Il boss, i terreni e il piano regolatore di Mascalucia Le zone su cui avrebbe puntato le antenne la cosca

Terreni agricoli che dovrebbero diventare commerciali e la manovra, poi sfumata, per tentare di espandere i diritti edificatori di due aree pensate come parchi urbani. Il futuro di Mascalucia passa dall’adozione del piano regolatore. In mezzo però si insinuano gli interessi di Cosa nostra, un particolare emerso grazie a un approfondimento pubblicato da MeridioNews dopo l’operazione antimafia Malupassu, blitz dei carabinieri con 32 persone indagate

Su tutti il clan Puglisi-Mazzaglia. Nelle mani del presunto reggente della cosca Salvatore Puglisi, figlio del boss ergastolano Pietro, il 21 novembre 2017 finì una copia del nuovo piano regolatore, consegnato – a quanto pare con alcune particelle già evidenziate – dal dipendente comunale Rosario Nicoloso, non indagato. L’affare prevedeva acquistare terreni agricoli che «non valgono un cazzo», per poi rivenderli a un prezzo superiore dopo il cambio di destinazione d’uso. Il punto indicato durante le intercettazioni è, genericamente, quello del Santissimo Crocifisso e «della zona a salire», dal nome di una stradina secondaria che taglia Mascalucia verso nord partendo da via Regione Siciliana. A capire chi fossero i proprietari da contattare sarebbe stato un agente immobiliare che opera nel catanese.

Nella zona, secondo quanto verificato da MeridioNews, ci sono circa dieci terreni agricoli che, stando al nuovo schema di massima del piano regolatore, sono destinati a diventare zona commerciale. Si tratta di quelli a ridosso di via Mediterrano, proprio a un isolato di distanza da via Santissimo Crocifisso. Sei mesi prima dell’intercettazione finita agli atti dell’inchiesta, il 25 maggio 2017, l’iter procedurale del prg di Mascalucia raggiungeva il primo step: l’approvazione da parte dell’autorità commissariale e la stesura dello schema di massima. «Abbiamo saputo da MeridioNews di questa storia e del riferimento a un dipendente comunale – commenta l’assessora all’Urbanistica Sonia Grasso-, un fatto che mi preoccupa, nonostante io non conosca l’impiegato in questione, perché rischia di mettere in cattiva luce un’amministrazione che lavora e cerca di essere il più trasparente possibile».

Intanto la linea della giunta guidata dal sindaco Enzo Magra, eletto a giugno 2018, resta attendista. «Dobbiamo capire se ci sono o meno notizie di reato – precisa Grasso -, qualora ci dovessero essere prenderemo tutti i provvedimenti disciplinari che sono previsti per legge». Al contempo, secondo quanto riferito alla nostra testata, il Comune non è rimasto con le mani in mano e, attraverso il segretario generale Luigi Rocco Bronte, ha inoltrato una circolare interna per approfondimenti sulle posizioni dei dipendenti. Anche perché, secondo l’ordinanza, erano due gli impiegati che hanno incontrato Puglisi, di cui uno non identificato dai carabinieri.

Il prg potrebbe approdare in Consiglio comunale a febbraio 2021. Intanto in città, prima dell’inchiesta Malupassu, aveva suscitato scalpore un proposta di delibera del senato cittadino del 2019. La stessa che accendeva i riflettori su due aree di via Alcide De Gasperi, nei pressi della caserma dei carabinieri, individuate nello schema di massima come zone adibite a parchi urbani: Arp 17 e Arp 18. Di queste però non viene fatta menzione nei documenti del blitz.

Nella proposta, presentata e poi ritirata, si prevedeva l’espansione nell’area di zone commerciali e residenziali, nonché la realizzazione di opere di urbanizzazione, compresi alcuni uffici comunali. «Quando è stata predisposta – spiega l’assessora Grasso -, io non c’ero. Me la sono ritrovata e sinceramente non sono mai stata convinta della appropriatezza del documento». Una proposta che il Consiglio comunale, interpellato in seconda battuta, non ha ritenuto vantaggiosa per le casse del municipio. «Ce l’avevano venduta come un favore che i privati stavano facendo al Comune – sostiene Sebastiano Catania, consigliere comunale del Movimento 5stelle -, ma non abbiamo mai saputo quali fossero i reali vantaggi, dal momento che non eravamo a conoscenza di come e di quanto aumentasse la capacità edificatoria all’interno delle zone previste come parchi urbani».

Dario De Luca

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