Il nodo delle elezioni universitarie durante la pandemia Galvagno: «Pronti». Ma le associazioni puntano al rinvio

Diritto al voto e diritto alla salute. Un binomio che per l’ateneo di Catania, quest’anno, rappresenta un vero e proprio nodo da sciogliere. La corsa alle urne per il rinnovo dei consigli di corso di laurea, di dipartimento e organi superiori, fatte salve le elezioni per l’Ente regionale del diritto allo studio (Ersu) e il Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), avrebbe dovuto essere indetta dal decano dei professori ordinari in questi giorni ma, causa pandemia, le elezioni universitarie sono appese a un filo. Secondo i rumors di palazzo la volontà del rettore sarebbe quella di procedere a votazione nel periodo compreso tra dicembre e gennaio 2021. Ma l’indiscrezione avrebbe fatto storcere il naso a molte associazioni studentesche che, invece, preferirebbero la proroga a un momento successivo al periodo emergenziale. 

Per questo Arcadia, Alleanza universitaria, Libertas, Controcampus/Siamo futuro, Università popolare, Azione universitaria Catania, Nike, Orizzonte Italia e La Finestra hanno firmato un documento con cui si chiede «la convocazione di tutte le associazioni studentesche iscritte all’albo – si legge nella richiesta – per un incontro formale sul rinnovo dei rappresentanti degli studenti in seno ai vari organi». I motivi sarebbero più di uno. Da un lato la preoccupazione che non si raggiunga il quorum perché le lezioni in presenza sono garantite, a seguito del protocollo anti-covid predisposto dall’università, solo per il 40 per cento degli iscritti. Dall’altro, il rischio di mettere a repentaglio la sicurezza stessa degli studenti. «Non si può mettere a rischio la salute degli studenti in un periodo emergenziale come quello che stiamo affrontando – spiega a MeridioNews il presidente di Arcadia Gabriele Monterosso – con il rischio che non si raggiunga il quorum e se ciò dovesse avvenire significherebbe dovere indire due volte le elezioni». 

Di posizione diametralmente opposta è, invece, il deputato regionale di Fratelli d’Italia Gaetano Galvagno, riferimento politico di WeLoveUnict e Crediamoci, che ritiene assolutamente contraddittoria la presa di posizione di molte rappresentanze. «Dal momento che le elezioni si stanno tenendo in tutta Italia e che, anche in Sicilia, si sono svolte le amministrative – spiega a MeridioNews -, non vedo per quale motivo si dovrebbero rinviare quelle universitarie». Secondo Galvagno «c’è qualcuno che si vuole nascondere dietro l’emergenza per cercare di raccattare qualche voto in più». Per questi motivi le associazioni di riferimento del parlamentare non compaiono tra i firmatari della richiesta rivolta al rettore. «Qualche associazione – chiosa – forse si farà convincere dal finto buonsenso, ma mi pare che si facciano cose molto più pericolose di andare a votare». 

Al di là delle prese di posizione sull’opportunità o meno di andare alle urne, per Galvagno anche i motivi della richiesta non avrebbero un senso logico: prima di tutto il quorum, vale a dire il numero legalmente necessario per la validità dello scrutinio elettorale che, per le elezioni universitarie, è pari al 15 per cento degli aventi diritto. «Un quorum così basso è facilmente raggiungibile – sostiene – anche se alle lezioni è prevista la presenza di solo il 40 per cento degli iscritti». In seconda battuta Galvagno si sofferma sulla possibile entrata in gioco del regime di prorogatio delle cariche attualmente ricoperte. «Non so – spiega – se il rinvio delle elezioni (che comporterebbe una proroga dei rappresentanti attuali fino a nuove elezioni) sia compatibile con il regolamento d’ateneo, il rischio è quello di rimanere senza rappresentanti degli studenti fino a nuove consultazioni». 

Nel frattempo in queste ore le rappresentanze studentesche festeggiano l’ottenimento della proroga del contributo di 200 euro a carico degli studenti irregolari, da versare originariamente entro il 12 ottobre e ora slittato al 10 dicembre e senza la previsione di alcuna mora. Ma anche su questo le polemiche non mancano. Stavolta però a giocare un ruolo da protagonisti sono i collettivi. Gli stessi che lo scorso 23 settembre si sono piazzati davanti alle porte sbarrate del rettorato per protestare contro la nuova tassa introdotta dall’ateneo per cercare di sostenere il costo di chi abbia superato il numero massimo di anni previsto per quel singolo corso di studi. Alla sfrenata pubblicazione di post informativi in cui alcune associazioni annunciano la notizia, intestandosi la vittoria della battaglia, i collettivi replicano: «In riferimento a tutti coloro che si stanno prendendo meriti che non hanno, la vittoria è solo degli studenti».

Aggiornamento del 14 ottobre 2020 ore 17.06
Tra le associazioni che hanno firmato il documento per la convocazione di un incontro c’è anche Svegliati Catania, scuola e università

Gabriele Patti

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