«Il Giorno della Memoria visto dalla Sicilia» Tra parole e musica per ricordare la Shoah

Il Giorno della Memoria, oggi, alla luce di quanto accade sotto gli occhi del mondo, non può è non deve essere il mero ricordo, seppure drammatico, di quello che è stato. Il messaggio della Shoah va quindi attualizzato e calato nella vita sociale e politica contemporanea. Da questi presupposti parte l’evento Il Giorno della Memoria visto dalla Sicilia, una riflessione tra passato e presente, che si terrà giovedì 24 gennaio alle 16.30, alla Sala Consultazione della Biblioteca Centrale della Regione.

L’iniziativa, organizzata dalla Radio Spazio Noi inBlu con l’Istituto Siciliano di Studi Ebraici e la Biblioteca Centrale della Regione, mette in luce n punto di vista insolito, quello siciliano, visto che la nostra isola è stata (a torto) spesso considerata come un’isola felice, in qualche modo immune dai razzismi. Così non è stato, come si vedrà dalle parole dei relatori: Monsignor Salvatore Di Cristina (Vescovo Emerito di Monreale), Carlo Pastena (direttore della Biblioteca Centrale della Regione), Rita Calabrese (Istituto Siciliano di Studi Ebraici), Matteo Di Figlia(storico, Università di Palermo), Alessandro Hoffmann (direttore di Radio Spazio Noi inBlu), Giuseppe Verde (giurista, Università di Palermo).

Un’attualizzazione la cui necessità è stata evidenziata anche dalle parole di Papa Francesco in varie occasioni, e di recente nell’omelia dello scorso 6 gennaio, in cui il pensiero del Pontefice è andato ancora una volta ai migranti: “Il Signore – ha detto Papa Francesco – gradisce che ci prendiamo cura dei corpi provati dalla sofferenza, della sua carne più debole, di chi è rimasto indietro, di chi può solo ricevere senza dare nulla di materiale in cambio”.

Una presa di posizione, questa, condivisa anche dall’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice: «Il Signore – ha affermato il Vescovo – ci insegni ad aiutare tutti, la Terra è casa di tutti e la Sicilia deve restare crocevia di incontri tra culture diverse. I problemi si risolvono insieme, senza muri». Al termine di queste riflessioni, un tuffo nella tradizione con lo Yankele Ensemble, interprete di antiche suggestioni con il concerto Musiche dal popolo ebraico.

Redazione

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