«La Sicilia non ha bisogno del libro dei sogni». Il Patto per il Sud, invece, per quanto attiene all’Isola, sembra somigliare più a quello che a un reale documento di programmazione: ne é convinto Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione Bilancio all’Ars, secondo cui il notevole ritardo nella definizione del Patto per il Sud dipenderebbe dai capricci della politica. Secondo Vinciullo, per definire il Piano «serve un criterio razionale e unico, ci vuole la certezza del diritto, rappresentata dal fatto che questi progetti devono essere tutti esecutivi. La scelta di inserire o meno un progetto non può dipendere dai desideri degli assessori e degli esponenti politici».
Insomma, in Sicilia, secondo l’accusa del presidente della seconda commissione all’Ars, si vorrebbe utilizzare il Patto per il Sud (che oltre lo Stretto è già operativo) come specchietto per le allodole in vista dell’imminente campagna elettorale, inserendo progetti realisticamente irrealizzabili. «Già lo scorso gennaio – sottolinea Vinciullo – la commissione aveva invitato il governo regionale a ritirare la programmazione che già circolava e a elaborare una nuova programmazione che tenesse conto solo ed esclusivamente di fatti oggettivi e non di aspetti clientelari, che spesso inseguono solo desideri irrealizzabili».
L’accusa sembra essere indirizzata all’assessore al Territorio, Maurizio Croce, e alla vice di Crocetta, Mariella Lo Bello, invitati già la scorsa settimana in commissione e assenti perché la giunta non aveva ancora deliberato i singoli progetti da finanziare. «O hanno mentito alla commissione – è lo sfogo di Vinciullo – o sparano castronerie sui giornali». I due assessori sono stati riconvocati domani per relazionare sull’elenco delle opere da finanziare e da inviare a Roma. «È da precisare che ad oggi – sottolinea ancora Croce – gli ipotetici elenchi non sono stati inviati alla commissione di merito, cioè a quella da me presieduta, per cui è certo che l’elenco esiste nella pia mente di qualche assessore o solo nelle copie, ormai vecchissime, che circolano da più di tre mesi».
«Il Patto per il Sud – aggiunge – non è il libro dei sogni in cui ognuno di noi pensa di scrivere una pagina, né tantomeno la tela di Penelope, che tessuta di giorno, di notte ritorna allo stato iniziale, ma deve essere il libro delle certezze, del diritto, del lavoro e dell’occupazione». Insomma, secondo il deputato, i progetti inseriti nel Patto per il Sud dovranno essere esecutivi, immediatamente finanziabili. «La commissione verificherà la proposta per elenchi di progetti non appena arriverà, senza fare sconti a nessuno e senza immiserire il dibattito politico su scelte localistiche. Con la certezza dei requisiti possiamo velocemente inviare l’elenco a Roma. Se, invece, cominciamo a inseguire bizantinismi vari, gli elenchi non arriveranno mai in commissione Bilancio e di conseguenza non partiranno per Roma».
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