«Milano ha una triste tradizione di sgomberi, e quello del Macao era stato in qualche modo preannunciato ieri dal sindaco Giuliano Pisapia». Luca Segale è uno degli occupanti del teatro Coppola di Catania, e questa mattina, trovandosi a Milano, appena saputa la notizia dello sgombero del collettivo Macao dalla torre Galfa (di proprietà dei Ligresti) è andato in via Galvani. «Erano le 6 e mezzo, e all’interno della torre dormivano una ventina di persone quando sono arrivate le forze dell’ordine». Luca, milanese di nascita ma catanese per scelta («sento l’occupazione del teatro Coppola come una cosa che mi appartiene», dice), è arrivato intorno alle 9 e 30, quando già davanti al palazzo «c’erano almeno 400 persone». Di un presidio «spontaneo, che è cresciuto fino a più di mille persone» parla invece il catanese Filippo Marano, che a Milano invece si è trasferito per lavoro. «Sono arrivato qui alle 13: come tante altre persone, andavo tutti i giorni al Macao per vedere la situazione. E oggi, proprio un anno dopo il movimento del 15 maggio degli indignados, è arrivato lo sgombero».
Nell’assemblea pubblica, proprio nel mezzo della via Galvani ribattezzata piazza Macao dai manifestanti, si discute sulle mosse da fare per il dopo sgombero.Luca e Filippo non nascondono l’amarezza per quanto accaduto, ma la speranza è che «il presidio diventi permanente: lo seguo da molti giorni, ed è un movimento che durerà a lungo, con uno spirito di partecipazione unico», dice Filippo. «Al momento si è in bilico tra due decisioni da prendere: occupare un nuovo edificio, o restare in piazza» commenta invece Luca. In serata è arrivato il sindaco Pisapia che ha proposto un nuovo spazio, l’area ex Ansaldo.
E di «indifferenza complice dell’amministrazione Pisapia» parlano gli artisti del teatro Coppola di Catania, che al momento si trovano al teatro Valle di Roma per una settimana di spettacoli dal titolo A Sud di nessun Nord. Cronache di decolonizzazione. Hanno seguito l’evolversi della vicenda in collegamento streaming con la piazza Macao, e, in un comunicato congiunto con il teatro Garibaldi di Palermo, non risparmiano le critiche all’amministrazione milanese, considerata “sensibile” ai temi della rioccupazione degli spazi abbandonati e dell’arte. «La giunta Pisapia, ha preferito cedere ai poteri forti della finanza» si legge nel comunicato «lasciando che venisse consumata l’ennesima offesa ai cittadini con la scusa dell’inviolabilità della proprietà privata», proprio mentre nel resto d’Italia «continuano gli attacchi agli spazi di autogestione e riappropriazione».
A Milano intanto continua il presidio, in una grande festa di piazza.
[Foto di Filippo Marano]
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