza come Patti Smith ci invitano a riflettere su come il genere del rock è cambiato dai mitici anni Sessanta a oggi. Cosa è cambiato? Cosa è rimasto e cosa, invece, si è perduto?

 

La prima macroscopica differenza di cui ogni appassionato può facilmente rendersi conto è forse quella che riguarda l’impatto mediatico che gli artisti rock hanno sul pubblico. Tutti i grandi artisti del passato, come Mick Jagger, Lou Reed, David Bovie, Bob Dylan ecc… hanno sempre avuto un rapporto molto stretto col mondo dei media: attraverso foto, interviste (a volte anche molto scomode) e un look assolutamente trasgressivo creavano un rapporto unico, ma anche ambivalente, con il loro pubblico.

 

Il risultato era duplice: primo, ogni loro concerto diventava sempre un evento imperdibile a cui accorrevano migliaia di persone; secondo, il divismo che li caratterizzava ne usciva rafforzato. Il che equivale a dire che, sebbene adorati e osannati da decine di migliaia di fans, nessuno di loro ha mai scritto e cantato per assecondare i desideri del pubblico (o quello dei discografici) né ha mai rinunciato per un attimo alla propria individualità. E però era, forse paradossalmente, proprio in questa individualità che la società veniva meglio rappresentata: nella letteratura in musica di Bob Dylan, nelle poesie urbane di Luo Reed, nel pacifismo della stessa Patti Smith. Espressioni uniche di una universalità che appartiene a noi tutti.

 

Cosa è rimasto di tutto questo nei rocker di oggi? Poco, forse quasi niente. Non ci sono più le figure carismatiche capaci di infuocare il pubblico allo stesso modo di Bob Dylan; non c’è più la stessa profondità nei testi, che ci appaiono più superficiali e vuoti; non sono più i fan ad accogliere le idee degli artisti come proprie, ma sono gli artisti che si piegano alle necessità e ai desideri del loro pubblico. E quando questo non succede il moderno rock è costretto a circolare attraverso canali sotterranei, non si sa quanto privilegiati e di difficile accesso. Un rock diviso in due quindi: uno che manifesta un chiaro carattere commerciale ed un altro che non riesce ad emergere da un indefinito undergruond. Sembra proprio essere questo, in sintesi, il rock di oggi. Un genere che è profondamente diverso dal passato e probabilmente molto meno affascinante.

Silvia Lo Re

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