Manifestare contro lo spostamento della Facoltà di Lingue e Letterature straniere da Catania a Ragusa si può, ma con discrezione. Nello specifico, «il protrarsi dell’occupazione dell’aula A1 (186 posti) sta creando gravi problemi al normale svolgimento delle attività didattiche della Facoltà di Lettere e Filosofia». L’ha scritto lunedì il preside di Lettere Enrico Iachello, al Magnifico Rettore Antonino Recca e al collega Preside di Lingue Nunzio Famoso, invitando entrambi ad intervenire per «sbloccare questa situazione ormai insostenibile».
L’aula A1 risulta occupata dal 5 maggio, data in cui, al termine di un’assemblea studentesca molto partecipata, gli studenti hanno deciso di mantenere perenne il presidio all’interno dell’ex Monastero dei Benedettini.
Una settimana esatta, quindi, che «potrebbe arrecare danno – prosegue Iachello – agli studenti in vista degli esami imminenti della sessione di giugno».
La risposta del Rettore non si è fatta attendere ed è arrivata lo stesso lunedì. In una lettera indirizzata, oltre che a Famoso, anche alla vicepreside Gemma Persico, al past preside Antonio Pioletti e a Simona Laudani, presidente del Consiglio di Area didattica di Ragusa, Recca ha invitato i colleghi a farsi «parte diligente affinché gli studenti individuino forme di dialogo diverse dalla “occupazione“» che, per quanto «di lunga tradizione», finirebbe «col produrre danni, anche gravi, alla regolare prosecuzione del percorso formativo di tanti studenti», tra i quali studenti non vanno esclusi quelli «impegnati nell’occupazione», il cui «apprendimento universitario» non sarebbe agevolato.
Nella lettera, il Magnifico sottolinea anche che un dialogo con gli studenti andrebbe intavolato anche alla luce di un incontro da effettuarsi tra i destinatari della missiva, il prof. Cozzo, delegato alla didattica, e il prof. Pignataro, esperto in materia di bilancio di Ateneo. Scopo del suddetto incontro? «Individuare, con riferimento all’organizzazione dei corsi di studio in lingue e di ambito linguistico, una soluzione che rispetti la complessiva azione, già avviata, di razionalizzazione degli assetti organizzativo-gestionali dell’Ateneo, delle facoltà e dei dipartimenti». Soluzione che, spera Recca, «sia quanto più condivisa in seno all’Ateneo».
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