Il Palermo, Baccaglini e il solito ritornello «Interregno normale, ormai battute finali»

Il lungo silenzio è stato interrotto, almeno sulla carta. Anche perché la sensazione è ancora una volta quella di un interminabile fiume di parole che lascia tutti quelli che volevano delle risposte scontenti, più confusi che persuasi. Paul Baccaglini, presidente del Palermo, torna a parlare dopo un’assenza sembrata interminabile e un closing che tarda ad arrivare in maniera definitiva. Il trader di Chicago si è reso protagonista di un incontro virtuale con i tifosi, sfruttando la diretta sulla pagina Facebook della società. E alcuni tifosi non l’hanno comunque presa bene, definendo ‘fuffa’ tutto il suo discorso. «Metterci la faccia è sempre importante, l’ho fatto in momenti un po’ più facili e voglio continuare a farlo in quelli difficili – ha spiegato il presidente – Grazie per tutti i commenti, che siano belli brutti, felici o incazzati, qui si va senza filtro. Risponderò un po’ per volta».

Inizia così il discorso di Baccaglini che ha voluto dire la sua punto per punto, cominciando proprio dai motivi che l’hanno spinto al lungo silenzio: «In tutto questo tempo non sono stato eclissato o lontano, ho monitorato la situazione e so che alcuni tifosi si sono sentiti amareggiati da una mia presenza efficace nei primi momenti e che poi in questo periodo è stata un po’ più distante. La sensazione generale è che io sia un po’ sparito, se ho ferito qualcuno mi fa piacere chiedere scusa, non era mia intenzione. Qui mi sono sentito a casa e molto felice. Il motivo di questo silenzio e che col contagocce abbia dato informazioni è perché per un’operazione così importante era necessario passare per un processo».

Molti si chiedono però quale sia questo processo, il presidente prova così a fugare ogni dubbio: «Io faccio parte di un team di professionisti che lavorano e che hanno bisogno che non ci sia alcuna fuga di notizie, perché queste possono essere deleterie e tirare gli equilibri da una parte piuttosto che da un’altra. Giornalisti e tifosi sono assetati di notizie e hanno voluto riempire i loro spazi con notizie false e dicerie. Bisogna fare un ultimo sforzo». Di punto in bianco si passa a parlare proprio del closing. Lo stesso Baccaglini si domanda «Dove siamo arrivati?». Anche su questo punto è necessario fare chiarezza: «Abbiamo fatto un grande progresso, siamo veramente molto vicini e le due parti sono a un punto di intersezione. Il progetto è grande e ambizioso e questo può portare a ritardi e incomprensioni. Sarebbe bello se il mondo fosse senza buche e momenti di fraintendimento, non mi nascondo dietro alla frase che è stata tutta una passeggiata. Tutti stiamo lavorando per un obiettivo comune».

La città e la gente di Palermo sembra essere entrata nel cuore di Baccaglini: «Sono tornato a Palermo e voglio ringraziare tutte le persone che non mancano mai di dimostrarmi il loro affetto per strada, all’aeroporto e in albergo. Il cuore dei palermitani non si smentisce mai. Non posso però far finta di non aver visto la fame di chiarezza». Nonostante questo, però, non tutto può ancora essere spiegato: «Oggi non posso dare tutte le risposte, perché per arrivare a questo serve arrivare al closing. Posso però dire che siamo alle battute finali, ci sono stati degli imprevisti ma non tutto è da leggere con allarmismo, perché poi tutto poserà su basi concrete. Questa è una società di cui sono il presidente ma non ancora il proprietario».

Dunque, è necessario per forza di cose lavorare in sinergia con chi ancora detiene la totalità del club, Maurizio Zamparini: «Tutto deve continuare attraverso un dialogo attivo tra le due parti. Conosco il sentimento della piazza e dei tifosi, ma sappiate che questa è una situazione ben più sfaccettata di quello che qualcuno potrebbe pensare. Ci sono dei retroscena che forse non interessano a tutti. Come io non posso ignorare il sentimento della piazza, chiedo a tutti di non ignorare certi meccanismi che fanno parte di un periodo di transizione. 

È come quando una coppia si separa e arriva un nuovo fidanzato o fidanzata, a casa ci sono ancora foto o mutande del vecchio partner. Questo fa parte dell’interregno». Si sta continuando a lavorare, questo è ormai il ritornello che va avanti da diverso tempo: «Sto facendo di tutto per arrivare prima possibile al closing e la chiarezza di questa situazione sarà palpabile. Questo è l’obiettivo condiviso da entrambe le parti, Zamparini è pronto a lasciare, ma ha sentito la necessità di garantire un futuro alla società ed è per questo che le due parti continuano a lavorare insieme. La scissione non deve essere per forza di cosa brutale, ma può essere sensata e chiara, nell’interesse di tutti».

La paura di tutti i tifosi è che si tratti di pupi e pupari, con Zamparini a gestire le fila e Baccaglini a fare da fantoccio. Un po’ come accaduto per l’ingaggio di tecnico e direttore sportivo, scelti da quello che dovrebbe essere l’ex presidente: «Ci sarà un nuovo allenatore e un direttore sportivo – ha continuato Baccaglini – Queste sono scelte che hanno fatto parte di un dialogo tra le due parti, cosa che fa parte del periodo di interregno. Non ci sono grandi filosofie, non ci sono grandi proclami che si possono fare. Ho conosciuto l’allenatore e parlato con lui, discutendo di varie tematiche tecniche che ritenevo opportune e ho visto in lui una persona preparata, che mi ha chiesto soltanto un’opportunità. E credo che questo sia onesto e legittimo. I tifosi avranno modo di conoscerlo e la voglia di dargli quest’opportunità». Tutti ovviamente sarebbero felicissimi di ricredersi, ma pare che al momento a Baccaglini non resti che avallare le scelte del patron friulano.

A questo punto si passa a spiegare, o quantomeno a provarci, qualcosa di più sullo stadio e sul centro sportivo: «Insieme faremo un progetto incredibile e meraviglioso. Il nostro percorso inizia quando incontrerò il sindaco Orlando per parlare dello stadio. Questo andrà al di là del Palermo calcio, sarà un’infrastruttura per tutta la città che è piena di iniziative bellissime e per i giovani che hanno talento, che potranno utilizzare e colorare lo stadio con i colori rosanero e con quelli della loro fantasia. Lo stadio è fondamentale per il futuro del Palermo 2.0, il sindaco Orlando conosce l’importanza di questa infrastruttura». Senza dimenticare che anche Zamparini provò a portare avanti un progetto per il nuovo stadio e che fu bocciato dal sindaco perché non rispettava determinati parametri. L’unica speranza dei tifosi e che si faccia presto chiarezza su tutti gli aspetti finora troppo poco chiari e che il nuovo presidente non sia una sorta di Zamparini 2.0.

Luca Di Noto

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