«C’è un po’ di tensione ogni volta che porto i soldi, non si sa mai. È sempre più rischioso». Malta, Germania, Polonia, Montenegro: le traversate di Ignazio Russo a bordo della sua Peugeot 206 non sono certo di viaggi di piacere. Anzi. Dopo avere portato a termine la propria missione, capita anche che si annoi: «Che palle qua ora due giorni – lamenta – Stavo pensando di fare come Birillo che mette le escort come note spese». Il 55enne residente a Castel di Judica, nel Catanese, è il referente territoriale siciliano per le agenzie di scommesse online legate al gruppo criminale capeggiato da Carmelo Raspante e Francesco Catacchio che ieri ha portato all’operazione Doppio gioco in cui sono finite indagate 366 persone per esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata e autoriciclaggio con la finalità di favorire gli interessi del clan mafioso Santapaola-Ercolano.
Nel suo ruolo di master, Russo non solo avrebbe curato i contatti con tutti gli agenti di zona e si sarebbe occupato di risolvere eventuali problemi di natura tecnica, ma avrebbe soprattutto fatto da corriere dei contanti. Dopo avere raccolto in giro per l’Isola i soldi frutto di scommesse online illecite (che toccano anche punte da 5 milioni di euro al mese), li avrebbe trasportati all’estero per riciclarli o reimpiegarli in modo illegale. Stando a quanto emerso dalle indagini, la rete di agenzie avrebbe utilizzato come paravento concessioni e licenze per le scommesse rilasciate prevalentemente a Malta, in Albania o Curaçao (isola caraibica olandese) con cui non era possibile operare in Italia. I siti con suffisso .com sarebbero stati schermati dall’utilizzo contestuale di servizi di gaming legali aventi suffisso .it. «Un calderone di intrecci illegali che si muovono spesso su surf di apparente legittimità», si legge nelle carte dell’ordinanza.
In questo «calderone», fondamentale sarebbe stato l’apporto di Russo. Persona di estrema fiducia di Raspante – con cui è tanto in confidenza da chiamarlo “zio” – a lui sarebbe stato demandato il delicato compito di esattore-corriere per evitare di incorrere in sequestri, di dovere pagare le spese relative alla gestione di server e, soprattutto, per reinvestirlo in attività economiche o per acquisto di beni. Nel giro di circa tre anni, i viaggi in Polonia, in Germania e a Malta, sono numerosissimi. Tutti a bordo della sua Peugeot 206. Non un’auto qualsiasi ma un mezzo allestito appositamente con uno scomparto segreto, nascosto sotto la zona della carrozzeria in cui c’è il freno a mano, e apribile solo utilizzando uno specifico marchingegno. Formalmente intestata a Russo, la macchina in realtà sarebbe stata in dotazione a tutto il sodalizio. È lui stesso a parlarne in diversi messaggi vocali come un «bene comune» dell’organizzazione criminale. «Cavaliere – dice parlando con Raspanti – ma è impensabile prendere un’altra macchina moderna magari di seconda mano e renderla come questa?». Del resto alla sua Peugeot 206 hanno già dovuto cambiare anche il motore.
Non tutto, però, fila sempre liscio. Se per i viaggi in aereo c’è la preoccupazione che «la filigrana delle banconote potrebbe fare suonare i metal detector», in auto i rischi sono altri. Nel 2016, dopo avere ricevuto ottomila euro in contanti da un fornitore di servizi per il gaming del gruppo dei Placenti a Catania in zona Cibali, Russo subisce una rapina che prontamente va a denunciare. «Premetto di svolgere la professione di rappresentante – dichiara ai carabinieri di Ramacca – Mi trovavo a bordo dell’auto di mia proprietà, verso le 16.45 mi accostavo sul ciglio di via Cibele per parlare al cellulare e scrivere. Improvvisamente – continua – mentre ero distratto a scrivere sentivo bussare sul finestrino anteriore sinistro. Tre ignoti malfattori a bordo di due scooter frantumavano il finestrino asportando il mio borsello dalle mani».
Oltre ai ladri, c’è anche l’insidia della guardie. Nel 2017, mentre si trova vicino a Vipiteno (in provincia di Bolzano, in Trentino Alto Adige) viene fermato dalla guardia di finanza. Durante il controllo, i finanzieri trovano 176mila euro in contanti. Solo una parte dei 341mila euro che Russo avrebbe trasportato in macchina per conto di Raspante. Nonostante i rischi corsi in occasione di diversi controlli, il 55enne continua e, anzi, prova anche ad allargare la rete. In un’inserzione su Linkedin, nella quale si identifica come «agente presso la società di scommesse sportive maltese Starlottosport (riconducibile allo zio)», è alla ricerca di nuovi agenti e agenzie per far conoscere la società.
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