Il Professor Massimo Costa ci perdonerà. Ma anche questa volta un suo commento (postato sotto il pezzo sulle divisioni interne al Mis) diventa un articolo. La sua riflessione contiene, infatti, passaggi che meritano una visibilità che, non sempre, un commento riesce ad assicurare
Cosa dice Costa, economista e grande conoscitore dell’Autonomia siciliana, nonché promotore di un movimento che metta insieme quanti più siciliani possibile per ridare un futuro alla nostra regione? Diciamo subito che non entra nel merito delle spaccature nel Movimento per l’Indipendenza siciliana, non è suo compito. Certo, non manca di sottolineare che il mondo dei sicilianisti è sempre stato, come dire, molto ‘vivace’ , ma che le divisioni possono solo avvantaggiare gli schiavi delle segreterie romane: “Purtroppo- scrive Costa- il mondo del sicilianismo, in assenza di leadership e strategie consolidate, è stato sempre caratterizzato da un alto tasso di litigiosità. Si tratta di posizioni reciprocamente legittime ma che non devono, o non dovrebbero, spezzare quel fronte di forze siciliane che si è creato in queste settimane e che certamente è lunico che può bloccare il tentativo di reconquista da parte dei partiti nazionali italiani”.
Il professore specifica anche che non si è dissociato dal Mpa, come abbiamo scritto nello stesso articolo, perché non è mai stato organico a questo partito. E gli diciamo subito che ha ragione: nell’affermare quanto abbiamo scritto, ci riferivamo proprio alla manifestazione contro il Commissario dello Stato. Una manifestazione sulla quale questo partito ha messo subito il cappello nonostante le proteste degli organizzatori.
Ma, a nostro avviso, uno dei passaggi fondamentali dell’intervento di Costa riguarda l’approccio con il quale bisogna lavorare al progetto di una Sicilia libera e federale. Una Sicilia nuova che non può essere costruita con una mentalità vecchia, con antichi schemi della politica, con i campanilismi da bottega e con le posizioni di radicale chiusura rispetto al diverso da noi. L’appello del Professore ha generato molto entusiasmo. Ma, proprio tra i sicilianisti, non sono mancate prese di posizione che minano alla base il progetto: ” Se Costa si allea con tizio, io non ci sto” oppure “Se si allea con Caio, io mi dissocio”.
Questi schemi, oltre ad avere una vista corta, fanno solo il gioco dei partiti nazionali. Per i siciliani l’importante dovrebbe essere l’obiettivo, senza pregiudizi nei confronti di nessuno. L’unica discriminante dovrebbe essere il credo nella causa della questione siciliana. D’latronde, e dispiace dirlo, finora senza un’aggregazione e senza una strategia definita da un leader, i sicilianisti sono sempre rimasti ai margini. Ora bisogna scegliere: continuare a inneggiare alla questione siciliana sui social network, oppure cercare di trasformarla in progetto politico. Cosa realizzabile solo se impariamo ad avere una visione più ampia che punti al raggiungimento dell’obiettivo e non a tracciare steccati. A.S.
Questo l’intervento di Costa:
“Non pretendo di entrare più di tanto nel merito di questa scissione nel MIS (anche se in sé mi dispiace, come tutte le scissioni), che considero una vicenda tutta interna di partito. Purtroppo il mondo del sicilianismo, in assenza di leadership e strategie consolidate, è stato sempre caratterizzato da un alto tasso di litigiosità. Si tratta di posizioni reciprocamente legittime ma che non devono, o non dovrebbero, spezzare quel fronte di forze siciliane che si è creato in queste settimane e che certamente è lunico che può bloccare il tentativo di reconquista da parte dei partiti nazionali italiani.
Legittimo, da parte dellamico Santo, pretendere una maggiore autonomia del MIS dal fratello maggiore MPA con il quale pure si è stipulato, non so se di fatto o di diritto, una sorta di patto federativo. Altrettanto legittimo, da parte di Musumeci e di Cuschera, di ritenere la linea politica del partito quella giusta e di proseguire su questa strada. Almeno dal punto di vista delle opinioni. Sulla legittimità rispetto alle norme interne del MIS non ci voglio neanche entrare.
Ma ricordiamo che entrambi i tronconi hanno aderito allappello che ho lanciato qualche tempo fa e non mi pare si siano divisi su questo. Esistono altre forze, apertamente indipendentiste, che hanno aderito senza aver avuto mai rapporti di sorta con lMPA; penso a Sicilia Libera di Rosa Cassata ed altre ancora.
Intervengo piuttosto perché sono stato citato. Voglio precisare che non posso dissociarmi da una realtà politica alla quale non sono mai stato organico, e quindi associato. Forse, con enfasi giornalistica, lamica Antonella si riferisce alla mia puntualizzazione, qualche giorno fa, del fatto che la manifestazione al Commissariato di Stato era solo in parte organizzata dallMPA. E va bene, in questo senso ci può anche stare.
Ma la sostanza politica di ciò che è avvenuto in queste settimane va in una direzione diversa, sulla quale mi sforzo ora di essere chiaro.
Archiviata lesperienza governativa di Lombardo, lMPA di Pistorio ha ufficialmente aderito allappello che io ho lanciato su Sicilia Informazioni. Sarebbe ingiusto non rispettare il processo reale che è in atto, allinterno dellMPA, di trasformazione da generico partito autonomista, non si sapeva bene neanche da che cosa, tutto interno alle vecchie logiche partitocratiche, verso un partito realmente dellAutonomia speciale siciliana, con un programma nuovo, senza ambizioni dirette sulla Presidenza e nemmeno sulla leadership di un nuovo soggetto federativo. La svolta, da valutare con tutte le cautele e la prudenza di questo mondo, appare reale e credo che lasciare così tanti militanti ed elettori che hanno creduto nellautonomismo allo sbando o rifiutarne sdegnosamente il consenso sia solo uno snobismo autolesionista che fa solo gli interessi dello Stato italiano e del perenne sfruttamento della Sicilia. La svolta sicilianista è intanto premiata dallelettorato. Cera un sondaggio nazionale, già alla fine di giugno, che dava quella formazione in leggera risalita. Ora, se sono veri i sondaggi di Demopolis, sarebbe addirittura il primo partito nellIsola. Credo che questo non sia merito della vecchia guardia, con tutto il rispetto, ma proprio del nuovo corso. Merito nostro? Credo proprio di sì. Credo che tra i siciliani interpellati telefonicamente da Demopolis, in mancanza del partito dei siciliani che stiamo costruendo, molti abbiano risposto MPA non tanto per quel partito quanto per dare un segnale; il segnale che si vuole il partito regionale.
Se vogliamo cambiare le cose in Sicilia dobbiamo essere intelligenti, e non credo dobbiamo fare la guerra ad un MPA che non cè più, mentre il nemico ci assedia. Non dobbiamo fare come quei cortigiani che a Costantinopoli congiuravano contro gli ultimi imperatori mentre i Turchi erano alle porte. Qui i nemici vengono da fuori: guarite dai vostri vecchi e nuovi rancori! Fate pace, rispettando le vostre reciproche diversità, e vinceremo. Fatevi la guerra e perderemo, non cè alcun dubbio! Interrompiamo di colpo i cortili. Il silenzio sarà apprezzato da tutte le sorelle e fratelli siciliani. Se devo dirla tutta non mi piace affatto il modo in cui Pistorio ha gestito la rappresentanza parlamentare in Senato. Non è tutta colpa sua: doveva rispettare quelle linee di partito che prevedevano la maggioranza col PDL e con la Lega. Io non avrei mai saputo farlo ma devo riconoscere che la politica funziona così. Ricordo i suoi sofferti discorsi, di fronte a molti provvedimenti espressamente antimeridionali e antisiciliani, in cui dopo molte critiche al governo in cui affiorava ciò che pensava veramente doveva poi a denti stretti pronunciarsi per un sì. Oggi però mi pare un uomo molto più libero. E anche lelettorato MPA è più libero. Io sono per raccogliere leredità di questa militanza, altrimenti è la fine.
Resta il fatto che i vecchi metodi per me sono improponibili. Al primo sentore di quelle logiche (alleanze con PD o PDL o UDC, tanto per non fare nomi) non esiterei a rompere i ponti, un giorno prima o un giorno dopo le elezioni. Ma non mi pare che oggi ci siano queste condizioni. Altra cosa è la autonomia dagli autonomisti che i piccoli gruppi vogliono e devono esercitare, in particolar modo gli indipendentisti. La nostra intelligenza e la nostra forza deve stare nellunirli e nel non farli essere più tanto piccoli. Solo così non avremo più paura del grande fratello. Nel frattempo bisogna essere chiari se si sta dalla parte della Sicilia o delle sue catene. Non ci sono terze vie. E come una guerra mondiale in cui ci si deve schierare da una parte o dallaltra.
E io oggi difendo la Sicilia. Dallaltra parte sono già pronti per farci la pelle e riempirci di infamia e di immondizia in cambio di qualche carriera nei partiti nazionali. Dallaltra parte cè solo lammucchiata pro-Monti e pro-Europa. Dichiarata oggi (ieri, ndr) da Cascio. Chi vuole intendere intenda”.
Appello ai siciliani liberi: Basta con i partiti nazionali, scendiamo in campo per la nostra terra
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