L’ENTE FORMATIVO REGIONALE HA PUBBLICATO UN BANDO PER SOLI ‘INTELLETTUALI’. OVVERO PER PROVARE A BUTTARE FUORI I FORMATORI SENZA LAUREA. LA MOSSA E’ IN PERFETTO STILE GOVERNO MONTI: MANDIAMO A CASA UN PO’ DI PERSONE, PERCHE’ OGGI UN PO’ DI ‘MACELLERIA SOCIALE’ E’ COME LO ZUCCHERO NEL CAFFE’… IL NO DEI SINDACATI. E MARCO FALCONE ANNUNCIA: “IL BANDO E’ STATO RITIRATO”
E’ veramente necessaria la laurea per ricoprire il ruolo di formatore? O i formatori siciliani, alla faccia di Eugenio Montale, debbono essere solo poeti-formatori laureati? Chi, per decenni, ha acquisito un’esperienza sul campo che dovrebbe fare? Andare a casa? Il Governo di Rosario Crocetta – dopo il maldestro tentativo di licenziare – perché di questo si tratta – migliaia di operai della Forestale – vorrebbe ‘sfoltire’, in stile Governo Monti, anche la platea dei lavoratori della Formazione professionale?
Sono domande legittime, quelle che ogni persona di buon senso si pone nel leggere il bando pubblicato dal Ciapi di Priolo, l’ente formativo regionale incaricato di effettuare questa nuova operazione di ‘macelleria sociale’.
Senza vergogna, questo ‘carrozzone regionale’ – noto, per la parte che riguarda Palermo, per gli sperperi che si sta in tutti i modi cercando di occultare (non da parte della Giustizia, ovviamente, ma da parte della politica: una politica che continua a produrre cartelloni pubblicitari in quantità industriale per promuovere la Sicilia in Sicilia) – prova a massacrare una parte dei lavoratori di questo settore con la scusa della laurea.
In ballo c’è un contratto di sei mesi per oltre duemila lavoratori. Sarebbero gli operatori che dovrebbero occuparsi dell’orientamento al lavoro dei giovani compresi tra i 15 e i 29 anni. Le risorse finanziarie sono quelle della cosiddetta Youth Guarantee. Un bando per 1382 orientatori e 683 collaboratori amministrativi. Per i primi il Ciapi di Priolo – noto consesso di ‘Intellettuali della Magna Grecia’ – chiede la laurea. Per i secondi basta i diploma.
Tutto regolare e magari razionale se non so sapesse già in anticipo che molti formatori siciliani l’esperienza l’hanno acquisito sul campo e non nelle aule universitarie. Un modo per sbattere fuori dal mondo del lavoro un bel po’ di trentenni, quarantenni e cinquantenni. Di fatto, lo ribadiamo, ‘macelleria sociale’. Non a caso i sindacati sono già sul piede di guerra.
Il contratto durerà sei mesi. Gli interessati avranno tempo fino al 25 agosto prossimo per presentare la domanda. In pratica, trenta giorni dalla pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale della Regione prevista appunto per il 25 luglio). Il tutto per 36 ore di lavoro settimanale.
Chi potrà partecipare a questo bando? Intanto serve l’iscrizione all’Albo unico regionale della Formazione. Poi, ‘ovviamente’ e nelle liste elettorali (il voto è importante…). Stare bene in salute (al Ciapi cercano solo gente sana), fedina penale a posto, diritti civili e politici idem, non essere incompatibili con la Pubblica amministrazione.
Questo punto desta qualche perplessità: possono il governatore Crocetta, i suoi assessori e gli uomini e le donne del suo ‘cerchio magico’ imporre ai siciliani tale ‘compatibilità’, quando lo stesso Governo regionale e certi personaggi che gli ruotano intorno sono diventati noti alle cronache per non essere particolarmente ‘compatibili’ con la Pubblica amministrazione? O dobbiamo passare sopra ai ‘casini’ che hanno combinato con il Decreto legislativo n. 39 del 2013 e le nomine ‘barocche’ nella sanità, con una commissione interna che, in alcuni casi, attribuisce punteggi smentendo se stessa?
Chiusa questa parentesi – che comunque lascia alcuni interrogativi aperti – i futuri formatori e amministrativi semestrali debbono dimostrare di non essere mai stati destituiti, dispensati o licenziati da un impiego per insufficiente rendimento. Quest’ultima precisazione è totalmente antitetica alla filosofia dell’Amministrazione regionale: che succederebbe, infatti, se tale metodo fosse applicato ai dirigenti generali della Regione siciliana?
Chi parteciperà al bando dovrà dimostrare di possedere un’esperienza di almeno 5 anni in materia di erogazione di politiche attive del lavoro.
A valutare i titoli sarà la solita commissione di tre ‘scienziati’: un funzionario della Regione esperto in politiche attive del lavoro, un funzionario direttivo del Ciapi e il direttore stesso del Ciapi, con funzione di presidente. Insomma: pasta e fagioli fatta in casa…
La selezione verrà effettuata con i test. Chi risponderà in modo esatto incasserà un punteggio pari a due; chi sbaglierà si beccherà un -1, chi non risponderà a avrà zero come alla scuola elementare. E’ severamente vietato far conoscere i test prima a chi partecipa alla selezione, come invece si fa di solito in Italia. Almeno in questo il Ciapi di Priolo cercherà di ‘valorizzare’ l’Autonomia siciliana (ci riuscirà? non mancano i dubbiosi…).
I punteggi acquisiti daranno vita alla solita graduatoria che, comunque, potrebbe essere impugnata davanti a qualche magistratura amministrativa. Gli ‘intellettuali’ del Ciapi la utilizzeranno per le assunzioni in modo graduale e progressivo, con scorrimento della medesima.
Come abbiamo ricordato, il bando non va giù ai sindacati. Cgil, Cisl. Uil e Snals hanno già persino chiesto l’immediato ritiro dell’avviso. Il motivo l’abbiamo già sottolineato: la storia della laurea con la quale il Governo della Regione vorrebbe sbarazzarsi di un po’ di lavoratori.
I sindacalisti ricordano che molti degli operatori dell’orientamento impiegati dalla Regione fin dal 1999 non sono laureati, ma hanno acquisito esperienza sul campo. Gli accordi, a quanto pare, non erano questi. Ma il Governo Crocetta e i suoi ‘giannizzeri’, è noto, gli accordi li cambiano spesso, soprattutto in materia di formazione professionale.
Come finirà? Gli scenari possibili sono due. Se la dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale tutto-fare, ritirerà il bando ‘malandrino’del Ciapi, eliminando questa storia della laurea, si andrà avanti. Sennò finirà a ‘bordello’…
Sulla vicenda interviene il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone.
A distanza di tre mesi – dice Falcone in un comunicato – precisamente dal 23 aprile scorso, da quando cioè 1750 persone sono state sospese dalla funzione di orientatori dei giovani a cui dare uno sbocco nel mercato del lavoro, e, malgrado le rassicurazioni del Governo, i cosiddetti operatori di sportello, impiegati prima negli Enti di Formazione e poi nel Ciapi di Priolo, rimangono ancora al palo.
Proprio oggi (ieri per chi legge ndr) – aggiunge il capogruppo degli azzurri a Sala d’Ercole – che sembrava fosse giunto il momento di sbloccare la situazione, il Governo ha fatto un altro pasticcio: prima ha pubblicato sul sito il bando per il reclutamento di questo personale e, a distanza di unora, lo ha oscurato. Non si scherza con il pane di 1750 famiglie! Crocetta trovi subito la soluzione per farli ritornare presto al lavoro.
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