Cultura e spettacoli

Il pioniere dello street collage in Sicilia Demetrio Di Grado: «Nello strappare e incollare c’è una forte responsabilità»

«Frammenti di carta che prendono forme nuove, insieme a parole che assumono sensi che appaiono dissonanti». È così che lo street collagist palermitano Demetrio Di Grado descrive le sue opere d’arte. La sua forma espressiva è il collage. «Le immagini arrivano tutte da riviste pubblicate tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta del Novecento. Sono di guerra e dopoguerra, di rinascita, speranza e cambiamento», spiega a MeridioNews Di Grado per presentare la sua ultima opera concettuale Non sai niente di me che fa parte della personale dal titolo Non si puniscono gli errori del cuore (a cura di Francesco Piazza). Un’opera che è stata anche al centro di un talk all’interno della quarta edizione della rassegna di arte e cultura Parole oltre. Oltre le parole che è andata in scena alla biblioteca comunale Vincenzo Bellini di Catania.

Impregnato di cultura Hip Hop e cresciuto nell’arte della pittura, è intorno al 2016 che Di Grado inizia a dedicarsi al collage «che – ci tiene a sottolineare – è una cosa seria perché c’è una forte responsabilità nello strappare e nell’incollare tra loro pezzi diversi». Al centro c’è sempre la figura: volti di uomini, ma soprattutto di donne e bambini. I loro occhi sono sempre coperti da una striscia per le bannature tipiche delle censure su cui ci sono parole forti o frasi provocatorie. «Mettere insieme le immagini con le parole – chiarisce Di Grado al nostro giornale – è un processo che avviene in modo spontaneo. Anzi – aggiunge – sono più processi insieme. E continuo sempre a esplorare nuove tecniche di taglio e incastro, alcuni foglio li archivio e aspetto che mi ispirino le sensazioni giuste per trasformarle».

Collage che ora è possibile ammirare camminando per le strade di diverse città siciliane, da Catania a Palermo, da Caltagirone a Sciacca fino a Lipari. «Quando non si tratta di opere che mi vengono commissionate – spiega lo street artist – lavoro per abbinare al meglio le immagini ai posti. Non è soltanto questione di prendere e attaccare su un muro. Sono sempre più convinto – aggiunge – che la street art debba accarezzare i luoghi». Dalla potenza di alcuni messaggi affidati agli occhi dei bambini, alla ferocia di parole scritte sui volti di donne che «non so più angeli del focolare o patinate modelle, ma puntano tutto sull’empowerment femminile».

Ed è anche per questo che il pioniere del collage sull’Isola è stato scelto come ospite d’onore di Parole oltre. Oltre le parole. «Quando quattro anni fa abbiamo dato vita a questa rassegna di arte e cultura – spiegano a MeridioNews le organizzatrici Barbara Mileto e Francesca Bonaccorsi – il linguaggio che avevamo scelto era solo quello verbale. Poi abbiamo cominciato ad affiancare anche le arti figurative». E così, dopo anni di laboratori per bambini e influenze dal mondo delle anime e dei manga giapponesi, si arriva all’arte di Demetrio Di Grado. «Ci è sembrato perfetto per noi che consideriamo la parola come un atto che ha la potenza di un’azione fisica che ha un impatto importante sia su chi lo agisce che su chi lo riceve».

Marta Silvestre

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