Il FilmFest visto dagli studenti

Anche quest’anno per gli studenti della facoltà di Lingue e Letterature straniere l’avventura denominata Taormina Film Festival – il primo firmato come direttore artistico da Deborah Young – ha preso il volo. Si parte da Piazza Dante, ogni mattina alle 7.00, destinazione Palacongressi di Taormina o Tauromenion, dal nome del colle (a forma di toro) che la ospita; ai suoi piedi un mare da incanto che fa invidia a tutti, stranieri e nostrani.
 
«Raduno un po’ prestino, si arriva in via del Corso alle 8.30 circa, si fa colazione in un bar – racconta  Maria, con un occhio chiuso e l’altro semiaperto – si scambiano quattro chiacchiere coi colleghi e si aspetta che ci facciano entrare. Alle 9.00 iniziano le proiezioni. La levataccia si sopporta perchè c’è l’interesse nel partecipare a questo evento conosciuto in tutto il mondo». Qualcuno è mezzo addormentato, entra veloce per firmare la presenza, ma poi via via si sveglia. Tributi a famosi registi del passato e del presente non lasciano disattenti.
 
Dal 16 giugno è andato in scena il Festival che ha sempre ospitato numerosi Vip e personaggi dello spettacolo, da Tom Cruise ad Elizabeth Taylor, da Quentin Tarantino (nel passato) ad Eric Bana (quest’anno). Sempre in questa edizione Robert Duvall (Premio Oscar come migliore attore protagonista nel 1984 con “Tender Mercies”), Matt Dillon, Giancarlo Giannini, Tony Sperandeo, Youssra, Hend Sabry, e tanti altri. Il cinema egiziano quest’anno l’ha fatta da padrone. Non da meno quello giapponese: ottima la fotografia.
 
Taormina si tinge ancor più di colore con il Premio Oscar Tornatore, al quale è stata dedicata la manifestazione. In  suo onore sono state organizzate una retrospettiva, una mostra fotografica nonché la serata inaugurale. Sabato 23 “Gran Finale”, con la consegna dei Nastri d’Argento. Sarà premiato Tornatore per il film La Sconosciuta. Il premio Taormina Arte Award è stato invece consegnato a Tornatore, Matt Dillon, Terence Davies e Andrè Techinè, solo per citarne alcuni. 
 
Gli studenti di “Master Class” si sono molto infervorati nel seguire le lezioni di cinema: alcuni già hanno realizzato dei corti o documentari, quindi si sentono vicini a questo mondo, seppure in piccolo, e sperano di poter carpire chissà quali segreti (forse come un’idea può diventare film) da “colossi” del cinema che con molta naturalezza e schiettezza raccontano le proprie esperienze e alcuni piccoli trucchi del mestiere; alcuni studenti sono dei cinefili, altri dei fan sfegatati di quel regista o attore, pronti ogni istante a tirar fuori il taccuino o la macchina fotografica per immortalare una firma o un frame; pochi, anzi forse nessuno, sembrano interessati soltanto ai crediti. Le lezioni-dibattito successive alle proiezioni sono molto partecipate. «Si ha voglia di imparare oltre che rilassarsi», dice Caterina. «Anzi – dice Anna – i film che abbiamo visionato sono tutt’altro che rilassanti: molto impegnativi invece». «A un giovane, e qui in sala ce ne sono tanti, che volesse intraprendere questa strada – ha dettoTornatore con un sorriso sulle labbra – consiglio di fare prima un’autoanalisi per capire se è solo una passione momentanea oppure una vocazione. Se la sente come vocazione allora che vada avanti senza fermarsi mai».
 
Insieme alle novità di quest’anno c’è stato, dopo tre anni di assenza, l’importante ritorno della sezione “Corti Siciliani” che ha visto cimentarsi registi ed attori emergenti siciliani, molti dei quali giovanissimi e addirittura alla loro opera prima. Il concorso prende il nome di “Nice (New Italian Cinema Events) Intel Centrino Duo Award”. Tra i più apprezzati in sala, dopo le proiezioni,

Caro Figlio di Antonio Gianmanco. Ottime le inquadrature, le immagini e la sceneggiatura. Il Prestigiatore di Mario Cosentino ha strappato parecchie risate nella scena finale. E ancora Giuramento di Marinaio, La Coperta… Alcuni corti sono stati più apprezzati, altri meno; comunque si è trattato di una programmazione ricca e diversificata per quanto riguarda i contenuti e le personalità artistiche dei giovani film-makers. «Però nel Master Class non è stata inserita la programmazione dei corti, che peccato – dice Claudia – anche se chi vuole può rimanere oltre l’orario previsto, così da visionarli, c’è il problema di trovare un passaggio per il ritorno».
 
Adriana e Daniela si sono conosciute sul pullman. Concordano nel dire che è stata una bella scelta quella di partecipare alle lezioni, la consigliano per l’anno prossimo a chi questa esperienza non l’ha ancora fatta. «Io già ci pensavo dall’anno scorso – dice Adriana – e finalmente quest’anno ci sono anch’io». «Io vengo da Augusta – dice Daniela – e perciò mi alzo alle 5.30 per prendere il pullman, ma ne sono felice, anzi ho coinvolto mio padre, il quale ha seguito con interesse la lezione di Matt Dillon».
 
Fatta una rapida carrellata di opinioni tra i ragazzi, sembrerebbe che la lezione più seguita sia stata quella con Giuseppe Tornatore; seppur Terence Davies, con il suo fare da “show man”, a tratti esaltato, ma con una personalità molto sensibile, e Goran Paskaljevic, con il suo film-documentario di spessore emotivo, si siano difesi molto bene. Solo un piccolo gruppo si è lamentato di non aver potuto vedere i film giapponesi ed egiziani. “In programmazione Master Class soltanto film di alcuni anni fa – dicevano i ragazzi del gruppetto – e nessuno del 2006/2007“. Magari l’anno prossimo sarà diverso.

Stefania Oliveri

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