Vergognoso, il finale di questa storia di Massimo Costa. Insopportabile. Inammissibile. Prendersi gioco di tre uomini politici di lungo corso. Due ex assessori regionali e un deputato nazionale di grande esperienza. No, queste cose non si fanno. Un ragazzo di 36 anni non può annacarsi per un mese tre parlamentari della Repubblica. Qualcuno dovrà prendere provvedimenti seri e draconani, perché da questa vicenda Nino Lo Presti, Carmelo Briguglio e Fabio Granata, noti come i tre ‘scienziati’ di Futuro e libertà in Sicilia, non possono fare la parte dei pivelli. Non è giusto.
Ma ve limmaginate? Sto Massimo Costa seduce Carmelo Briguglio, si fa portare a Roma da lui al cospetto del presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. E lì, nella Capitale, si fa incoronare candidato del Terzo polo a sindaco di Palermo. Di un Terzo polo con dentro Udc, Mpa, Fli e magari il Grande Sud di Gianfranco Miccichè. Tenendo fuori il Pdl.
Certo, che Fini sapesse tutto fin dallinizio potrebbe anche essere vero. Del resto, Fini lavora da tempo a un grande partito dei moderati con lUdc di Casini e con il Pdl di Alfano. Ma è assolutamente intollerabile, invece, che Massimo Costa, pur sapendo tutto sin dallinizio – pur sapendo, cioè, che alla fine avrebbe riabbracciato i suoi amici del Pdl – abbia condotto Briguglio, Lo Presti e Granata per un mese, illudendoli che, alla fine, lavrebbe data a loro, la sua candidatura (ovviamente).
Prima li ha ‘adescati’, poi li ha sedotti, quindi li ha abbandonati. Uno sciupapolitici, insomma. Bisognava vederlo, il giorno della presentazione della sua candidatura al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo. In prima fila Briguglio, Lo Presti e Granata. assieme allassessore regionale, Gaetano Armao, e al capogruppo dellMpa allArs, Ciccio Musotto. Mandati lì dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, a mettere il cappello sulla candidatura di Costa a sindaco di Palermo.
Bisognava vederlo, il giovane Costa, quella mattina. Citava Casini, Fini, Lombardo. E anche Socrate. Il Pdl non lo ha quasi nominato. E quando qualcuno ha chiesto notizie su Alfano, freddo come un ‘ghiacciuolo’ appariva. Tanto che, anche noi – benché convinti che, alla fine, dal Pdl sarebbe tornato (ammesso che dal Pdl si sia mai allontanato) – ci eravamo quasi convinti del contrario.
Poi, come abbiamo raccontato stamattina, un comunicato stampa dello stesso Massimo Costa, inviato dopo la sua scoppiettante conferenza stampa, ha riaperto al Pdl con il quale – quella mattina – a parole sembrava avesse chiuso.
Un attore, questo Massimo Costa. Un professionista della Profumeria politica. Bisognava vedere, quella mattina, le facce Granata e Lo Presti. Felici e contenti come pasque. Mentre Costa, già allora, novello Scarpia, covava il tradimento.
Ecco, questo è laspetto insopportabile di tale pantomima: aver condotto per un mese tre politici sani sani – più un quarto, il giovane onorevole Alessandro Aricò, trainato come un rimorchio da Lo Presti – facendogli credere chissà che: e cioè che loro e solo loro erano i suoi referenti politici: che dentro ci sarebbe stato anche Lombardo con la sua armata Brancaleone (leggere la sua giunta regionale di tecnici che una ne pensa e cento ne sbaglia): che il Pdl siciliano era una mezza Amanita phalloides da tenere a debita distanza…
Quel Francesco Cascio, poi: che gesuita!. Il suo delfino che amoreggia con Briguglio, con Lo Presti e con Granata e lui che fa loffeso! E noi che scriviamo che loperazione Massimo Costa è sfuggita di mano a Cascio: e Cascio che lascia intendere che si potrebbe candidare contro il suo ex pupillo: e il Pdl che gli tiene bordone: e i tre finiani che abboccano come mupe affamate… Signori: insopportabile.
Poi, stamattina, il finale: a masculiata: la conferenza stampa di Costa: torna a casa, Massimo. E adesso che ne facciamo di Briguglio, Lo Presti e Granata? Li facciamo alla ghiotta, come il baccalà? Insomma…
nella foto, tratta da settemuse.it, Socrate incontra Alcibiade, mentre noi siamo certiche Granata, Lo Presti e Briguglio Massimo Costa…
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