Il fallimento delle ‘Tre Marie’ che hanno affamato dieci mila lavoratori

NON E’ IL PANETTONE. SONO PATRIZIA MONTEROSSO, ANNA ROSA CORSELLO E NELLI SCILABRA (LE CITIAMO IN ORDINE DI IMPORTANZA), LE TRE DONNE CHE HANNO DISASTRATO IL SETTORE. TRE ‘SCIENZIATE’ CHE HANNO MESSO IN GINOCCHIO LE FAMIGLIE E SPINTO AL COLLASSO ECONOMICO E PATRIMONIALE GLI ENTI FORMATIVI VIRTUOSI, AD UN PASSO DAL PROCURATO FALLIMENTO. LA NOTA DELLA UIL SCUOLA

E’ tempo di bilanci con l’avvicinarsi della fine dell’anno e nel settore della Formazione professionale il Governo Crocetta subisce una sonora bocciatura. La salute complessiva del settore è peggiorata e nessun parametro di efficacia ed efficienza ha raggiungo il livello di sufficienza. Nel complesso la qualità del sistema è peggiorata, e di molto. Prima di analizzare in sintesi le tappe più importanti dell’involuzione che ha portato il settore al “quasi fallimento” ed alla povertà dei circa dieci mila operatori, è doveroso porsi un interrogativo.
Il presidente Rosario Crocetta è consapevole di quanto accaduto in un anno nel settore della Formazione professionale? A nostro avviso dello sfascio provocato dalle ‘Tre Marie’ – al secolo Patrizia Monterosso, Nelli Scilabra e Anna Rosa Corsello – potrebbe non saperne nulla. Emerge dalla ricostruzione dei fatti, di seguito riportata, che la dottoressa Monterosso con ogni probabilità, abbia svolto il ruolo di governatore nel settore della Formazione professionale con una vice, braccio di ferro, dottoressa Corsello e con un supporto costituito dalla spaesata assessora Scilabra. Si spiegherebbe in parte così il fallimento su tutta la linea della politica attuata nel settore.

La ‘rivoluzione’ tanto annunciata nel settore dal governatore Rosario Crocetta, infatti, nonostante proclami, buone intenzioni, accordi e protocolli sottoscritti, riunioni fiume si è rivelata fallimentare ed ha prodotto solamente danni “a persone e cose”. Giudizio che emergerebbe con chiarezza dopo che avrete letto la nostra ricostruzione, che sottoponiamo al giudizio del lettore.

Dall’8 giugno 2013 la seconda annualità dell’Avviso 20/2011 è partita “sulla carta”, secondo quanto stabilito dall’assessore Scilabra che nel frattempo ne ha emanato le direttive, ne ha tagliato il finanziamento, nonostante le risorse comunitarie fossero disponibili, emanando un sistema di accreditamento bocciato dalla magistratura contabile. Un disastro.
Sul versante sociale lo sfascio è totale ed il bilancio negativo senza appelli. I circa 650 licenziati di Anfe e Cefop, ereditati dalla gestione dell’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo (altro ‘scienziato’), non sono mai rientrati nel settore. Con il taglio del 10 per cento, una sorta di ‘tagliatina di faccia’ al sistema che l’aveva costretta a finanziare la seconda annualità, sono spuntati come i funghi 721 eccedentari. Lavoratori posti in mobilità dagli enti formativi  per via del taglio al finanziamento. Lavoratori che si sono ritrovati con i propri dati personali spifferati al mondo intero grazie a una palese violazione della vita privata operata dal Governo. Un altro delirio.
Vi sono poi circa mille e 500 lavoratori rimasti a piedi per via della revoca dell’accreditamento che ha toccato gli enti di appartenenza. In questo marasma generale, le procedure di mobilità sono state inventate sul momento senza alcun rispetto delle norme poste a governo dei processi di spostamento dei personale. Il papocchio maggiore è stato il trasferimento di ore, risorse e personale al Ciapi di Priolo. Pratica dichiarata illegittima anche dal segretario generale della Regione siciliana, Patrizia Monterosso. Eppure si infrangono le leggi regionali, nazionali e comunitarie, mentre le ‘autorità rimangono a guardare!

La ‘rivoluzione’ crocettiana che avrebbe ripulito l’assessorato alla Formazione professionale dei dipendenti regionali corrotti e collusi ha portato ad indebolimento dell’azione amministrativa oltre ad un ulteriore e maggiore ritardo nelle procedure contabili di evasione dei mandati di pagamenti della prima annualità del citato Avviso 20.
Poco o nulla si è fatto poi per l’avvio delle attività per il 2013/2014. Piano formativo finanziato con le risorse del Piano Giovani e rieditato rispetto al primo anno, senza alcuna variazione. Una rigidità inspiegabile che appare una ritorsione dell’assessore Scilabra contro tutti quegli enti formativi che, rivolgendosi a parlamentari all’Assemblea regionale siciliana o facendo pressione in favore del finanziamento del secondo anno dell’attività, hanno “rotto le uova nel paniere” dei ‘pupari’.
Gli amici della giovane assessora alla Formazione professionale, come parrebbe, speravano di affermare il progetto politico di rivalsa contro il gruppo Genovese, Papania, Cardinale, Rinaldi, Gucciardi, che spadroneggiava nella Formazione professionale facendo il bello ed il cattivo tempo. Per non parlare poi del casino sulle integrazioni che hanno falcidiato le ‘casse’ degli enti formativi e impoverito i lavoratori.
La regia questa volta partiva dalla presidenza della Regione siciliana. Sul recupero coatto delle integrazioni siamo stati tra i primi a scrivere, dalle colonne di questo giornale, l’illegittimità della pratica intrapresa dalla dottoressa Corsello, che molti definiscono ironicamente “scienziata”, di recuperare l’extrabudget concesso negli anni a cavallo tra il 2006 e il 2010 a diversi enti formativi. Una guerra aperta contro gli enti al solo obiettivo – peraltro fallito – di salvare “le chiappe” a qualche esponente apicale della Regione.
In tanti sono pronti a giurare che dietro questo gioco al massacro vi sia la dottoressa Patrizia Monterosso, segretario generale della presidenza della Regione siciliana. Una donna potente che ha attraversato in lungo e largo gli ultimi sette anni della politica regionale passando dall’incarico di dirigente generale del dipartimento Formazione professionale a quello di Autorità di gestione del Fondo sociale europeo, di capo di gabinetto dell’allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo, fino al ruolo di vertice massimo della burocrazia regionale.
Un’esterna all’Amministrazione con un curriculum molto ‘particolare’, protagonista negli anni delle integrazioni prima concesse e poi negate. E come non dimenticare l’ennesima “genialata” messa in scena con l’invio dell’atto stragiudiziale di diffida e messa in mora ad una cinquantina di enti formativi volta al recupero coatto delle somme erogate dall’amministrazione regionale nel periodo che va dal 2005 al 2010? Somme concesse e considerate erroneamente extra budget, si tratta invece di adeguamenti al parametro di costo del personale dovuto alla copertura dei piano formativo avvenuto in momenti successivi. Circostanza che ha portato il Governo dell’epoca ad avviare le attività formative con un piano finanziato in maniera insufficiente in sede di programmazione e successivamente, con ulteriori appostamenti di bilancio, rimpinguato fino alla soddisfazione del costo totale per ciascun ente inserito nel Piano formativo. Fatto accaduto prima della conclusione delle attività formative. Elemento, questo, fondamentale perché chiarirebbe, anche alla luce dell’orientamento della magistratura contabile, che le risorse non sarebbero state concesse ex post, e cioè dopo la chiusura delle attività finanziate dal Piano.

Quello che emerge dalla ricostruzione dei fatti è il totale disinteresse dell’esecutivo regionale per il funzionamento del settore formativo. Quali obiettivi ha inteso perseguire? Quale qualità del servizio? Alla centralità dell’allievo e del personale degli enti formativi, il Governo ha sostituito le beghe politiche interne al PD che amministra il settore in maniera fallimentare da molti anni, e l’esigenza di parare i colpi della Procura della Corte dei Conti sottraendo il segretario generale della Regione siciliana dalla responsabilità e dalla possibile condanna contabile.
Quel che non quadra è il ruolo di tutte le organizzazioni sindacali che, a vario titolo, hanno cercato di dare un contributo verso la soluzione delle criticità del sistema formativo. Dai risultati di fine anno il giudizio appare spietato, tutti hanno fallito in qualcosa.

Senza volere entrare nel merito delle scelte assunte da ogni organizzazione sindacale riportiamo la nota informativa della Uil Scuola, così come pubblicata sul sito internet “formazione professionale Sicilia”. Dai temi trattati si evincerebbe una ricostruzione che delinea una possibile imposizione dettata dalla Corsello o dalla Scilabra o dai ‘pupari’. Un esempio per tutti: che senso ha parlare ancora di ritardi nei pagamenti quando l’impegno del presidente Crocetta era stato quello di potenziare gli uffici del dipartimento al ramo e accelerare i pagamenti?
Affermazioni però che risalgono a Marzo 2013 e poi, dopo l’accordo del 7 giugno, è stata reiterata la volontà dell’esecutivo di pagare entro fine luglio 2013 tutti gli arretrati. Sappiamo tutti come sono andate le cose. A due giorni dalla festività natalizia diventa notizia il numero dei mandati emessi dall’assessorato alla Formazione professionale. Roba da matti, ma non dovevano essere pagati entro fine luglio gli arretrati in favore dei lavoratori? Non dovevano essere pagati a fine anno le prime mensilità della seconda annualità agli operatori?

Questo è il Governo Crocetta: il Governo degli impegni assunti e non mantenuti: il Governo delle chiacchiere: il Governo di Lucia Borsellino e dell’operazione Humanitas: il Governo del Bilancio con i ‘buchi’: il Governo della Finanziaria a due velocità messa giù dagli uffici dell’Ars perché negli uffici della Regione non sanno che pesci prendere: il Governo del mutuo da un miliardo di euro da far contrarre ai siciliani per pagare i grandi gruppi nazionali e via continuando.
Il Governo Crocetta, che ha sfasciato tutta la Regione ha fatto di tutto e di più nella Formazione aggiungendo ritardi a quelli ereditati dal precedente esecutivo, allungando le spettanze maturare dal personale della Formazione, fino a 24 mesi. Pazzesco: unico settore in Sicilia e forse anche in Italia dove chi lavora deve attendere due anni per avere, forse, riconosciuto le proprie retribuzioni. E che dire degli enti formativi virtuosi, buttati sul lastrico da un accanimento senza precedenti!
Come già precisato, il Governo, intestarditosi nel recupero a tutti i costi di somme dalle risorse comunitarie violando i principi regolamentari, somme erogate come integrazione al finanziamento nel rispetto delle leggi, come confermato dalla Corte dei Conti, se serviti a coprire realmente i maggiori oneri contrattuali, ha spinto gli enti virtuosi al collasso economico fino al possibile procurato fallimento.
Sull’operazione politica, timbrata “le Tre Marie”, da non confondere con il panettone, che ha portato l’assessore Scilabra a pubblicare direttive capestro per l’accreditamento, il Tar Sicilia sede di Palermo accogliendo due diversi ricorsi ha stoppato l’operazione, ‘bocciando’ sonoramente l’operato approssimativo e dannoso per il settore.

Di seguito pubblichiamo la nota tratta da www.formazioneprofessionalesicilia.it

Iter terribilmente lento che ancora non ha permesso quasi ovunque in Sicilia di dare il via alle attività. Il nuovo iter più rigoroso che impone alla Regione di emanare un decreto per singolo ente finanziato si sta dimostrando farraginoso. Al punto che il governo regionale ha deciso di dare vita ad un ulteriore potenziamento strumentale degli uffici presso il Dipartimento Regionale dell’Istruzione e Formazione per fare fronte all’emergenza mandati. “Al momento – fotografa la situazione attuale la Uil Scuola Sicilia – circa 390 i decreti di finanziamento già usciti dal repertorio. Di questi un centinaio registrati ed in corso di registrazione alla Ragioneria. Ora è compito degli enti inoltrare le richieste di primo acconto per l’emissione dei mandati di pagamento”.

Parallelamente si continua a lavorare sul fronte degli esodi volontari dei lavoratori degli enti, nell’ottica di snellire un pesantissimo apparato fatto da quasi 10 mila dipendenti in tutte le filiere formative che costa all’incirca 300 milioni di euro l’anno. In tal senso è stato preparato un questionario da Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola allo scopo di rilevare la platea dei lavoratori interessati all’ipotesi di fuoriuscita dal settore. Sotto questo aspetto il dirigente generale e la segreteria tecnica dell’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra, hanno dato il loro assenso alla predisposizione della modulistica. C’è poi anche in ballo la questione degli esuberi: erano stati programmati degli incontri tra sindacati e assessorato ma sono saltati per ragioni tecniche. In pratica non tutti gli enti convocati avevano i dati di dettaglio per eseguire la scelta delle risorse professionali dichiarate in eccedenza.

A tutti gli enti è stato inviato un file dall’assessorato stesso in modo che, ciascun organismo che deve assumere, sia messo in condizione di conoscere le caratteristiche professionali necessarie e le informazioni utili per mettersi in contatto con i lavoratori che rispondono al fabbisogno. In base al confronto, che è stato svolto durante la prima riunione con gli enti, è stata anche diramata la procedura da seguire. Il file è corredato da ogni indicazione per scegliere sia uno o più formatori sia uno o più amministrativi. La scelta è agevole perché gli enti che hanno inviato l’elenco degli esuberi si sono rifatti al Contratto collettivo nazionale di lavoro 1994/1997.

Chi deve scegliere nell’elenco del personale in esubero basta che individui il formatore e amministrativo inseriti in lista per la disciplina richiesta con maggiore anzianità. Nel caso di ex-equo si sceglie chi ha più carichi di famiglia. Resta inteso che un formatore può essere individuato per più moduli della stessa macro-area disciplinare. Può capitare che lo stesso formatore e amministrativo sia individuato da più enti. L’interessato sceglierà evidentemente la proposta più conveniente, che potrà coincidere con il maggiore numero di ore o con la sede di servizio più vicina. Eseguita la scelta, l’ente trasmetterà un file con le figure da assumere indicando disciplina, ore e periodo di servizio previsto. L’ufficio ricevuto il file aggiorna la lista regionale. I sindacati confederali intanto chiedono al governo regionale risposte immediate e hanno incontrato ancora l’assessore Scilabra per sollecitare tempi di intervento celeri per superare le criticità.

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Giuseppe Messina

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