Il Palermo non sa più segnare  A Sassuolo un pari senz’anima

Poca qualità, palle-gol con il contagocce, difese più efficaci rispetto ai reparti offensivi. È la fotografia del pallido 0-0 maturato al Mapei Stadium di Reggio Emilia tra Sassuolo e Palermo, anticipo serale della 15esima giornata di ritorno. Il risultato è stato lo specchio fedele di una gara non esaltante. Ci si aspettava certamente di più da due squadre che sanno esprimere un calcio brillante e propositivo ma l’aria di fine stagione e soprattutto la mancanza di pressioni psicologiche in virtù di una tranquilla posizione di classifica hanno generato un prodotto «scadente» dal punto di vista dello spettacolo.

Il Palermo non ha saputo approfittare del momento negativo degli emiliani, reduci da due sconfitte consecutive e involuti rispetto alla prima parte del campionato, ma torna a casa con un punto in trasferta che può essere comunque utile in termini di fiducia. Il copione, sul fronte rosanero, è stato quello recitato nelle ultime settimane: la squadra sviluppa a tratti un buon calcio ma non riesce ad essere incisiva e, soprattutto, paga il periodo buio degli attaccanti in fase realizzativa. La sfida con i neroverdi è stata anche una utile verifica in prospettiva futura. La scelta di riproporre tra i pali Ujkani al posto di Sorrentino, ad esempio, rispetta questa logica nell’ambito di una formula applicata nel segno della continuità, sia dal punto di vista tattico (3-5-1-1) sia degli interpreti al netto di qualche cambiamento (Terzi al posto di Andelkovic nella linea a tre difensiva).

Sospeso tra presente e futuro, però, Iachini ha dimostrato anche questa sera di restare ancorato all’attualità. Nonostante le voci di mercato, inevitabili nella porzione finale della stagione, c’è ancora un presente sul quale concentrarsi. E pur non facendo mirabilie il Palermo ha supportato comunque questa tesi. Con qualche sbavatura nelle marcature preventive i rosa hanno rischiato in qualche circostanza ma, in linea generale, hanno interpretato la partita con l’atteggiamento giusto mostrando un tasso qualitativo superiore rispetto all’avversario. Merito, soprattutto, dei due gioielli Vazquez e Dybala, responsabilizzato ulteriormente dalla fascia di capitano indossata questa sera. Il primo è stato l’ispiratore delle trame offensive e ha dialogato con facilità con il suo interlocutore preferito, quel Dybala che, con i suoi guizzi, ha tenuto in costante apprensione l’intera retroguardia emiliana priva dello squalificato Cannavaro. Queste considerazioni, però, sono valide solo nel primo tempo nel quale gli ospiti hanno tenuto costantemente il pallino del gioco in mano creando anche un paio di potenziali situazioni di pericolo (da segnalare, al minuto 15, un colpo di testa di Chochev respinto da Consigli). 

Nella ripresa i rosanero hanno abbassato il ritmo e, contestualmente, hanno sofferto il ritorno del Sassuolo, più vivace ed intraprendente rispetto a quello remissivo dei primi 45 minuti. Dopo un primo tempo avaro di emozioni, in ogni caso, nella seconda frazione di gioco non sono mancate le occasioni da gol: protagonisti in negativo, in due circostanze, Zaza e Dybala, possibili compagni di squadra il prossimo anno alla Juventus. L’attaccante neroverde ha fallito la sua chance calciando a lato a tu per tu con Ujkani. Gli ha fatto eco dopo pochi minuti il numero 9 rosanero che, da posizione estremamente favorevole, non è riuscito ad inquadrare lo specchio della porta con un colpo di testa in torsione su una sponda di Rispoli dall’out destro. Iachini ha provato anche la formula-coraggio inserendo con il passare dei minuti prima Belotti (al posto di Chochev) e poi Quaison per Rispoli (positivo l’impatto sulla partita dello svedese) ma le mosse del tecnico non hanno cambiato l’inerzia del match.

Antonio La Rosa

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