Ianua, quando l’arte è una porta aperta

Il 19 Gennaio 2008 alle ore 10.00, in occasione di Habita e Sposa – 7° Salone del Mobile, 4° Salone del Matrimonio, presso gli spazi del Centro Fieristico Le Ciminiere di Catania, è stata inaugurata la mostra Ianua a cura di Franco De Grazia. Ianua, cioè Porta, è il tema che l’Associazione Portarossa propone per un appuntamento annuale ormai consueto, e che stavolta propone opere di Turi Aquino, Nino Costa, Giacomo Failla, Silvio Marchese, Rino Valenti.

Come nelle precedenti edizioni (Coffee break e In vino veritas), l’attenzione degli artisti non è rivolta all’oggetto in sé e alle sue funzioni fisiche, ma ai significati simbolici, allegorici ed onirici che esso suggerisce. Anche il titolo della mostra propone qualcosa d’allegorico. Infatti “ianua” nell’etimologia rimanda a Giano bifronte, il dio romano degli inizi, materiali e immateriali, che era proposto alle porte e ai ponti, e che esercitava la sua podestà su tutto ciò che riguardava un inizio ma anche una fine e rappresentava ogni forma di passaggio e mutamento.

Con le loro opere tridimensionali, gli artisti hanno voluto rendere concreta la metafora della Porta per offrirla al pubblico.

Silvio Marchese presenta “aereoplanini” in terracotta, che “decollando” da un’asta in metallo, “atterrano”  su una “superficie tridimensionale” simile nella forma.

Turi Aquino espone “Bifronte”: telaio rettangolare bianco in cui sono disposte in senso orizzontale delle bacchette di legno colorato. È un’opera “aperta” dove lo spettatore può vedere cosa sta davanti/dietro all’opera.

Giacomo Failla espone un lavoro tridimensionale monocromo. Anche questa è un’opera “aperta”, infatti lo spettatore può “attraversare”con lo sguardo l’opera grazie a delle fessure circolari.

Anche “Dis-Attesa” di Nino Costa, collocata sul pavimento, è un’opera “aperta”. Su una lastra metallica è posizionato un “omino” che vede ciò che gli sta di fronte grazie ad una fessura sul metallo. Lo spettatore può interagire con l’opera da entrambi i lati. Sia vedendo assieme all’omino ciò che sta oltre l’opera oppure mettendosi dalla parte opposta e osservare l’omino dalla fessura.

Rino Valenti espone tre lastre di plexiglas poste in senso verticale, poggiate a parete, con tante piccole “finestrelle” triangolari. Ogni lastra ha una base quadrata illuminata da luce a neon bianca che evidenzia l’elemento pieno/vuoto, luce/ombra dell’opera. Ironico e un po’ sarcastico è il titolo che Rino Valenti da al suo lavoro: “Portasuocera”.

La mostra è visitabile fino al 25 Gennaio 2008 dalle 16.30 alle 21.00, mentre il 26 e 27 Gennaio 2008 l’orario d’apertura sarà esteso dalle 10.00 alle 22.00.

Stefania Reitano

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