Il ritmo dei Carabi e l’eleganza del jazz: Micheal Camilo

Il teatro Metropolitan ospita l’unica tappa italiana del Michel Camilo trio, che per la prima volta mette piede in Sicilia per far apprezzare al pubblico di estimatori, curiosi, ma anche fan accorsi da tutta l’isola, la propria musica.
 
Dominicano di nascita, Michel Camilo si trasferisce da giovane in America dove continua i suoi studi nelle migliori accademie americane e lavora con grandi artisti del panorama mondiale come ad esempio Tito Puente.

Subito dopo l’entrata ed il famoso momento di concentrazione pre-esibizione, inizia un lungo quarto d’ora ininterrotto di puro jazz, con contaminazioni latine e spagnoleggianti, in cui i 3 musicisti danno prova della propria bravura. In questo primo brano vediamo il simpatico e virtuoso contrabbassista Charles Flores che dialoga con lo strumento facendo quelle strane smorfie con il viso che sono soliti fare i musicisti quando si immergono nella musica. Mentre sempre nel primo brano vediamo Michel Camilo che ricorda a tratti il famoso pianista Tete montoliu, soprattutto nei pezzi di estrazione classica.

Durante la serata si ha modo di apprezzare la grandezza e la particolarità di questo trio, nel quale il batterista Dafnus Prieo ricopre di sicuro il ruolo del musicista d’avanguardia, con quello “strano” modo di suonare la batteria, con suoni riprodotti che sembrano provenire dall’esterno della scena, ma che si amalgamano al sound in maniera ottimale. Contaminazioni, stili differenti e trovate artistiche compongono l’esibizione come ad esempio gli inusuali break utilizzati all’interno di alcuni brani.  Non manca in scaletta qualche brano blues, un blues vecchio stile, ma ciò che manda in delirio il pubblico è l’interpretazione del brano Perdido di Duke Ellington, dove Michel sfruttando l’anatole, lo svincola dalla sua struttura mescolando le componenti del brano in modo molto personale e riscuotendo grande successo in sala.

Durante tutto il concerto, ma soprattutto giungendo al termine di quest’ultimo, la platea si lancia in numerosi ed intensi applausi e grida d’approvazione che talvolta coprono la musica stessa e tal altra si fondono con essa, rendendo la partecipazione del pubblico parte attiva dell’esibizione. Il trio concede ben due bis al termine dei quali la standing ovation dei presenti suggella la serata.

Sara Pappalardo

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