Può un Partito, proprio mentre cerca di trovare i voti per battere sul filo i propri avversari, darsi la zappa sui piedi? Succede nel Pdl, a giudicare da quello che scrive Nicola Cristaldi su destraitalia.it.
Cristaldi è un esponete storico della destra siciliana. E’ stato presidente dell’Ars, parlamentare nazionale e oggi è il Sindaco della sua città,Mazaradel Vallo.
“Il Pdl – scrive Cristaldi analizzando l’andamento della campagna elettorale del Pdl – non ha un’organizzazione territoriale. Ha delle sedi ma gli organismi che dovrebbero dirigerle di fatto non esistono. Il momento elettorale è quello che dovrebbe vedere il coinvolgimento di tutti ed invece proprio questo momento è quello che vede le sedi chiuse. C’è la luce accesa nelle sedi ma c’è buio dentro. Ci sono soltanto piccoli padroncini attorniati da cortigiani fuori dal tempo e dal territorio. Prevale la convinzione che basta il nuovo entusiasmo del Cavaliere per determinare una ripresa del partito”.
Un passaggio el ragionamento di Cristaldi riguarda la legge elettorale, il cosiddetto “Porcellum”. E’ la legge che sancisce il ‘trionfo’ delle liste bloccate. Legge elettorale che consente ai ‘capi’ romani dei Partiti di piazzare nelle liste i propri ‘camerieri’.
“La legge elettorale -osserva Cristaldi – di fatto ha allontanato dal partito quanti sono stati esclusi dalle liste e con gli esclusi sono stati cacciati tanti militanti e dirigenti periferici. Proprio nel momento in cui Berlusconi cerca di ‘catturare’ piccole forze politiche per far numero, il Pdl perde pezzi importanti presenti nel territorio, più di quanto contano i piccoli soggetti che sono stati inglobati”.
“In Sicilia, ad esempio – si chiede il Sindaco di Mazara del Vallo – è stato fatto un calcolo su quanto si perderà per il mancato coinvolgimento di quell’ambiente che ruota intorno a Nania, Scalia, Urso, e tanti altri che sono stati parlamentari e che sono dirigenti della società con ruoli di Sindaco, assessori, consiglieri comunali e provinciali?”.
Quindi un’altra stoccata: “E’ stato detto che avere escluso i cosiddetti ‘impresentabili’ ha portato, nei sondaggi, vantaggi al PDL, ma se così è perché tra gli ‘impresentabili’ si sono fatte delle eccezioni? E perché queste eccezioni sono tante clamorose da fare arrossire quelli che sono stati esclusi?”.
Chiaro, in questo caso, il riferimento a Tonino D’Alì (nella foto sopra, a sinistra) il parlamentare nazionale trapanese in lista, ininterrottamente, dal 1994. E, soprattutto, sotto processo per reati gravissimi. Due buoni motivi per metterlo fuori dalle liste. Invece D’Alì è un’altra volta in lista…
“Un partito – conclude Cristaldi – deve essere fatto di coinvolgimento e di dibattito, di partecipazione e di entusiasmo. Le sedi del Pdl ricordano un famoso cimitero della Romania, detto ‘Cimitero allegro’. Allegro quanto si vuole, ma pur sempre cimitero.
Con osservanza…”.
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