Sembra uno scherzo del destino. A sancire la matematica retrocessione in B del Palermo potrebbe essere la Fiorentina, la stessa squadra che il 12 maggio 2013 condannò aritmeticamente i rosanero alla serie cadetta in virtù del successo per 1-0 ottenuto al Franchi grazie ad un gol dell’ex di turno Luca Toni. Quattro anni fa, in panchina c’era Giuseppe Sannino. Il tecnico che aveva iniziato la stagione e che fu esonerato dopo sole tre giornate, fu richiamato nel rush finale e sfiorò anche l’impresa ma non riuscì in extremis ad evitare una retrocessione maturata al culmine di un campionato caratterizzato da caos e contraddizioni.
Uno scenario simile, da questo punto di vista, a quello che si è verificato quest’anno anche se la squadra che aveva a disposizione il tecnico di Ottaviano era nettamente superiore al Palermo attuale. Basti pensare a quel reparto d’attacco impreziosito da gente del calibro di Miccoli, Dybala, Ilicic (ora alla Fiorentina) ed un convalescente Hernandez. «Mi dispiace che i rosanero si trovino in questa situazione – ha ammesso Sannino ai microfoni di Meridionews – io sono stato a Palermo un solo anno e ricordo ancora un Barbera pieno anche se già retrocessi. Il Palermo adesso è in queste condizioni anche perché paga le situazioni altalenanti determinate dai frequenti cambi in panchina. Avvicendamenti che non danno sicurezza alla squadra costretta a fare i conti con diversi allenatori ognuno dei quali ha un suo stile, un suo modo di fare e una sua metodologia di lavoro. In questo caso, è giusto che la società reciti il ‘mea culpa’ e si assuma le responsabilità. Per quanto concerne la gara con la Fiorentina – ha aggiunto – prevedo un match sbilanciato dalla parte della formazione viola, una squadra forte e in corsa per un posto in Europa League. Nel calcio non c’è nulla di scontato ma, sulla carta, i rosa difficilmente riusciranno a ribaltare i pronostici della vigilia».
Il Palermo è sull’orlo del baratro e, con una retrocessione ormai alle porte, è giusto che inizi a pensare al futuro e a gettare le basi per un immediato ritorno nell’élite del calcio nazionale. La valorizzazione dei giovani, in questo senso, può essere uno dei pilastri della nuova struttura tecnica. «I giovani vanno bene ma la base sulla quale costruire qualcosa di importante deve essere quella che ha contraddistinto l’anno della promozione in A con Iachini in panchina – ha spiegato Sannino – partendo dal presupposto che adesso non bisogna gettare tutto a mare, serve gente che abbia conoscenza della serie B. Serve un mix composto da giocatori esperti ed elementi che, pur essendo giovani, abbiano dei valori importanti e dimostrino di essere uomini. Giovani sì ma anche maturi, in grado di dare un contributo soprattutto sul piano dell’intensità, della fame e della voglia di mettersi in mostra».
Il Palermo 2.0, in ogni caso, sarà targato Paul Baccaglini, nuovo proprietario del club nel momento in cui sarà ufficializzato il closing. «Sarà il primo anno del post-Zamparini? Non vivendo le vicende rosanero non posso sbilanciarmi ma credo che, al di là di tutto, Zamparini abbia rappresentato in questi anni l’anima del Palermo. Ha conquistato promozioni dalla B alla A, ha costruito squadre competitive nella massima serie e valorizzato ottimi giocatori. La nuova proprietà dovrà raccogliere un’eredità pesante ma, per il legame affettivo che ho con la città e l’ambiente, mi auguro che riesca a portare avanti un progetto credibile e a creare i presupposti per un futuro roseo».
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