Ieri l’addio del rettore uscente Roberto Lagalla. Che, chissà, potrebbe anche tornare in politica dopo essere stato assessore regionale alla Sanità. «Di sicuro non se ne starà in panchina», ha detto chiaro e tondo oggi il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, presente, insieme al sindaco Leoluca Orlando e a docenti, autorità e forze dell’ordine al battesimo del successore Fabrizio Micari. Lo sguardo sembra rivolto alle amministrative del capoluogo del 2017.
Stamattina però non era tempo di politica ma del passaggio di consegne con il nuovo rettore. Un’università più a misura del territorio, la riorganizzazione degli uffici e della didattica, la formazione continua del personale, nuovi spazi per gli studenti e un rapporto sempre più stretto con il mondo del lavoro. Sono questi i cardini del programma dell’ex preside di Ingegneria. Che si è detto «grato a chi mi ha scelto ed emozionato per l’incarico» ma che non ha nascosto l’apprensione «dinanzi alla responsabilità, che non è solo nei numeri – 1.600 docenti, 2.100 dipendenti tecnici e amministrativi, 47mila studenti – ma anche nel ruolo».
Per Micari «le condizioni per fare bene ci sono. Il rettore Lagalla mi consegna un ateneo vivo, che sta registrando tanti successi dei dottorandi e dei ricercatori, con livelli di formazione ormai paragonabili a quelli di altre realtà nazionali e con risultati positivi a livello occupazionale. Non solo: il bilancio è stabile e questo ci consente di ripartire da una base solida e ben strutturata. In un Paese in cui crescono il Pil e la fiducia di consumatori e imprese dobbiamo avere la capacità di agganciare questo vento, anzi, di spingerlo». Le cose da fare non mancano: «La nuova programmazione europea, un’offerta formativa più confacente alle esigenze del territorio e riequilibrata tra magistrali e triennali, la capacità di progettare e fare ricerca, la revisione della macchina amministrativa». L’università deve essere un ascensore sociale «garantendo il diritto allo studio».
«Non possiamo più formare i nostri ragazzi – ha insistito Micari – e poi assistere inermi alla loro partenza. La possibilità di lavorare fuori deve essere una scelta, non un obbligo. Certo l’università non basta e le altre istituzioni devono collaborare, ma il nostro ateneo deve proporre nuovi paradigmi attraverso l’autoimprenditorialità, le start up, le spin off, per trasformare le conoscenze in economia. Senza dimenticare la possibilità dei docenti di fare carriera, la formazione del personale tecnico-amministrativo e l’orientamento, il tutorato e l’assistenza degli studenti, per i quali intendo potenziare i servizi e aumentare i luoghi di studio e incontro come le biblioteche». Fra i primi, concreti provvedimenti annunciati da Micari il sollecito per una «rapida ed efficace» conclusione dei lavori di ristrutturazione del Policlinico e la firma di un protocollo d’intesa con l’amministrazione comunale per la pedonalizzazione di via Archirafi, con la creazione di un nuovo polo tecnologico che metterà insieme l’Orto Botanico e la futura nuova sede di Amg in via Tiro a Segno.
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