Il bicchiere mezzo vuoto

E’ stata certamente una scommessa rischiosa quella intrapresa dall’associazione evangelica “Progetto Freedom” che ad aprile del 2008 ha aperto a Vittoria il primo pub analcolico sociale d’Italia. Scommessa che rischia d’essere persa, poiché lo scorso 20 ottobre un incendio causato da un guasto elettrico, ha costretto alla chiusura in attesa di fondi per la ricostruzione.

Un esperimento molto interessante come si può vedere già dall’organizzazione di ogni serata: si iniziava con l’offerta gratuita di bevande analcoliche e con la proiezione di un video di 15 minuti su incidenti causati dall’alcol. Una scelta molto forte, per cercare di sensibilizzare i ragazzi a non bere il sabato. Dopo il video, la serata si svolge normalmente con la panineria, la pizzeria, il gruppo musicale della serata.

Come ci dice il Presidente del Progetto Freedom Giuseppe Latino “tutto gira intorno ad un progetto morale, pulito, sicuramente unico nel suo genere”.

Ma l’aspetto più lodevole è sicuramente quello sociale: il Progetto Freedom, che già da tempo si occupa di assistenza ai malati e di altre attività umanitare, investe i proventi delle serate in alcuni progetti sociali per aiutare bambini emarginati, ragazze madri e famiglie con difficoltà economica. Ogni sera un annuncio spiegava la destinazione dell’incasso della serata.

Tutto questo è stato possibile grazie anche all’impegno di tutti i volontari (circa 20-25) che hanno lavorato gratuitamente all’interno del pub svolgendo a turno varie mansioni: dal servizio dietro il bancone alla cassa, dall’accoglienza all’animazione, e c’era anche un buttafuori per garantire la sicurezza dei clienti.

Sull’aspetto sociale non c’è niente da obbiettare: sono rare iniziative così creative che aiutino concretamente chi vive condizioni economiche e sociali disagiate.

Tuttavia, può questo pub analcolico diventare un esempio su come orientare l’educazione contro le stragi del sabato sera? Il “divertimento responsabile”, che ad alcuni sembra un ossimoro, può diffondersi creando ambienti protetti?

E’ difficile che un’iniziativa del genere possa convincere i giovani a comportarsi più responsabilmente, tanto più che l’aspetto religioso dell’iniziativa e alcune “scelte” come la selezione musicale possono risultare indigeste a molti. Per essere efficace l’educazione al divertimento sano deve riuscire a intrufolarsi nei luoghi di divertimento già esistenti, deve concentrasi su “quello che c’è”.

Inutile, invece, accanirsi contro certi modelli culturali considerati “sbagliati” – nell’intervista il sig. Latino cita Marilyn Manson ma altrove parla anche di cartoni animati come Dragon Ball – che spesso la stragrande maggioranza dei giovani segue affascinato da quell’aura d’incomprensione che censure e proibizioni rafforzano, ma mantenendo, comunque, un distacco sufficiente a evitare loro di replicare nella realtà quello che amano ascoltare, leggere o guardare in televisione. Il rischio è convincersi che solo determinate condizioni sociali o influenze culturali spingano i giovani allo ”sballo” e sottovalutare le problematiche personali e inter-personali, che spesso nemmeno i ragazzi stessi riescono a spiegare e spiegarsi. Che “chi ascolta Manson sia un satanista”, comunque, non se la beve più nessuno.

Nonostante quindi, a mio parere, alcuni aspetti di questa iniziativa rischino di creare “un oasi nel deserto” piuttosto che fare reale educazione, questo progetto del pub analcolico va tutelato, non solo perché è un’iniziativa con intenti positivi – e che ha realizzazioni pratiche, attraverso i suoi progetti sociali, ancor più positive –  ma già solo perché è un’alternativa, cosa rara in una città come Vittoria.

Claudio Cesarano

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