Il Biondo non ce l’ha fatta neanche stavolta a conquistare lo status di Teatro nazionale. La commissione del ministero della Cultura ha bocciato il progetto del teatro palermitano che pure lo scorso anno era stato premiato dallo stesso ministero per la qualità della programmazione. La prima bocciatura, per il percorso intrapreso dal direttore e scrittore Roberto Alajmo, risale a tre anni fa. Il diniego quella volta era quasi scontato, Alajmo si era insediato da poco e le carenze e i problemi erano all’ordine del giorno (tanto che si palesava pure un rischio chiusura). Ora però questo no, nell’anno di Palermo Capitale della Cultura, fa molto male.
E il commento di Alajmo è di quelli piccati.«Chiederemo l’accesso agli atti per capire cos’è successo di così tragico tanto da avere avuto questo crollo verticale così sorprendente e assolutamente inaspettato – spiega il direttore artistico –, non dubito che mi sapranno spiegare, ma sono certo che è stata una rivincita molto siciliana. A prima a vista la valutazione è davvero sorprendente, siamo passati da una valutazione di qualità di quattro quarti nel 2017 ad una valutazione di 0.5 su 5. Qualcuno mi aveva dato la soffiata, a quanto pare ci sono pressioni a Roma ma su una partita che si è giocata molto più tra siciliani, noi siciliani a volte preferiamo cavarci un occhio. Devo ammettere che così come è stata posta la situazione è stato un atto di grande violenza equivalente ad una testata sul naso con aspetti grotteschi, con un crollo di 20 punti sulla valutazione qualitativa del cartellone».
Proprio ieri per la giornata mondiale del Teatro il direttore Alajmo in un’intervista aveva dichiarato che quest’anno il Biondo aveva segnato il record di incassi, a voler sottolineare la grande risposta di pubblico che ha avuto il suo cartellone. E in effetti il Teatro di via Roma sembrava rifiorire sotto l’occhio attento del direttore e del consiglio di amministrazione. Un cartellone con grandi nomi nazionali e internazionali senza tralasciare le eccellenze locali.
«Quest’anno abbiamo avuto nomi del calibro di Davide Enia, Vincenzo Pirrotta, Roberto Andò ed Emma Dante – continua ancora sconvolto Alajmo – Ognuno risponde in base alla propria coscienza e nelle sedi preposte. Mi dispiace vedere che esiste un universo così reazionario al rinnovamento che c’è stato al Teatro Biondo. Sto cercando intanto di rispondere a me stesso, per il resto cercheremo di capire cosa sia successo, ma ho abbastanza chiaro chi sono i mandanti di questa operazione».
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