Il Catania rimontato e sconfitto dal Frosinone Il pubblico contesta. Marcolin: «Fare mea culpa»

Catania ultimo con 28 punti insieme a Varese e Crotone. Passato in vantaggio a fine primo tempo, il Catania viene ribaltato nella ripresa. Alle reti di Dionisi e Ciofani non segue alcuna reazione. I rossazzurri restano inchiodati a tre punti dalla salvezza, pur con una gara da recuperare. La partita persa contro il Frosinone mostra però tutti i problemi del gruppo allenato da Marcolin. Difetti fisici e tattici emersi già a partire dalla sfida contro il Crotone ma, a seconda dei punti di vista, sottovalutati o malamente nascosti.

Dopo i 16 giorni di mini-ritiro derivati dal rinvio della sfida contro il Modena, il Catania era riuscito a pareggiare solo all’ultimo istante contro l’ultima della classe, il Crotone. Allora, la dirigenza aveva imputato all’arbitro le responsabilità maggiori sul risultato e sulla prestazione. Ma Marcolin aveva difeso la prestazione della squadra, e Cosentino aveva sostenuto il lavoro del preparatore atletico Giampiero Ventrone: «Da quando è andato via Sannino, rimastro Ventrone, nessun giocatore si è più infortunato». A seguire era arrivata la trasferta contro il Pescara. Sansovini aveva chiuso la gara in pieno recupero. Doveva essere l’occasione per il riscatto. Il Catania aveva perso nonostante più di un tempo in superiorità numerica. Aveva giocato affannosamente, racimolando un solo tiro in porta in tutta la gara. Tifosi e stampa avevano contestato il peggioramento dei difetti fisici e tattici emersi già contro il Crotone. Marcolin si era limitato a riscontrare solo una lieve mancanza di cattiveria: «La gara stava andando per come l’avevo immaginata».

Catania-Frosinone altro non pare che la degenerazione della gara vista all’Adriatico. Catania poco mobile sulle gambe e tatticamente bloccato. Tanti passaggi orizzontali e poca profondità. La rete di Castro, alla fine di un primo tempo equilibrato, poteva essere la chiave psicologica per sbloccare la squadra. Ma nel secondo tempo, il Catania è più timido o solo più stanco che nel primo. Il Frosinone colpisce una, due volte, ribaltando la partita in poco tempo. I rossazzurri, di contro, non trovano mai le forze per reagire. Con largo anticipo gli spettatori del Massimino comprendono che la squadra non ha più energie. È appena il 65esimo. Là comincia la contestazione. Ce n’è per tutti. L’infortunio di Calaiò in settimana (contrattura) e quelli di Coppola (stiramento) e Martinho (da valutare) in partita, fanno esplodere la rabbia verso Giampiero Ventrone, il preparatore atletico. Il Massimino lo invita ad andare via, insieme all’altrettanto contestato Pablo Cosentino, l’amministratore delegato. Duri cori anche contro il presidente Pulvirenti.

Sebbene il punteggio resti in bilico fino al termine, la squadra non riesce a scuotersi. Marcolin cambia modulo, poi inserisce Chrapek ed Escalante. Sostituzioni che non hanno effetto. Confermano, anzi, quante poche alternative abbia in panchina l’allenatore che siano utili a cambiare marcia in corsa. Evidenza che esaspera ulteriormente i tifosi. Fumogeni in campo e urla che entrano anche nei microfoni Sky: «Tutti a casa». Neanche il triplice fischio placa il Massimino, che richiama fuori i giocatori già entrati negli spogliatoi. La contestazione continua, coi calciatori che vanno in penitenza sotto la curva a raccogliere fischi sonanti. Il Frosinone, che pensava di «ammazzare atleticamente il Catania» c’è riuscito. La botta morale inferta al Catania è pesantissima. In più, la prossima gara è tra appena tre giorni, a Bari. Mancheranno gli squalificati Maniero, Escalante e Schiavi. È incerto il recupero di Calaiò, come in forte dubbio la disponibilità di Martinho e Coppola. Il Catania dovrà fare di tutto per smentire il detto che al peggio non c’è mai fine.

In sala stampa, Dario Marcolin, commenta così la gara: «Sono soddisfatto del primo tempo ed incazzato per il secondo. Non siamo riusciti a giocare una ripresa all’altezza. Ci manca qualcosa in questo momento. Dobbiamo fare mea culpa e reagire. In questo momento il mio lavoro sulla squadra dovrà essere psicologico. Non sono spaventato. Sono sicuro che questa squadra riuscirà a tirarsi fuori dalle difficoltà, perché ha le palle. Garantisco io. Certo, contro il Bari avremo tanti indisponibili. Senza Maniero e Calaiò dovrò inventarmi qualcosa. Barisic esordirà da titolare e magari Rosina verrà arretrato a centrocampo». 

Marco Di Mauro

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