Sono arrivati da tutta l’Isola, le bandiere sventolanti, armati di una miriade di ventagli gialli brandizzati in mano. Sono il popolo dei Cinque Stelle siciliani, giunti dalle nove province nel Castello a mare di Palermo per lanciare la candidatura alla presidenza della Regione. Il nome scelto, come da previsione, è quello del deputato dell’Ars Giancarlo Cancelleri.
ore 22.18 – Finisce l’evento con Cancelleri che chiama sul palco la sua Elena. «La donna che mi ha sostenuto sempre, anche nei momenti di sconforto», sottolinea il neo candidato alla presidenza. Le note dei Tinturia accompagnano la festa finale.
ore 22.15 – «Il primo provvedimento che faremo – continua Cancelleri – sarà il taglio degli stipendi e togliere vitalizi e pensioni d’oro. Sarà il biglietto da visita per fare capire che l’aria è cambiata. Dobbiamo andare a prendere tutte quelle persone che non vogliono andare a votare e dobbiamo raccontargli i fatti di cui siamo stati protagonisti in questi anni. Dovremo convincerli prima ad andare a votare e poi a votare Cinque stelle».
ore 22.10 – «È una grande responsabilità che ci stiamo prendendo tutti insieme, dobbiamo andare avanti in un percosro che abbiamo tracciato – sono le prime parole del neo candidato Cancelleri -. La crescita non è mia, ma del movimento tutto. La Sicilia che abbiamo nel cuore è una Sicilia dove gli ospedali funzionano, dove non crollano i ponti, dove i nostri giovani non se ne vanno, è quella delle imprese tutelate dalla Regione e loro prodotti difesi da concorrenza sleale. La Sicilia che abbiamo nel cuore non è quella della mafia, ma di uomini e donne di buona volontà e dove vitalizio ce l’hanno persone che ne hanno bisogno e si chiama reddito di cittadinanza».
ore 22.05 – Arriva il nome: è Giancarlo Cancelleri il candidato del Movimento 5 stelle alla presidenza della Regione Sicilia. Lo annuncia Grillo, aprendo la busta e storpiando leggermente il cognome del deputato regionale: «Cancellieri», anziché Cancelleri. Hanno votato in totale 4.350 persone, iscritte al Movimento.
ore 22 – Il discorso di Grillo tocca raramente la Sicilia. Un’eccezione è il caso Trapani. «C’erano tre liste: uno socialmente pericoloso, l’altro ai domiciliari, gli altri eravamo noi. C’è qualcosa di psichiatrico nella vostra testa, voglio capire come ragionate».
ore 21.55 – Tocca a Beppe Grillo che della Sicilia dice: «È un paradosso, è tutto il contrario di tutto, povera e ricca, colta e incolta, intelligente e stupida. Se non si fanno le cose qua, difficilmente possiamo farle nel continente. Il ponte? Si fa dalla Sicilia alla Sardegna e andiamo tutti in costa Smeralda».
ore 21.45 – Duro il passaggio di Di Maio sulle Ong. «In questo momento il governo ha scoperto che c’è un problema con le Ong nel Mediterraneo, mentre noi l’avevamo scoperto due mesi fa. Noi chiederemo nei prossimi mesi di andare al governo di questa paese perché dobbiamo fare tre cose: prendiamo una parte del contributo che diamo all’Europa e ci gestiamo rimpatri e l’accoglienza, poi imporremo alle Ong di rispettare le regole, e terzo fermeremo il business sull’immigrazione togliendo ai privati la gestione dell’accoglienza».
ore 21.40 – Non manca il tema dell’immigrazione nell’intervento di Di Maio. «I veri europeisti sono i siciliani, che non si sono sottratti all’accoglienza. Noi siamo quelli che hanno fatto i sacrifici in questi anni in nome dell’Unione europea. Ma quando abbiamo chiesto aiuto hanno chiuso le porte. Non possiamo chiedere aiuto a chi ha affamato i Paesi dell’Africa per poi chiedere i sacrifici a noi. Siamo stati accoglienti, gentili, europeisti, però fessi no, cominciamo a farci rispettare. Riuscire a risolvere questa emergenza significa accettare che siamo soli in europa».
ore 21.25 – Luigi Di Maio sul palco. La Sicilia ha il record di autoblu e il governatore che guadagna più del presidente degli Stati Uniti. Stasera inizia il percorso per liberarci di questo Medioevo politico.
È dalla Sicilia che partono le più grandi rivolunzioni in Italia, da qui sono partiti i più grandi cambiamenti. Stasera apriamo fase due del Movimento, la fase del governo della Regione e della nazione.
Se il 5 novembre vinciamo qui in Sicilia, nel 2018 vinciamo a Roma. Ci dobbiamo credere: il nostro nemico non sono gli altri partiti, è la sconfitta morale che fa credere al cittadino che è tutto perso».
ore 21.15 – «Quando abbiamo iniziato tutti pensavano che avremmo mollato. Dopo quattro anni possiamo dire che le hanno perse tutte le scommesse». A parlare è il sindaco di Ragusa, Federico Piccitto. «Oggi Ragusa ha frutto di lavoro enorme. 90 interventi con 34 milioni di opere non abbiamo solo asfaltato strade, cittadini ci chiedevano le cose e noi le facevamo, senza chiedere appartenenze. Abbiamo cambiato illuminazione pubblica. Abbiamo fatto le aule all’aperto, abbiamo fatto il bilancio partecipato, i cittadini non li cerchiamo solo in campagna elettorale, ci parliamo tutti i giorni».
ore 21.05 – Cettina Dipietro, sindaca di Augusta attacca il Pd sulla scelta della sede dell’autorità portuale della Sicilia orientale, che, dopo molte polemiche, è caduta su Catania. «Il sindaco del Catania, del Pd; il presidente della Regione del Pd e il ministro delle Infrastrutture del Pd volevano scipparci la sede dell’autorità portuale, pur essendo Augusta l’unico porto core. Ma ieri un giudice, perché abbiamo fatto ricorso, ci ha dato ragione».
ore 20.55 – Le critiche alla stampa vengono continuate anche dal sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque. «Devo smentire Repubblica, non abbiamo auto blu nel nostro Comune. L’Unità era fissata con me, scriveva sempre contro di me. Auguro a Repubblica cento anni di Unità».
ore 20.50 – Sul palco Anna Alba, sindaca di Favara, che critica la stampa: «Attenzione quando leggete gli articolo di giornali, perché anche contro la stampa è contro di noi, ma noi siamo liberi, con le mani che non si sono sporcate dalle corruzione».
ore 20.30 – Beppe Grillo fa la sua prima apparizione sul palco. «Ida – dice riferendosi alla sindaca di Porto Empdocle, Ida Carmina che ha appena finito di parlare – mi hai mandato cinquanta email e non ti ho mai risposto, ma stai facendo un grande lavoro». Insieme a Davide Casaleggio, Grillo rimane seduto sul palco. «Starò qui in mezzo a voi, tra questi disgraziati di consiglieri – ha detto salutando il pubblico -. resterò ad ascoltare e di tanto in tanto se sentirò qualche cazzata, allora interverrò».
ore 20.20 – Domenico Surdi, sindaco di Alcamo: «Sono sindaco da poco più di un anno – ha detto dal palco pentastellato -, amministrare una città è difficile, soprattutto quando andiamo a prendere delle città in difficoltà. Per amministrare bene bisogna fare sana politica economica, è da lì che siamo partiti, dal rimettere a posto i conti. Siamo riusciti a lavorare tantissimo sulla differenziata, portandola oggi al 65 per cento. Abbiamo ricominciato dall’ordinaria amministrazione, dal wifi in biblioteca, dai regolamenti. Tutte piccole cose, come dicono i nostri detrattori. Ma allora perché non era stato fatto prima?».
ore 20:12 – Inizia la diretta della serata, sulle note dei Tinturia. A presentare è Federica Terrana, del Tgs. I primi a salire sul palco sono i sindaci siciliani del Movimento 5 stelle. Verranno chiamati a due a due. L’esordio è per Domenico Surdi, di Alcamo, e Ida Carmina, di Porto Empedocle.
Il voto online sulla piattaforma Russeau si è concluso alle 19 e tra la folla che comincia a radunarsi è partita già la corsa al pronostico. Quella siciliana è una partita importante ben oltre i confini dell’Isola: è proprio a partire dal risultato siciliano che i vertici del Movimento contano di far presa sugli italiani in vista delle Politiche del 2018.
Luigi Di Maio, tra i primi ad arrivare sul prato del Castello a mare, prima dell’inizio della serata, non ci gira attorno: «La vittoria in Sicilia che speriamo di ottenere significa anche dare dimostrazione agli italiani di quello che vogliamo fare al governo dell’Italia. Noi vogliamo mettere mano ai privilegi, ma anche investire su turismo e innovazione per far restare i giovani in questa terra».
«Qui in Sicilia – sottolinea – il governatore guadagna più del presidente degli Usa ed è la Regione con più auto blu. Noi vogliamo avviare un Rinascimento di questa Regione, dare spazio ai giovani, quelli che stanno emigrando dalla Sicilia e che invece devono restare per partecipare allo sviluppo di questa terra».
Guardando alla campagna elettorale ormai alle porte, Di Maio è convinto che «qui proveranno a mettersi insieme tutti quanti contro di noi, perché sanno bene di essere ai minimi termini. Questa Regione è il fallimento del Pd, quindi, come nella città di Palermo, anche in Regione il Pd proverà a nascondersi così come il centrodestra proverà a unirsi al centrosinistra. Qui chi è primo fa il governatore, poi c’è la composizione dell’Assemblea, ma su quello siamo molto fiduciosi e non stiamo discutendo di alleanze. Non ci saranno alleanze con vecchi partiti».
«Sicuramente – conclude – se vinciamo in Sicilia potremo avere grandi speranza di cambiare l’Italia, vogliamo liberare la Sicilia da questo Medioevo politico».
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